Celle di San Vito: differenze tra le versioni
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{{vedi anche|Minoranza francoprovenzale in Puglia}}
Il comune costituisce insieme alla vicina [[Faeto]] la cosiddetta [[Minoranza francoprovenzale in Puglia|Daunia arpitana]], che è l'unica [[isola linguistica]] francoprovenzale dell'Italia peninsulare. L'impiego della lingua [[francoprovenzale]], originaria del versante francese delle Alpi, è attestato dal [[1566]], ma probabilmente risale alle incursioni angioine in Italia meridionale, risalenti al [[XIII secolo]]. Infatti tra la fine del 1274 e l'inizio del 1275, [[Carlo I d'Angiò|Carlo d' Angiò]] raccolse una comunità francoprovenzale all'interno della [[Fortezza svevo-angioina|Fortezza Svevo Angioina]] di [[Lucera]], in opposizione a quella saracena che viveva in città creata precedentemente da [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Forse fu proprio questa compresenza scomoda a spingere le circa 140 famiglie francoprovenzali ad abbandonare Lucera e a stabilirsi nell'alta valle del Celone, dove si accamparono tra i faggeti (Faeto) e nei vani abbandonati del convento di San Nicola, le ''cellette'', da cui il toponimo Celle.<ref>{{Cita libro|autore=Massimiliano Monaco|titolo=Lucera nella Storia e nell'Arte|anno=2009|editore=Crsec FG/30 - Lucera|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref>
L'impiego del francoprovenzale è stato di gran lunga prevalente sino al primo Novecento e sino agli [[anni 1980|anni ottanta]] vi erano alcuni abitanti monolingui. Oggi
La legge 482 del 15.12.1999, ha riconosciuto la tutela delle minoranze linguistiche presenti in Italia, fra le quali la minoranza francoprovenzale. L'amministrazione comunale di Celle di San Vito, con i finanziamenti previsti dalle legge, ha istituito lo Sportello Linguistico per la salvaguardia e conservazione del
== Amministrazione ==
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