Horus: differenze tra le versioni

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== Il culto di Horus: nascita ed evoluzione ==
[[File:Egypt.Edfu.Temple.01.jpg|thumb|200px|Statua di Horus ([[Tempio di Edfu]], [[Egitto]])]]
 
Estremamente complessa e articolata è la genealogia del culto di Horus in cui si sovrappongono anche differenti [[cosmogonia|cosmogonie]]<ref>R.T. Rundle Clark (1959), ''Mito e simbolo nell'Antico Egitto'', Milano, Il Saggiatore, 1969, pp. 21, 23, 40, 51, 78, 86, 100-110, 115-117, 123-130, et altre.</ref> in cui prevale, tuttavia, l'assimilazione del dio falco con il sole.
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A Behdet, Horus assunse forma umana con testa di falco, armato di arco e frecce e di una lancia la cui cuspide era sostenuta da una testa di falco; tale figura acquistò dignità divina guerriera, a sua volta, con il titolo di Horus Behedeti<ref>B. Watterson, (2001), p. 83.</ref>.
 
[[File:NarmerPalette-ROM-back.jpg|thumb|left|200px|Il verso della [[tavoletta di Narmer]], in cui il dio Horus sovrasta il prigioniero con i tratti somatici tipici delle popolazioni del Delta ([[Museo egizio (Il Cairo)|Museo egizio]], [[Il Cairo]])]]
 
Altri studi vogliono che il culto di Horus sia nato nel [[Delta del Nilo|Delta nilotico]] e che esso penetrò nell'Alto Egitto a seguito di guerre di conquista predinastiche contro popolazioni adoratrici del dio Seth; in tal senso, il conflitto e lo scontro tra Horus e Seth, come vuole la mitologia egizia, avrebbero perciò un fondamento reale<ref name="RefB">B. Watterson (2001), p. 83.</ref>. Anche il nome del re ''Horus d'Oro'' avrebbe precisi riferimenti alla sottomissione di popolazioni adoratrici di Seth; il dio Horus, infatti, poggia sul geroglifico ''nbw'' (leggi nebu), ovvero oro, ed uno dei centri in cui maggiormente era adorato Seth era Nebet, ovvero ''Città dell'Oro''.
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Di converso altri studi indicano l'Alto Egitto quale patria di nascita di Horus<ref name="RefC">B. Watterson (2001), p. 84.</ref> e il re [[Narmer|Menes/Narmer]], unificatore dell'Egitto e primo dei re dinastici, quale veicolo di penetrazione del culto nel Basso Egitto e nell'area del Delta. Ciò troverebbe fondamento iconografico nella [[tavoletta di Narmer]], una lastra commemorativa in [[siltite]] che evocherebbe la vittoria sui popoli del nord, in cui il re brandisce una mazza da guerra mentre si accinge a colpire un nemico; in alto, a destra, sovrastante il simbolo dei papiri che rappresentano appunto il Delta, un falco stringe nell'artiglio una fune legata al naso di un altro prigioniero che reca i caratteri somatici tipici delle genti del Basso Egitto. Sul recto della tavoletta, inoltre, in una sorta di marcia trionfale del re Menes/Narmer, due stendardi dei distretti vincitori portati da altrettanti alfieri, recano alla sommità il simbolo del falco quasi a confermare la supremazia del dio.
 
[[File:Narmer-Tjet2.JPG|thumb|200px|Particolare del recto della [[tavoletta di Narmer]], in cui due stendardi sovrastati dal falco partecipano alla marcia trionfale ([[Museo egizio (Il Cairo)|Museo egizio]], [[Il Cairo]])]]
 
Anche la città di [[Nekhen]], a circa 80&nbsp;km. da [[Luxor]] nell'Alto Egitto, adorò fin dal periodo predinastico un dio dalla testa di falco, Nekheni, il cui capo era sovrastato da due alte piume. Una statua della [[VI dinastia egizia|VI dinastia]], rinvenuta dall'egittologo Quibell nel 1898 presenta un tale copricapo pur essendo ormai il dio stato pienamente assimilato ad Horus<ref name="RefB" />. Tale fu il radicamento del culto di Horus a Nekhen, che i greci, millenni dopo, chiamarono la città [[Ieracompoli|Hieraconpolis]], ovvero Città del Falco.
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Il geroglifico rappresentante il nome Horus d'Oro, ''bik-nebu'': <hiero>G8</hiero> costituito dai due segni <hiero>G5</hiero> ''bk'' (leggi bik) e <hiero>S12</hiero> ''nbw'' (leggi nebu)
 
[[File:Re-Horakhty Stela.jpg|thumb|200px|Una defunta, Djed-khonsu-iwes-ankh, porge cibo, acqua e fiori al dio Ra-Horakhti]]
 
Anche se Horus era una delle più antiche divinità dell'Egitto, ben presto i sacerdoti di Heliopolis cercarono di scalzarne il predominio ponendogli accanto il dio Ra, ovvero il sole. Si ritiene<ref name="RefC" /> che la fusione [[Ra-Harakhti|Ra-Hor-Akhti]], ovvero ''Ra e Horus dei Due Orizzonti''<ref>Il riferimento è ai due orizzonti dell'alba e del tramonto.</ref>, rappresentata da un uomo con la testa di falco che reca sul capo il disco solare, sia la dimostrazione di un compromesso tra le due classi sacerdotali; tuttavia si rese necessario differenziare il culto del dio falco da quello strettamente solare dando così ad Horus la condizione di figlio di Osiride ed Iside, vendicatore del proprio padre assassinato e smembrato da Seth. Da tale situazione derivarono altre denominazioni sincretiche di Horus: ''Hor-Sa-Isis'', ovvero Horus figlio di Iside; Hor-mer-tef, Horus vendicatore di suo Padre; ''Hor-Pi-chrod'', Horus il bambino (sott. di Iside)<ref>B. Watterson (2001), p. 85.</ref>. Quest'ultimo epiteto verrà adottato millenni dopo dai greci con il nome di [[Arpocrate]], rappresentato come un fanciullo con l'indice della mano destra in bocca.
 
[[File:Horus as falcon.svg|thumb|left|200px|Rappresentazione della forma di [[falco]] di Horus]]
 
Nella sua forma di Hor-Sa-Isis, figlio di Iside, Horus era invece considerato amico e protettore dei morti incarico in cui era aiutato da quattro altri dei, i suoi [[Figli di Horo|figli]] divenuti, durante il [[Secondo periodo intermedio dell'Egitto|Secondo Periodo Intermedio]], protettori dei visceri che venivano estratti dal corpo del defunto e che venivano, dapprima riposti in una cassetta a quattro scomparti.