Finzione: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 18:
Con Benedetto Croce ci si domanda se in fondo anche la storia che dovrebbe essere narrazione di fatti reali non sia un fondo una finta rappresentazione della realtà tanto che questa disciplina potrebbe essere ricondotta ''sotto il concetto generale dell'arte'' <ref>B.Croce, ''La storia sotto il concetto generale dell'arte'', Bari 1919</ref>. Non c'è dubbio che gli storici romani della parte senatoria e quelli della parte imperiale furono autori di avvenimenti storici reali interpretati secondo un mondo fittizio di valori politici e morali contrastanti.
 
Nell'arte teatrale può essere considerato Luigi Pirandello il maggiore rappresentante di quella finzione che maschera e sovrasta in ogni individuo la reale personalità al punto che non esiste più poiché continuamente mutevole a seconda degli interlocutori con cui ci si confronta. <ref>[https://www.unipi.it/index.php/studenti/item/7062-il-riflesso-della-finzione-studi-su-filosofia-e-letteratura-tra-settecento-e-novecento ''Il riflesso della finzione. Studi su filosofia e letteratura'']</ref>
 
Il mondo dell'arte scenica offre chiaramente il valore della finzione da cui paradossalmente nascono sentimenti reali. Di fronte ai finti eventi rappresentati dalla tragedia o dalla commmedia i greci antichi si posero la questione se anche il pianto o il riso che provavano gli spettatori fossero finti o reali. Aristotele non dubita della realtà dei sentimenti che nella sua ''Poetica'' spiega con la [[catarsi]] intesa come reale liberatorio distacco dalle passioni tramite le forti vicende rappresentate sulla scena dalla tragedia.