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|fondatori = Armando Campioni, Adelchi Candellero, Filippo Gatta
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'''Indesit''' è un'azienda [[Italia|italianaitalia]]na produttrice di [[elettrodomestici]] e di [[elettronica]]. Dal [[1987]] è un marchio della [[Merloni#Merloni Elettrodomestici|Merloni Elettrodomestici]] (oggi [[Indesit Company]]).
 
==Storia==
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Negli [[Anni 1960|anni sessanta]] e [[Anni 1970|settanta]], Indesit contava ben sette impianti produttivi, di cui cinque al Nord (sparsi tra Rivalta, [[None (Italia)|None]] e [[Orbassano]]) e due al Sud ([[Teverola]] e [[Carinaro]] ([[provincia di Caserta|CE]])), dove furono impiegati circa 12.000 addetti.
 
Nello stesso periodo all'Indesit fu sperimentato un sistema di trasmissione televisiva a colori denominato [[Identificazione a soppressione alternata|ISA]], che l'azienda torinese propose nel [[1972]] alla [[RAI]], ma che non fu accettato dal [[Governo della Repubblica Italiana|Governo italiano]], perché non conforme agli altri sistemi europei.
 
Venne acquisito anche il marchio ''Hirundo'', con cui fu proposta una linea nel settore bianco (frigoriferi, lavatrici e altri elettrodomestici), oltre che apparecchi nel settore bruno, come radio a transistor marchiate Indesit-Hirundo. Tale marchio oggi non viene più usato.
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Nonostante fosse commissariata, l'azienda migliorò gradualmente i conti, e nel [[1987]] fu acquistata all'asta dalla [[Merloni#Merloni Elettrodomestici|Merloni Elettrodomestici]] già conosciuta per il marchio [[Ariston]] e fino ad allora principale concorrente in Italia della Indesit stessa. Nell'operazione il gruppo marchigiano investì ben 50 miliardi di lire nell'acquisizione della società, e altri 100 miliardi ne furono previsti per la ristrutturazione e il risanamento<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/04/siglato-accordo-per-la-nuova-indesit.html "Siglato l'accordo per la nuova Indesit E' Merloni il padrone", articolo di Repubblica del 4 dicembre 1987]</ref>. Indesit divenne il primo [[marchio]] dell'azienda, e furono mantenuti soltanto gli stabilimenti di None, Carinaro e Teverola.
 
Sotto la gestione Merloni, il marchio Indesit ritornò protagonista nel mercato degli elettrodomestici, tanto da permettergli, nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]], di divenire il secondo in [[Europa]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/09/09/la-bella-estate-dell-indesit-investimenti-assunzioni.html "La bella estate dell'Indesit Investimenti e assunzioni", articolo di Repubblica del 9 settembre 2004]</ref>.
 
Nel febbraio [[2005]] la Merloni Elettrodomestici venne rinominata [[Indesit Company]]. Successivamente la Indesit Company ha usato i marchi: Ariston abbinato ad [[Hotpoint]], quest'ultimo acquisito nel [[2001]], [[Scholtès]], società francese assorbita già alla fine degli anni '80, ed Indesit. Esistono inoltre controllate e [[joint venture]] in Russia e Cina con marchi anche locali, avendo effettuato nuove acquisizioni che hanno portato l'azienda ad essere tra i leader nei vari mercati. Nel 2014 Indesit Company ormai incapace di attuare strategie di lungo termine da quando Vittorio Merloni non è più al comando, passa totalmente in mano alla [[Whirlpool Corporation]]. La società viene de-listata dalla [[Borsa di Milano]] e molti manager allontanati iniziando un processo di completa integrazione che porterà Indesit ad essere solo un marchio.
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* [[Ariston]]
 
{{portale|Aziendeaziende|Torino}}
 
[[Categoria:Aziende italiane di elettrodomestici]]