Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio: differenze tra le versioni

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Nel [[VII secolo]] [[papa Teodoro I]] ([[642]]-[[649]]) trasferì a Santo Stefano Rotondo le [[Reliquia|reliquie]] dei santi martiri [[Santi Primo e Feliciano|Primo e Feliciano]]. Sul nuovo sepolcro dei martiri, collocato nel braccio nord-orientale, venne eretto un nuovo [[altare]], con un [[paliotto]] d'[[argento]], alle spalle del quale il muro esterno venne demolito per realizzarvi una piccola [[abside]].
 
Il [[catino absidale]] venne decorato da un [[mosaico]] a fondo d'oro, sul quale sono raffigurati i due santi ai lati di una grande croce gemmata, sormontata da un medaglione con il busto del Cristo; da un anello superiore si intravede il cielo stellato, con la mano di Dio che offre la corona del martirio. Il mosaico, uno dei pochi esempi di quest'epoca ad essersi conservato a Roma, fu probabilmente eseguito da un artista di origine [[Impero bizantino|bizantina]].
 
Nell'[[XI secolo]] la cappella fu ristretta con tramezzi per ospitare una sacrestia e un coro secondario e nel [[1586]] le pareti furono affrescate da [[Antonio Tempesta]] con le storie del martirio dei due santi. L'attuale altare si deve al [[1736]] ed è opera di [[Filippo Barigoni]].