Torso Gaddi: differenze tra le versioni

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L'opera, probabilmente un frammento di [[centauro]], fu in tutta probabilità scavata a Roma e, stando a una possibile menzione di [[Vasari]], appartenuta a [[Lorenzo Ghiberti]], i cui discendenti la cedettero poi a [[Giovanni Gaddi]], Cherico di Camera del papa.
 
Opera ben nota nel Cinquecento, fu amata dagli artisti, che ne copiarono spesso la possente muscolatura e la posa "inclinata"; la citarono ad esempio lo stesso Ghiberti nel suo ''[[Sacrificio di Isacco (Ghiberti)|Sacrificio di Isacco]]'', il [[Rosso Fiorentino]] nel ''[[Cristo morto compianto da quattro angeli]]'', o da [[Amico Aspertini]] nell<nowiki>'</nowiki>''[[Adorazione dei pastori (Aspertini)|Adorazione dei pastori]]'', ma dovette ispirare anche il giovane [[Michelangelo Buonarroti]] e, più tardi, [[Rubens]]. All'epoca si credeva che rappresentasse il torso di un satiro. Similmente al [[torso di Belvedere]], l'opera non fu mai integrata da aggiunte e restauri successivi.
 
Nel [[1778]] fu acquistato dal [[Granduca Pietro Leopoldo]] che lo destinò alle Gallerie fiorentine.