Guglielmo Pecori Giraldi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m rimosso wikilink a pagina cancellata
aggiunto materiale preparato durante il progetto "Adotta una voce di Wikipedia al Liceo Quadri" + rapida sistemazione della voce
Riga 43:
Nato da una nobile e antica famiglia di patrizi fiorentini nel 1856 dal conte Francesco e dalla nobildonna Maria Genta. <ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/guglielmo-pecori-giraldi_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=PECORI GIRALDI, Guglielmo}}</ref>
 
Formatosi all'accademia militare di [[Torino]], ne uscì nel [[1877]] col grado di [[sottotenente]], servendo quindi in diversi reparti di artiglieria. Successivamente venne promosso a capitano <ref name=passarin />
 
Dopo essere entrato nel corpo di Stato Maggiore nel 1887, fu inviato presso il comando delle truppe d' Africa<ref name=passarin />. In [[Eritrea]] prese parte alla [[Campagna d'Africa Orientale]] ([[1896]]-[[1897]]), ottenendo poi il comando delle truppe [[eritrea|eritree]]. Qui (con la spedizione di [[Alessandro Asinari di San Marzano]]) portò le tecnologie innovative che aveva imparato a Parigi (es. gli aerostati da cui si procedeva all'osservazione del campo, le fotoelettriche per la difesa notturna, i telegrafi ottici e le mitragliatrici Montigny Cristophe dotate di 31 canne) e le adattò alla situazione, portando avanti le truppe fino sorprendere le forze nemiche sul loro campo<ref name=passarin >{{cita|Passarin, ''Guglielmo Pecori-Giraldi, l'archivio''||Passarin}}</ref>.
Fu in [[Eritrea]] già nel [[1887]], prendendo parte alla [[Campagna d'Africa Orientale]] ([[1896]]-[[1897]]), ottenendo poi il comando delle truppe [[eritrea|eritree]].
Tornò in patria nell'aprile 1889, per poi essere promosso Maggiore nel 1891. Venne poi mandato in [[Alsazia-Lorena]] e a [[Salisburgo]], per poi tornare nel 1895 in Italia dove divenne colonnello di Stato maggiore nel 1898<ref name=passarin />. Nel [[1900]] fu nominato [[Capo di Stato Maggiore]] dell'VIII Corpo d'armata.
Divenne poi comandante del corpo delle truppe coloniali dell'Eritrea, assumendo nello stesso momento anche il comando della colonia come Commissario civile.<ref name=passarin />
NelTornato [[1900]]in fuItalia, nominatodal [[Capo12 diluglio Stato1911 Maggiore]]divenne dell'VIIIcapo Corpodella d'armata.divisione PartecipòMessina<ref name=passarin /> e partecipò poi alla [[Guerra italo-turca]] guidando le operazioni per la [[Battaglia di Ain Zara|conquista dell'oasi di Ain Zara]]. L'occupazione dell'oasi permise di allentare la stretta ottomana sulla città di Tripoli e permise di espandere l'occupazione italiana anche a tutte le oasi della cintura tripolina.
 
Durante la Grande Guerra, grazie al generale [[primaLuigi guerraCadorna]] mondialeche aveva grande stima di lui, comandò la 27° divisione (che comprendeva le brigate di [[Benevento]] fue dapprimadella al[[Campania]])<ref comandoname=passarin del/>. VIIDopo Corpoaver vinto la Battaglia dell’[[Isonzo]] con questa d'armata;, fu promosso comandante della 7ª<ref name=passarin /> e, dopo essere stato insignito nel maggio [[1916]] dell'onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia, fu a capo della I armata schierata sul fronte degli Altipiani sino al termine del conflitto.
Nel [[1900]] fu nominato [[Capo di Stato Maggiore]] dell'VIII Corpo d'armata. Partecipò poi alla [[Guerra italo-turca]] guidando le operazioni per la [[Battaglia di Ain Zara|conquista dell'oasi di Ain Zara]]. L'occupazione dell'oasi permise di allentare la stretta ottomana sulla città di Tripoli e permise di espandere l'occupazione italiana anche a tutte le oasi della cintura tripolina.
 
Dopo la guerra, dal 3 novembre 1918 al 20 luglio 1919 governò la cosiddetta “Venezia tridentina” ([[Trentino]], [[Alto Adige]] e [[Ampezzano]]) e venne successivamente sostituito da Luigi Credaro<ref name=passarin />. Il 19 maggio [[1919]] fu insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia. Sempre nel 1919 venne nominato Generale d’esercito, venne chiamato al Senato del Regno e 4 anni dopo, nel 1923, fu eletto vice presidente del consiglio dell’Esercito<ref name=passarin />.
Durante la [[prima guerra mondiale]] fu dapprima al comando del VII Corpo d'armata; dopo essere stato insignito nel maggio [[1916]] dell'onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia, fu a capo della I armata schierata sul fronte degli Altipiani sino al termine del conflitto.
Il 25 giugno [[1926]] fu nominato da [[Benito Mussolini|Mussolini]] [[Maresciallo d'Italia]]. Nel 1926 ritornò a capo del Trentino, e poi nel 1932 gli venne chiesto per due volte di iscriversi al [[Partito Nazionale Fascista]], offerta che declinò due volte<ref name=passarin />.
 
Il 3 novembre [[1918]] entrò a [[Trento]]. Da allora e fino al 20 luglio [[1919]] fu il governatore militare della [[Venezia Tridentina]]. Il 19 maggio [[1919]] fu insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia.
 
Il 25 giugno [[1926]] fu nominato da [[Benito Mussolini|Mussolini]] [[Maresciallo d'Italia]].
[[File:Tito Chini, affreschi nel sacello Ossario del Pasubio dove è ritratto Guglielmo Pecori Giraldi.jpg|miniatura|Tito Chini, affreschi nel sacello Ossario del Pasubio dove è ritratto Guglielmo Pecori Giraldi]]
Fu Presidente del Consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Firenze.
Morì a Firenze nel [[1941]]<ref>''Il Bargello'', settimanale del fascio di Firenze, 23 febbraio 1941, Anno XIII n° 17, XIX Era Fascista, sezione Corriere del Mugello.</ref>, e fu sepolto all'[[Ossario del Pasubio]] per suo volere, insieme ai suoi soldati che caddero durante le cruente battaglie della Prima guerra mondiale. [[Vicenza]] si onora di avere all'interno del [[Museo del Risorgimento e della Resistenza (Vicenza)|Museo del Risorgimento]], la raccolta di suoi documenti come lascito<ref>L'inserto del quotidiano "Libero" di domenica 10 agosto 2014 "''Grande guerra, piccoli generali''" parla del Gen. Pecori Giraldi in termini molto diversi dalla biografia enciclopedica che precede. Così AAVV a pag. 114 e ss.: "Il generale Guglielmo Pecori Giraldi non frequentava le prime linee. Gli sembravano umide, malsane e frequentate da brutta gente: A villa Clementi, che aveva scelto come sede del suo comando, non si trovava una cartina topografica ma non mancava il bagno in maiolica con una vasca a livello terra dove si accedeva con una scaletta in ottone cromato. Non si sa cosa ci stesse a fare nell'esercito. In Libia era stato battuto dai turchi a Bir Tobras e, in seguito alla sconfitta, congedato di autorità. Lo richiamarono quando scoppiò la prima guerra mondiale e lui rivestì la divisa con l'impegno di non fare assolutamente nulla. Doveva arrivare alla pensione e questo doveva bastare. Non usciva mai dal comando da dove, peraltro, non si azzardava a comandare... ".</ref>.
 
Oggi la villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo ospita il Museo Chini legato alla Manifattura fiorentina "Arte della Ceramica" e alla manifattura borghigiana "Fornaci San Lorenzo" guidata prima da [[Galileo Chini]] e successivamente dal 1925 da [[Tito Chini]]. Sempre a Borgo San Lorenzo (FI), fu presidente della Società Mugellana di Studi Storici, istituita nel 1925 con l’intento di promuovere scavi archeologici e salvaguardare il patrimonio locale, con la creazione di un museo storico artistico regionale, e con la ricostruzione storica del contributo dato dal Mugello al Risorgimento Nazionale.<ref>F. Niccolai, Fondazione della Società Mugellana di Studi Storici, in “Il Messaggero del Mugello”, 1 marzo n° 9.</ref>
[[File:Tito Chini, Stanza del sindaco, decorazione.jpg|alt=Decorazioni di Tito Chini nella Sala del Podestà con gli uomini illustri del Mugello|miniatura|Decorazioni di Tito Chini nella Sala del Podestà con gli uomini illustri del Mugello, tra cui figura come unico vivente Guglielmo Pecori Giraldi.]]
 
== Spada d'onore ==
[[Galileo Chini]] nel 1919 fornì il progetto per l’impugnatura della “spada d’onore” custodita nel Museo civico di [[Vicenza]] che fu offerta al generale Pecori Giraldi in segno di ammirazione per la sua opera.
Nel decoro dell’elsa erano impresse le figure simboliche di [[Ercole]], di Trento e di Trieste avviluppate queste due dal serpente della schiavitù, con in mezzo la testa di [[Medusa (mitologia)|Medusa]].[[File:Spada d'onore offerta a Pecori Giraldi1919.jpg|thumb|Spada d'Onore offerta a Guglielmo Pecori Giraldi]]
Line 66 ⟶ 70:
<ref>''L’offerta della spada a S. E. Pecori- Giraldi'', in “Il Messaggero del Mugello”, 4 giugno 1922, n° 22; ''Il Mugello onora in Borgo S. Lorenzo il Generale Pecori-Giraldi'', in “Il Messaggero del Mugello”, 11 giugno 1922, n° 23.</ref>
 
== Fondazione "3 novembre 1918" ==
La “Fondazione 3 Novembrenovembre 1918”, voluta da Guglielmo Pecori Giraldi e dedicata alla memoria dei caduti della Grande Guerra, eresse il Sacello-Ossario sul Monte Pasubio, la cui decorazione pittorica interna fu affidata a [[Tito Chini]] il quale decorò anche gli Ossari di guerra di Treviso, Schio, Verona, Trento e il Tempio-Ossario di Bassano del Grappa.<ref>Per dettagliate informazioni riguardo alle decorazioni interne realizzate da Tito Chini vedi: ''L’Ossario sul Pasubio'', in “Il Messaggero del Mugello”, 14 novembre 1926, n° 45. Vedi: Inaugurazione del Sacello Ossario sul Pasubio, in “Il Messaggero del Mugello”, 8 agosto 1926, n° 31; Sul Pasubio, in “Il Messaggero del Mugello”. 29 agosto 1926, n° 34; Ossario sul Pasubio, in “Il Messaggero del Mugello”, 5 settembre 1926, n° 35.</ref>
 
L’inaugurazione dell'[[Ossario del Pasubio]] avvenne il 29 agosto 1926 alla presenza del re, e da allora fino ad oggi, si ripete il pellegrinaggio annuale in onore e in memoria della I''<sup>a</sup>'' Armata.
Guglielmo Pecori Giraldi aveva espresso il desiderio di essere sepolto con i suoi soldati e infatti questo accadde il 19 luglio del 1953 quando la salma del generale fu traslata al Pasubio dalla cappella gentilizia della famiglia Pecori Giraldi nella Villa Rimorelli a [[Borgo San Lorenzo]], dove era stata custodita per dodici anni.<ref>Elisa Marianini ''La memoria dei caduti della Grande Guerra in Mugello - una ferita salvata dalla bellezza'', p. 27, Edizione Noferini, Borgo San Lorenzo (FI), 2015.</ref>
 
Oggi la villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo ospita il [http://www.museochini.it/ Museo Chini] legato alla Manifattura fiorentina "Arte della Ceramica" e alla manifattura borghigiana "Fornaci San Lorenzo" guidata prima da [[Galileo Chini]] e successivamente dal 1925 da [[Tito Chini]].
 
Sempre a Borgo San Lorenzo (FI), fu presidente della Società Mugellana di Studi Storici, istituita nel 1925 con l’intento di promuovere scavi archeologici e salvaguardare il patrimonio locale, con la creazione di un museo storico artistico regionale, e con la ricostruzione storica del contributo dato dal Mugello al Risorgimento Nazionale.<ref>F. Niccolai, Fondazione della Società Mugellana di Studi Storici, in “Il Messaggero del Mugello”, 1 marzo n° 9.</ref>
[[File:Tito Chini, Stanza del sindaco, decorazione.jpg|alt=Decorazioni di Tito Chini nella Sala del Podestà con gli uomini illustri del Mugello|miniatura|Decorazioni di Tito Chini nella Sala del Podestà con gli uomini illustri del Mugello, tra cui figura come unico vivente Guglielmo Pecori Giraldi.]]
 
==Curiosità==
Riga 178:
* ''Le opere e i giorni - Vicende storiche, lavoro, vita quotidiana di una banca nel suo territorio'', 1999, Edizioni Polistampa, Storia della Cassa di Risparmio nel suo 170º anniversario dalla Fondazione avvenuta nel 1829.
* ''In morte di Guglielmo Pecori Giraldi Maresciallo d’Italia'', in “Firenze agricola”, febbraio-marzo 1941-XIX, anno XIV, nº 2-3.
* {{Bibliografia|Passarin|Mauro Passarin, ''Guglielmo Pecori-Giraldi, l'archivio'', Comune di Vicenza, 1990}}
 
 
== Voci correlate ==
Line 190 ⟶ 192:
* [http://www405.regione.toscana.it/ImageViewer/servlet/ImageViewer?idr=TECA00000252695&keyworks=messaggero%20del%20mugello Emeroteca digitale Il Messaggero del Mugello]
* [http://www.tramtreniealtro.com/Prima%20Guerra%20Mondiale/Museo%20Pasubio/index.htm Museo della Prima Armata Ossario del Pasubio Vicenza]
* [http://www.museochini.it/ Museo Chini]
 
{{Controllo di autorità}}