Toccare ferro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 12:
==Tocco e ritocco==
Sul comportamento scaramantico di toccare un oggetto di ferro qualsiasi, anche se non fosse un ferro di cavallo, vi è testimonianza in una novella di [[Franco Sacchetti]] (1332-1400) ambientata nel XIV secolo a Firenze dove si apprende anche dell'uso [[apotropaico]] del "ritocco" da parte del superstizioso Lapaccio di Geri da Montelupo :
{{Quote|«''Quando uno gli avesse detto: "Il tale è morto", e avesselo ritocco con la mano, subito volea ritoccare lui; e se colui si fuggía, e non lo potea ritoccare, andava a ritoccare un altro che passasse per la via, e se non avesse potuto ritoccare qualche persona, averebbe ritocco o un cane, o una gatta; e se ciò non avesse trovato, nell'ultimo ritoccava il ferro del coltellino; e tanto ubbioso vivea che se subito, essendo stato tocco, per la maniera detta, non avesse ritocco altri, avea per certo di far quella morte che colui per cui era stato tocco, e tostamente''.» <ref>Franco Sacchetti, ''[[Il Trecentonovelle]] edizione critica a cura di Michelangelo Zaccarello, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2014, novella XLVIII</ref>}}.
 
==Toccare legno==