Cangrande I della Scala: differenze tra le versioni

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=== Signore di Verona ===
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==== Prima guerra contro Padova ====
 
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A marzo le truppe padovane si trovavano tra Vicenza e Verona, minacciando così entrambe le città: i padovani decisero di dirigersi su Vicenza, sapendo che all'interno della città si stava sviluppando il complotto dei cittadini guelfi. Alcune sentinelle veronesi videro l'avanzata nemica e si precipitarono ad avvertire il comandante della città, [[Federico della Scala]]. Intanto le prime scaramucce tra truppe padovane e vicentine si ebbero a [[Torri di Quartesolo]], dove i secondi vennero respinti, subendo notevoli perdite. Cangrande fu informato della disfatta delle truppe vicentine, raggiunse quindi la città, ordinando di chiudere le porte e di arrestare tutti i sospetti traditori: questi in parte riuscirono a fuggire, e in parte furono catturati, e quindi o esiliati o condannati a morte.
 
[[File:Affresco con cavalieri.jpg|thumb|Affresco rappresentante cavalieri durante una battaglia, esposto presso il [[museo di Castelvecchio]]]]
 
I padovani, persa la possibilità di conquistare Vicenza, decisero di attaccare [[Marostica]], che cedette grazie all'arrivo di rinforzi da [[Bassano del Grappa]], e successivamente numerosi borghi e villaggi vicentini. Per vendicarsi Cangrande giunse con le truppe a pochi chilometri da Padova, di cui distrusse i sobborghi, mentre [[Montagnana]] venne conquistata e incendiata: Padova inviò immediatamente aiuti all'importante città, per cui Cangrande fu costretto a ritirarsi verso Vicenza. Intanto i padovani conquistarono e distrussero a loro volta [[Noventa Vicentina]].<ref>A. Mussato. ''Historia Augusta'' vol. VI p. 8.</ref> Divenendo la situazione critica Cangrande fu costretto a rivolgersi al luogotenente di Lombardia [[Werner von Homburg]], il quale arrivò con truppe nuove e razziò alcuni villaggi, anche se presto dovette tornare in Lombardia, dove erano scoppiate alcune insurrezioni.
 
[[File:Affresco con cavalieri.jpg|thumb|left|Affresco rappresentante cavalieri durante una battaglia, esposto presso il [[museo di Castelvecchio]]]]
 
[[Feltre]], [[Treviso]], [[Belluno]] e [[Francesco d'Este]] si allearono con Padova, formando così un esercito di 17.000 uomini:<ref>Minoia. ''Della vita e delle opere di Albertino Mussato''. pp.118-119.</ref> le truppe, il 1º giugno [[1312]], partirono per Quartesolo, dove si accamparono. La fanteria leggera fu mandata in spedizione a razziare i campi e i villaggi vicino Vicenza. In città Cangrande guidava 800 cavalieri e 4.000 fanti,<ref>{{cita|Spangenberg|p. 51|spangenberg}}.</ref> per cui i padovani, che non si sentivano pronti per attaccare direttamente la città, decisero di proseguire lungo il [[Bacchiglione]], dato che ormai Padova soffriva per la mancanza d'acqua, ma fu per loro impossibile riportare sul corso naturale il fiume, dato che il luogo era stato protetto da fortificazioni e torri. Fu lì che Cangrande riuscì a prendere di sorpresa alcune truppe nemiche, di cui morirono, durante la battaglia, circa 400 soldati.<ref>{{cita|Spangenberg|p. 52|spangenberg}}.</ref> I rinforzi padovani riuscirono però a scacciare i veronesi. Nonostante la vittoria i padovani non riuscirono a deviare il corso del Bacchiglione nel suo normale letto, mentre Cangrande cercava di spingerli verso [[Castagnaro]]. I padovani si portarono successivamente nuovamente verso il territorio vicentino, dove depredarono alcuni villaggi, portando poi il bottino a [[Bassano del Grappa]], in seguito a una sconfitta in una piccola battaglia con Cangrande e i suoi 200 uomini di scorta.<ref>{{cita|Spangenberg|p. 53|spangenberg}}.</ref> Intanto la guarnigione di [[Cologna Veneta]] venne nuovamente sopraffatta, e i padovani riuscirono a catturare alcuni vessilli scaligeri.