Catherine Renaudin (personaggio): differenze tra le versioni

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Come pensano lei e i suoi compagni realisti, il generale Bonaparte nutre delle mire assolutistiche ed è per questo che devono toglierlo di mezzo. Infatti, dopo che è tornato vittorioso da [[Battaglia di Marengo|Marengo]], Georges Cadoudal, in combutta con i servizi segreti britannici, progetta di ucciderlo con la "macchina infernale", una bomba nascosta in un carretto pieno di paglia, e le manda due dei suoi uomini perché lo aiuti. È tutto fissato per la vigilia di [[Natale]], quando i coniugi Bonaparte assisteranno ad uno spettacolo che si tiene al teatro dell'[[Opéra National de Paris|Opera]]. Lei provvederà a lasciare il carretto a rue Saint-Nicaise, mentre loro, se tutto andrà come previsto, si dovranno occupare di avvertire immediatamente il messaggero del conte d'Artois. Inoltre, raccomanda di fare in modo che l'attentato sembri opera dei giacobini. Con questo, non solo manderanno Bonaparte all'altro mondo, ma Fouché, in quanto ministro della polizia, sarà costretto ad assumersene la responsabilità, perdendo così il posto. Il marito, che credeva al [[palazzo del Lussemburgo]], entrando nella sua stanza, si complimenta con lei, che ha intenzione di fare di casa sua un covo di cospiratori. Non intende denunciarla, però le fa notare che, se non agisce con un po' più di discrezione, lui potrebbe rimetterci e lei lo capisce questo.
Giunge la notte dell'attentato. La carrozza del primo console, giunta al luogo convenuto, si ferma, perché c'è un carretto fermo in mezzo alla strada, con una ragazza che non riesce più a farlo andare avanti. La ragazza è Catherine, travestita da popolana, con uno scialle in testa e la faccia sporca di carbone. Quando si allontana, dando l'impressione che si è arresa e va a chiamare qualcuno, un suo compagno, Saint-Régeant, da fuoco alla paglia, provocando uno scoppio tremendo. Bonaparte si salva, perché ha ordinato al cocchiere di prendere una via laterale, però ci sono stati dei feriti e un sacco di morti.
 
Il piano di Catherine per incastrare i suoi nemici procede alla perfezione. Infatti, alcuni giorni dopo, Bonaparte riprende ferocemente Fouché, ordinandogli di preparare una lista degli ex membri del club dei giacobini e fare arrestare immediatamente quei terroristi, altrimenti dovrà dimettersi seduta stante. Così, nel gennaio del [[1801]], centotrentadue repubblicani, arrestati a caso, vengono mandati in esilio nella lontana [[Isola del Diavolo|colonia penale]] della [[Guyana]] e da cui non torneranno mai più. A casa Castellane, Catherine brinda con lei perché, anche se l'attentato a Bonaparte è fallito, per loro fortuna sono riusciti a liberarsi di un gran numero di odiosi giacobini ed anche Cadoudal ne è molto contento. Bonaparte si è servito di questo complotto a suo vantaggio, approfittandone per sbarazzarsi della scomoda presenza dei giacobini. Ma un servo porta la terribile notizia che Cadoudal e il suo sottoposto Saint-Regeant sono stati arrestati. Pare che siano risaliti a loro tramite il venditore del carretto e che quasi ottanta esponenti realisti sono stati acciuffati da Fouché. I realisti di Parigi in pratica sono stati annientati. Madame de Castellane deve sbrigarsi a lasciare Parigi per riparare all'estero. L'odio di Catherine per Fouché aumenta a dismisura, visto che non vuole proprio saperne di togliersi dai piedi pur di mettere loro i bastoni tra le ruote. Madame de Castellane la avverte che rischia di essere arrestata anche lei, ma Catherine le dice di non preoccuparsi per lei e che riuscirà a cavarsela in qualche modo, nascondendosi all'ombra di suo marito. Neppure Fouché può nulla contro Madame de Talleyrand. Madame de Castellane è d'accordo e, se rimane a Parigi almeno lei, finché non avranno rovesciato la repubblica e restaurato la dinastia dei Borboni, continuano a lottare senza perdere le speranze. Cadoudal è stato espulso e si è rifugiato a [[Londra]].<ref>Volume 7 parte IV: capitolo 11.</ref>