Propaganda: differenze tra le versioni

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Bernays faceva sua la teoria dell'istinto già formulata da [[Wilfred Trotter|Trotter]]: «Gli individui e il gruppo sono guidati da un numero veramente basso di desideri, istinti ed emozioni fondamentali [...] Il sesso, l'istinto gregario, il desiderio di dirigere, gli istinti materni e paterni», argomenti sui quali l'esperto "può basare le sue proposte di vendita". Per arrivare al cuore del pubblico l'esperto deve abbandonare ogni tentativo di ragionare con esso, "le discussioni astratte e gli argomenti pesanti [...] non possono essere dati al pubblico se non previamente semplificati e drammatizzati"<ref>Bernays, ''Crystillizing Public Opinion'', pp. 170-171.</ref>
 
== Problematiche {{chiarire|attuali|quando?}} ==
Molti analisti sostengono che {{chiarire|negli ultimi decenni|quando?}} i [[Mezzo di comunicazione di massa|media]], oltre a "divertire, intrattenere e informare", abbiano avuto la funzione (il più delle volte implicita) di "imprimere negli individui valori, credenze e codici di comportamento atti a integrarli nelle strutture istituzionali della società di cui fanno parte". Funzione questa, assolutamente coerente con la precedente storia dell'uomo, nel corso della quale parte delle produzioni culturali e delle attività informative hanno da sempre svolto anche una funzione “propagandistica” (come già accennato sopra). Solitamente nella storia le varie società, caratterizzate da determinate strutture economiche, sociali e istituzionali, hanno avuto bisogno (e fatto sì) che i sistemi formativi e informativi non andassero a interferire con tali strutture; al contrario, sono stati chiamati a rafforzarle.
 
E questo è stato particolarmente evidente nei casi in cui le [[élite]] politiche ed economiche siano state in grado di controllare direttamente i [[mezzi di comunicazione]]. {{chiarire|Oggi|quando?}} si fa notare come i [[mezzo di comunicazione di massa|media]] siano generalmente espressione di grosse imprese economiche, controllate da forze orientate al mercato e al profitto, o del potere politico. Dunque, l'informazione fornita da quei media (che sono peraltro maggioritari) non potrà non risentire degli interessi di chi li finanzia e li controlla. Philip M. Taylor (docente di Comunicazioni Internazionali dell'Università di Leeds e uno dei maggiori studiosi viventi di propaganda), nella sua ''History of Propaganda'', scrive che in seguito all'estensione del diritto al voto e alle innovazioni tecnologiche nel campo delle comunicazioni, il [[XIX secolo]] ha assistito a "una costante crescita nel ruolo dell'[[opinione pubblica]], e nell'uso della propaganda da parte delle élite governative per influenzarla"<ref>Ibid., p. 158.</ref>.
{{Citazione|Il XX secolo è stato caratterizzato da tre sviluppi di grande importanza politica: la crescita della democrazia, la crescita del potere economico, e la crescita della propaganda per proteggere il potere economico dalla democrazia|Alex Carey, ''Taking the Risk out of Democracy: Corporate Propaganda versus Freedom and Liberty'', University of Illinois Press, 1997, p.19}}