Papa Leone III: differenze tra le versioni

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Irene l'Ateniana, fu la prima donna ad avere il pieno potere sull'[[Impero bizantino]] e, per rimarcare ciò, assunse anche il titolo imperiale maschile di ([[basileus|''basileus'' dei Romei]], cioè "imperatore dei Romani").
 
Il giorno dopo, al termine delle funzioni della notte di Natale a cui [[Carlo Magno]] stava partecipando nella [[Antica Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]], il papa gli pose sul capo una corona d'oro tra[[consacrazione|consacrandolo]] leimperatore acclamazionicristiano dele popolopronunciando presentequeste allaparole: cerimonia («A Carlo piissimo augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria!»). Carlo Magno ricevette il titolo secondo l'uso praticato a [[Costantinopoli]]<ref>Henri Pirenne, ''Maometto e Carlomagno'' [1937], Laterza, Roma-Bari 1984, pag. 223.</ref>, cioè mediante la ''acclamatio'' del popolo. Tuttora non è chiara la paternità dell'iniziativa<ref>Appare decisamente improbabile e fantasiosa la versione fornita dal ''Liber Pontificalis'', secondo la quale il papa avrebbe improvvisato la sua iniziativa, il popolo sarebbe stato ispirato da Dio nell'acclamazione unanime e corale, e Carlo Magno sarebbe rimasto sorpreso di quanto accadeva. E non è molto credibile neanche la versione fornita, in sostanziale accordo con quella del ''Liber Pontificalis'', da [[Eginardo]], biografo ufficiale di Carlo Magno, che riferisce del re contrariato dall'improvviso gesto del pontefice. Tuttora non è chiara la paternità dell'iniziativa</ref> (e il problema non appare risolvibile), i cui particolari sembra però probabile che siano stati definiti durante i colloqui riservati a [[Paderborn]] e, forse, anche dietro suggerimento di [[Alcuino di York|Alcuino]]: l'incoronazione poteva infatti essere il prezzo che il papa doveva pagare a Carlo per l'assoluzione dalle accuse che gli erano state rivolte. Secondo un'altra interpretazione (P. Brezzi), la paternità della proposta sarebbe da attribuire ad un'assemblea delle autorità romane, che fu comunque accolta (ma pare senza molto entusiasmo) sia da Carlo Magno che dal papa; in tal caso il pontefice sarebbe stato l'"esecutore" della volontà del popolo romano di cui era il vescovo. Occorre però precisare in proposito che le uniche fonti storiche sui fatti di quei giorni sono di estrazione franca ed ecclesiastica, e per ovvi motivi tendono entrambe a limitare o falsare l'interferenza del popolo romano nell'avvenimento<ref>P. Brezzi, ''op. cit.'', pp. 200 e segg.</ref>. È certo tuttavia che con l'atto d'incoronazione la Chiesa di Roma si presentava come l'unica autorità capace di legittimare il potere civile attribuendogli una funzione sacrale, ma è altrettanto vero che, di conseguenza, la posizione dell'imperatore diventava di guida anche negli affari interni della Chiesa, con un rafforzamento del ruolo teocratico del suo governo<ref>C. Rendina, ''op. cit.'', pp. 249 e segg.</ref>. E comunque bisogna riconoscere che con quel solo gesto Leone, per il resto figura non particolarmente eccelsa, legò indissolubilmente i Franchi a Roma, spezzò il legame con l'impero bizantino, che non era più l'unico erede dell'[[Impero romano]], esaudì forse le aspirazioni del popolo romano e stabilì il precedente storico dell'assoluta supremazia del papa sui poteri terreni<ref>P. Brezzi, ''op. cit.'', p. 202.</ref>. La nascita di un nuovo Impero d'Occidente non fu ben accolta dall'[[Impero bizantino|Impero d'Oriente]], che tuttavia non aveva i mezzi per intervenire. L'[[Irene (imperatrice)|imperatrice Irene]] dovette assistere impotente a ciò che stava avvenendo a Roma; ella si rifiutò sempre di accettare il titolo di imperatore a Carlo Magno, considerando l'incoronazione di Carlo Magno ad opera del papa un atto di usurpazione di potere.
 
Con l'occasione della visita a Roma il figlio di [[Carlo Magno|Carlo]], [[Pipino d'Italia|Pipino]], fu incoronato re d'Italia, e in tal modo la vecchia questione dei territori che avrebbero dovuto essere restituiti alla Chiesa, secondo l'impegno solennemente sottoscritto tra lo stesso Carlo Magno e da [[papa Adriano I]], e mai rispettato, continuò a rimanere in sospeso.