Porta Pretoria (Aosta): differenze tra le versioni

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[[File:Porta pretoria Aosta1.jpg|thumb|Porta pretoriana]]
 
La '''Porta Pretoria''' (in [[Lingua latina|latino]] '''''Porta Prætoria''''', in [[Lingua francese|francese]], '''''Porte(s) prétorienne(s)''''') è la porta di ingresso orientale della città romana di ''Augusta Praetoria Salassorum'' (oggi [[Aosta]]).
 
== Storia ==
 
[[File:Porta Praetoria (2archi)- Aosta.jpg|thumb|left|La Porta Pretoria ad Aosta]]
 
[[Immagine:Porta Praetoria ad Aosta.jpg|thumb|La facciata principale della Porta Pretoriana]]
 
[[File:Plaque porte prétorienne AO.JPG|thumb|Targa in onore della porta pretoriana.]]
 
Costruita nel [[25 a.C.]], si trova tuttora in eccellente stato di conservazione ed è formata da due serie di archi - uno maggiore centrale e due minori laterali - che racchiudono una piazza d'armi. Su entrambi gli archi sono visibili i camminatoi delle sentinelle.
 
L'arco centrale, che misura circa 7 metri di luce, era destinato al passaggio dei carri, mentre i due laterali, larghi 2,65 metri, a quello dei pedoni. I tre varchi orientali erano un tempo chiusi da cancelli levatoi. Le due torri difensive a base rettangolare sono state rimaneggiate nel corso del tempo; quella settentrionale in modo più evidente, mentre quella meridionale conserva ancora intatte alcune caratteristiche architettoniche romane. Nel Medioevo venne costruita una cappella alla sommità dell'arco centrale orientale, menzionata sin dal [[XII secolo]], sotto la quale si trovava un forno per la cottura del pane. I segni scuri sulla pietra testimoniano ancora oggi della presenza di questo forno.
 
La Porta Pretoria è costituita da blocchi di pietra fissati con ardesia frantumata estratta dal fondale della [[Dora Baltea]] che nell'età romana ne era ricca.
 
Nel 2012 è stata avviata una campagna di scavi, che dovrebbe terminare nel 2013, per portare alla luce l'originale pavimentazione dell'epoca di costruzione, posta a circa 2,5 metri sotto l'attuale livello stradale.<ref>[http://www.aostaoggi.it/2012/febbraio/17febbraio/news25714.htm Articolo su AostaOggi]</ref>