Esperimento dello Schiehallion: differenze tra le versioni

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[[Isaac Newton]] aveva già considerato l'effetto e proposto l'esperimento nel suo ''[[Philosophiae Naturalis Principia Mathematica]]''<ref name="Davies">{{cita pubblicazione|cognome=Davies|nome=R.D.|titolo=A Commemoration of Maskelyne at Schiehallion|rivista=Quarterly Journal of the Royal Astronomical Society|volume=26|numero=3|pp=289–294|bibcode=1985QJRAS..26..289D|anno=1985|lingua=en}}</ref>, ma aveva pessimisticamente pensato che non ci fosse una montagna in grado di produrre una sufficiente deviazione del filo a piombo tale da poter essere misurata:
 
{{Citazione|Un'intera montagna non sarebbe sufficiente per produrre un effetto apprezzabile. Una montagna […]di forma emisferica di tre miglia di altezza e sei di larghezza non potrebbe, con la sua attrazione, spostare l'arcoasse del pendolo di due minuti d'arco rispetto alla verticale; queste forze sarebbero percepibili solo nei corpi di grandi pianeti si potrebbe apprezzare questo effetto|Isaac Newton, ''Philosophiae Naturalis Principia Mathematica'', 1687<ref>{{Cita|Newton, Chittenden, 1848|p. 528|Newton, Chittenden}}.</ref>|Nay, whole mountains will not be sufficient to produce any sensible effect. A mountain of an hemispherical figure, three miles high and six broad, will not, by its attraction, draw the pendulum two minutes out of the true perpendicular; and it is only in the great bodies of the planets that these forces are to be percieved|lingua=en}}
 
Il pessimismo di Newton era infondato: benché i suoi calcoli avessero suggerito una deviazione di meno di 2 [[Primo (geometria)|minuti d'arco]] (per una ipotetica montagna di tre miglia di altezza), questo angolo, anche se molto piccolo, si sarebbeavrebbe potuto rilevareessere rilevato con gli strumenti di misura dell'epoca<ref name="Sillitto">{{cita web|url=http://www.sillittopages.co.uk/schie/schie90.html|titolo=Maskelyne on Schiehallion: A Lecture to The Royal Philosophical Society of Glasgow|cognome=Sillitto|nome=R.M.|data=31 ottobre 1990|accesso=11 giugno 2014|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140919111945/http://www.sillittopages.co.uk/schie/schie90.html|dataarchivio=19 settembre 2014|urlmorto=no}}</ref>.
 
Un esperimento per validare l'idea di Newton, oltre a produrre ulteriori elementi di prova per la sua legge di gravitazione universale, sarebbe stato in grado di fornire stime della [[Massa (fisica)|massa]] e della densità della Terra. Dal momento che le masse degli oggetti astronomici erano conosciute solo in termini di rapporti relativi, la determinazione della massa della Terra sarebbe stata utile per fornire valori ragionevoli per gli altri pianeti, le loro [[satellite naturale|lune]] e il Sole<ref name="Lawrence">{{cita|Whipple 1968|pp.47-49|Whipple}}.</ref>. I dati avrebbero inoltre permesso di determinare il valore della costante gravitazionale <math>G</math> di Newton, anche se questo non era uno degli obiettivi iniziali degli sperimentatori: riferimenti a un valore di <math>G</math> non sarebbero apparsi nella letteratura scientifica fino a circa cento anni dopo, tanto da essere quasi qualificati come un [[anacronismo]]<ref>{{cita pubblicazione|cognome=Cornu|nome=A.|coautori=Baille, J. B.|anno=1873|titolo=Mutual determination of the constant of attraction and the mean density of the earth|rivista=Comptes rendus de l'Académie des sciences|volume=76|pp=954–958|lingua=en}}</ref>. Eppure si sarebbe rivelata la conseguenza più notevole, come ebbe a dire nel 1892 lo scienziato [[Charles Vernon Boys|Charles V. Boys]]: