Finzione: differenze tra le versioni

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Il dibattito tra realtà e finzione <ref>Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute nel testo della voce hanno come fonte [http://www.filosofia.rai.it/articoli/zettel-3-filosofia-in-movimento-finzione/21113/default.aspx ''Zettel.3 Filosofia in movimento - Finzione - Rai Filosofia'']</ref> si è avvalso di esempi che dimostravano come addirittura attraverso la finzione si potesse arrivare a dimostrare una verità indiscutibile. Questo è stato il caso di [[Cartesio]] che fingerà di credere che esista un genio maligno capace d'ingannarlo su tutto ma che non potrà togliergli la certezza che egli pensa di essere ingannato e se pensa allora esiste.
 
Il dibattito filosofico si è chiesto se dalla finzione può derivare una realtà quando come pensano i realisti tutto può essere considerato come reale. Certo nella narrazione letteraria, ad esempio, alcuni personaggi possono essere considerati come frutto di fantasia ma questo vuol dire che [[Madame Bovary]], descritta realisticamente da [[Gustave FlobertFlaubert]] sia meno reale della contemporanea figura storica di [[Luigi Filippo]]? Secondo Kendall Lewis Walton fingere non sempre vuol dire ingannare: nel leggere la storia di Madame Bovary mettiamo in atto un "coinvolgimento immaginativo" nel senso che facciamo finta che il personaggio sia reale senza intendere divoler ingannare alcuno.
[[File:Meinong.jpg|150px|thumb|Alexius Meinong]]
Nella sua ''Über Gegenstandstheorie'' ("Sulla Teoria degli Oggetti", (1904) e nei i suoi studi di [[logica deontica]], basati sulla teoria degli oggetti inesistenti [[Alexius Meinong]] (1853-1920) sostiene che sia possibile pensare ad un oggetto, quale la montagna d'oro, che pure non esiste come un oggetto reale nel mondo esterno ma ciò che può essere oggetto del conoscere non ha affatto bisogno di esistere: le figure di cui tratta la geometria ovviamente non esistono e tuttavia si possono verificare le loro proprietà (il loro essere cosìin quel modo).
 
A questa tesi si oppongono gli [[antirealismo|antirealisti]] o eliminativisti che sostengono invece che noi fingiamo che esistano gli enti, le metodologie o i concetti di qualsiasi scienza che invece debbono essere eliminati completamente su tutti i livelli (ontologico, epistemologico e concettuale), e di fatto accettati e studiati solo da una scienza "più fondamentale", mettendo da parte però ogni previa ipotesi. Dobbiamo quindi distinguere la [[semantica]], che tratta di oggetti di finzione parafrasati, dalla [[ontologia]] che deve stabilire l'essere, la realtà.
 
Con Benedetto Croce ci si domanda se in fondo anche la storia che dovrebbe essere narrazione di fatti reali non sia un fondo una finta rappresentazione della realtà tanto che questa disciplina potrebbe essere ricondotta ''sotto il concetto generale dell'arte'' <ref>B.Croce, ''La storia sotto il concetto generale dell'arte'', Bari 1919</ref>. Non c'è dubbio che gli storici romani della parte senatoria e quelli della parte imperiale furono autori di avvenimenti storici reali interpretati secondo un mondo fittizio di valori politici e morali contrastanti.