Offensiva Uman'-Botoșani: differenze tra le versioni
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=== Ai confini della Romania ===
In questa fase Stalin e lo Stavka intervennero nelle operazioni con nuove direttive per affrettare l'avanzata sia del generale Malinovskij, che, dopo aver attaccato il 6 marzo, aveva superato uno dopo l'altro l'[[Inhulec']], il [[Visun]], l'[[Inhul]], raggiunto a sua volta il Bug meridionale il 22 marzo, ora marciava su Odessa, sia del maresciallo Konev<ref>J. Erickson, ''The road to Berlin'', p. 185.</ref>. Quest'ultimo, secondo la nuova pianificazione della dirigenza politico-militare sovietica (come sempre eccessivamente ambiziosa nei suoi progetti e nei suoi obiettivi) doveva, a partire dalle teste di ponte sul Dnestr, avanzare contemporaneamente sia verso sud-e sud-ovest con il grosso delle sue forze (40ª, 27ª e 52ª Armata) per irrompere in [[Romania]] in collaborazione con Malinovskij; sia verso nord-ovest, facendo intervenire aliquote della 40ª Armata a [[Chotyn]], per collaborare con il maresciallo Žukov nell'accerchiamento della armata corazzata del generale Hube nell'area di [[
[[File:Bundesarchiv Bild 183-J24359, Rumänien, Kolonne von Panzer V (Panther).jpg|thumb|left|upright=1.4|Colonna di [[Panzer V Panther|Panther]] tedeschi in marcia sul fronte rumeno nell'aprile [[1944]].]]
Le armate di Konev, quindi, dopo la frenetica "offensiva nel fango" per centinaia di chilometri, diedero inizio all'ultima fase della travolgente avanzata, nonostante il loro indebolimento a causa delle perdite e delle enormi difficioltà logistiche (una parte dei rifornimenti dovettero essere trasportati da piccoli aerei da collegamento sovietici<ref name="A. Werth, p. 761"/>). Pur di fronte ad un irrigidimento della resistenza nemica, ora rafforzata anche dall'afflusso di importanti forze rumene, la sera del 25 marzo i sovietici raggiunsero anche il [[Prut]] e la frontiera rumena, superando per la prima volta nella guerra la vecchia frontiera sovietica precedente all'[[Operazione Barbarossa|invasione tedesca]]<ref>J. Erickson, ''The road to Berlin'', p. 185; G. Boffa, ''Storia dell'Unione Sovietica, vol. II'', p. 212.</ref> (l'evento fu salutato trionfalmente a [[Mosca (Russia)|Mosca]]<ref name="ReferenceA"/>).
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Furono i reparti della 52ª e 27ª armata a occupare l'area del fiume tra [[Lopatkina]] e [[Skljana]], a nord di [[Iași]]; nei giorni seguenti e agli inizi di aprile le forze del maresciallo si consolidarono sulle posizioni raggiunte, attraversarono anche il Prut su vasto fronte e progredirono verso Iași con le tre armate corazzate affiancate (6ª, 2ª e 5ª Armata corazzata della Guardia), mentre le armate dell'ala sinistra penetravano in [[Bessarabia]], occupando [[Dubăsari]], [[Orgejev]] e [[Skuljani]], e mantenendo il contatto con le forze del generale Malinovskij che, dopo aver liberato Mikolaïv il 28 marzo e Odessa il 10 aprile raggiunsero [[Grigoriopol]] e Dubăsari<ref>J.Erickson, ''The road to Berlin'', pp. 185-187.</ref>.
La manovra di [[Battaglia di Kam
Nonostante questo insuccesso nel settore del maresciallo Žukov, il ''2° Fronte Ucraino'' del maresciallo Konev continuò a progredire in territorio rumeno e nei primi giorni di aprile le sue armate dell'ala destra (7ª Armata della Guardia, 27ª e 40ª Armata) occuparono ancora [[Bălți]], [[Pașcani]], [[Suceava]] e soprattutto [[Botoșani]], attraversando dopo il Prut anche il [[Siret (fiume)|Seret]], e coronando con queste vittorie la lunga avanzata<ref>J.Erickson, ''The road to Berlin'', p. 187; E. Bauer, ''Storia controversa della seconda guerra mondiale, vol. VI'', pp. 76-77</ref>. Tuttavia, anche in questo settore, la resistenza nemica si era ormai rafforzata: i resti dell'8ª Armata del generale Wöhler e della 6ª Armata, appoggiate validamente da due nuove armate rumene, riuscirono a evitare la completa distruzione e organizzarono un nuovo solido schieramento difensivo che permise temporaneamente di bloccare ulteriori avanzate sovietiche in Romania ([[Battaglia di Târgu Frumos]]) e di mantenere un precario contatto con le armate tedesche dell'ala settentrionale nella regione di [[Kuty (Ucraina)|Kuty]] (15 aprile)<ref>E. Bauer, ''Storia controversa della seconda guerra mondiale, vol. VI'', pp. 76-77</ref>.
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