Ardesio: differenze tra le versioni

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Molti furono invece prosciolti dall'accusa di complicità, ma vennero comunque condannati per non aver rispettato i vari proclami emanati, tra questi i due sgherri Giacomo Schiavi e Girolamo Foresti uno ad un anno e il secondo a due mesi di stretto carcere per viltà, Salvino Trivelli di [[Gandellino]] e Santo Foresti di Clusone per disobbedienza al disarmo emanato dal comandante Vedel. Di Ardesio fu anche Pietro Fornoni che con il compagno Ventura Fornoni venne condannato e recluso per ''aver tenuto discorsi sediziosi in pubblico contro il repubblicano governo''<ref>{{cita testo|autore=Giulia Bana|titolo =Controrivoluzione a Clusone nel 1797: la vicenda di Luigi Bana|anno =2012}}</ref>.
 
Alla pena di un anno di ferri furono condannati gli ardesiani della frazione [[Bani (Ardesio)|Bani]], Antonio e Andrea Gaiti, Antonio e Giacomo Filisetti di anni 26 pure nativo di ''Ardese'', accusato di complicità del ''Taglio dell' Albero della Libertà'' a Clusone dinanzi alla Commissione Militare del Generale di Brigata [[Giuseppe La Hoz]] in una delle [[Palazzo della Ragione|sale del Comune]] di Bergamo il giorno ''tre Fruttidoro'' dell' Anno I della Repubblica Cisalpina, il 20 agosto 1797<ref>{{citalibrocita libro|autore=Baradello|titolo=Clusone nei nomi delle sue vie: cenni storici raccolti da Baradello|editore=D. Giudici|città=Clusone|anno=1905}}</ref>.
 
Nel [[1814]] subentrerà il governo austriaco.