Aleksandr Sergeevič Puškin: differenze tra le versioni

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=== Le origini ===
[[File:Sergey Lvovich Pushkin.jpg|thumb|left|upright=0.7|Il padre Sergej L'vovič]]
Puškin nacque a [[Mosca (Russia)|Mosca]] il 6 giugno (il 26 maggio secondo l'allora [[calendario Giuliano]]) del [[1799]]. Il padre, Sergej L'vovič Puškin ([[1767]]-[[1848]]), era un [[maggiore]] in congedo, appartenente ad un'antichissima [[Nobiltà russa|famiglia aristocratica russa]], mentre la madre, Nadežda Osipovna Gannibalova ([[1775]]-[[1836]]), era la figlia di Osip Abramovič Gannibal (un gentiluomo, a sua volta figlio del [[Russkaja imperatorskaja armija|maggior generale russo]] di origine [[Africa|africana]], Ethiopia [[Abram Petrovič Gannibal]] - a cui Puškin dedicherà l'incompiuto [[romanzo storico]] ''[[Il negro di Pietro il Grande]]'' - e della di lui seconda consorte Christina Regina Siöberg, una [[dama]] [[Russia|russa]] appartenente ad una nobile famiglia di origini in parte [[Scandinavia|scandinave]] e [[Germania|tedesche]]) e di Marija Aleksejevna, una nobildonna [[Russi|russa]].
[[File:Nadezhda Osipovna Pushkina.jpg|thumb|upright=0.7|La madre Nadežda Osipovna]]
Il futuro poeta venne alla luce in casa Skorcov - dove i Puškin, ridotti in ristrettezze economiche, vivevano -, sulla Molčanovka, all'attuale numero 10 di via Bauman.<ref>J. M. Lotman, ''Puškin'', Milano 2012, p. 9; la casa fu poi demolita.</ref> Il padre era un uomo dedito alla mondanità e molto avaro; [[Pëtr Andreevič Vjazemskij]], amico di Aleksandr, ne avrebbe tracciato una descrizione corredata da un aneddoto: « Egli era avaro sia con se stesso che con i familiari. Un giorno, durante il pranzo, suo figlio Lev ruppe un bicchiere. Il padre avvampò e per tutto il pranzo continuò a brontolare. "Ma come si può prendersela tanto per un bicchiere che costerà venti copeche", disse Lev. "La prego di scusarmi, signore, non venti, ma trentacinque copeche!" ».<ref>P. A. Vjazemskij, ''Staraja zapisnaja knižka'', Leningrad, Izdatel'stvo pisatelej, 1929, p. 14.</ref> Molto mondana era anche la madre, una donna « dispotica e capricciosa ».<ref>S. Vitale, ''Introduzione'' a A. Puškin, ''La figlia del capitano e altri racconti'', Milano, Garzanti, 1973, p. VII.</ref>