Giovanni Ferrari: differenze tra le versioni

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Nel 1925 fu segnalato da Carcano, neo-allenatore dell'[[FBC Internaples|Internaples]], ai dirigenti, che lo acquistarono per 5&nbsp;000 lire<ref name="Chiesagioc" />. L'interno fu decisivo nella [[Prima Divisione 1925-1926|stagione 1925-1926]], in cui l'ancora inesperta squadra [[Campania|campana]] raggiunse per la prima volta nella sua storia le finali di Lega Sud, poi perse contro l'[[Unione Sportiva Alba Audace|Alba]] di [[Roma]]<ref name="Bedeschi">{{cita web |cognome=Bedeschi |nome=Stefano |url=http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=72996 |titolo=Gli eroi in bianconero: Giovanni Ferrari |accesso=22 giugno 2013 |editore=Tuttojuve.com |data=6 dicembre 2012}}</ref>.
 
Considerato il successo della coppia, i dirigenti alessandrini, che uscivano da una difficile stagione in cui la squadra aveva rischiato la retrocessione, si convinsero a ingaggiare Carcano come allenatore per la stagione [[Divisione Nazionale 1926-1927|1926-1927]] e a riacquistare il diciottenne Ferrari sborsando 12&nbsp;000 lire, più del doppio di quando avevano ricavato l'anno prima dalla sua cessione<ref name="Chiesagioc" />. Lo sforzo economico fu ricompensato da ottime prestazioni in campionato e dalla vittoria dell'Alessandria in [[Coppa CONI]] (Ferrari segnò un gol nella finale di ritorno, contro il [[Associazione Sportiva Casale Calcio|Casale]])<ref>{{cita|Caligaris, ''Grig100''|p. 33}}</ref>; a dargli sicurezza durante gli spunti offensivi fu l'innesto di [[Luigi Bertolini]], chiamato da Carcano a coprirgli le spalle in mediana. Parte, scrisse [[Mario Ferretti]], «''di quella famosa linea attaccante che fu spauracchio – a quei tempi – d'ogni difesa: [[Renato Cattaneo (1903-1974)|Cattaneo]], Avalle, [[Elvio Banchero|Banchero]], Ferrari, [[Carlo Chierico|Chierico]]''»<ref>Mario Ferretti, ''Giovanni Ferrari maestro di palleggio'', da ''Corriere dello Sport'', 61 (I), 8 ottobre 1943, p. 1</ref>, nella stagione [[Divisione Nazionale 1927-1928|1927-1928]] Ferrari segnò 24 reti in 32 gare, sospingendo l'Alessandria verso la vittoria dello scudetto, mancata per questione di pochi punti<ref>{{cita|Boccassi Dericci|pp. 45, 48}}</ref>.
 
Sempre più frequentemente richiesto da grandi squadre, nel 1929 Ferrari rimase all'Alessandria poiché questa, non potendogli offrire un ingaggio migliore, scelse di promettergli la cessione gratuita per l'anno successivo, a patto di rimanere ancora per un campionato<ref name="Pennacchia79">{{cita|Pennacchia, ''Il Calcio in Italia''|pp. 79-80}}</ref>. Il torneo [[Serie A 1929-1930|1929-1930]] fu positivo per il ''club'' e grazie alla prolificità dell'interno, che segnò 19 reti e nel corso della stagione debuttò in Nazionale, si mantenne a lungo al vertice della classifica, per poi cedere posizioni nel corso del girone di ritorno. A quel punto la società fece un estremo tentativo per non svincolare il giocatore, escludendolo dai titolari delle ultime gare per scarso impegno e sperando così di poter venir meno ai patti<ref name="Pennacchia79" />; Ferrari giocò la sua ultima partita in maglia cinerina il 1º giugno 1930, a [[Udine]] ([[Unione Sportiva Triestina Calcio|Triestina]]-Alessandria 1-0)<ref>{{cita|Boccassi Dericci|p. 56}}</ref>; è a oggi il terzo marcatore nella storia dell'Alessandria<ref>{{cita|Boccassi Dericci|p. 298}}</ref>.