Comune di Parigi: differenze tra le versioni

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== I giudizi storici sulla Comune ==
[[File:Maxime Du Camp.jpg|thumb|upright|Maxime du Camp]]
Tutta la letteratura conservatrice e liberale del tempo, da [[Maxime Du Camp]]<ref>M. du Camp, ''Les convulsions de Paris'', 4 voll., 1878-1880.</ref> ad [[Arsène Houssaye]],<ref>A. Houssaye, ''Le chien pmonopoliopronunzia0erduperdu et la femme fusillée'', 1872.</ref> da Maurice Montégut<ref>M. Montégut, ''Le Mur. Mars, avril, mai 1871'', 1892.</ref> a [[Paul de Saint-Victor]],<ref>P. de Saint-Victor, ''Barbares et bandits: la Prusse et la Commune'', 1871.</ref> da [[Élémir Bourges]]<ref>É. Bourges, ''Les oiseaux s'envolent et les fleurs tombent'', 1893.</ref> a [[Théophile Gautier]]<ref>Th. Gautier, ''Tableaux de siège. Paris 1870-1871'', 1872.</ref> e a Edgar Rodriguès,<ref>E. Rodriguès, ''Le carnaval rouge'', 1872.</ref> rappresenta i comunardi come una massa di assassini, banditi, scellerati, incendiari, pazzi, alcolizzati, depravati, oziosi. Non sfugge a questa visione neanche la recente ''Nouvelle histoire de Paris'' di Stéphane Rials.<ref>W. Serman, cit., pp. 541-548.</ref> Si aggiungono le tesi dell'intrigo prussiano, di cui i comunardi sarebbero stati agenti, quella del complotto internazionalista - sanzionate ufficialmente dalla legge [[Jules-Armand Dufaure|Dufaure]] - e le accuse alla [[massoneria]].<ref>W. Serman, cit., pp. 549-550.</ref>
 
Le istituzioni democratiche vennero prese di mira. [[Gustave Flaubert]], commentando nell'aprile del 1871 l'esperienza in corso della Comune, scriveva a [[George Sand]] di considerarla « l'ultima manifestazione del medioevo ». Dichiarando di odiare la [[democrazia]] che è, secondo lui, « la negazione del diritto », si augurava per la Francia « un governo di [[Mandarino (funzionario)|mandarini]] [...] un'aristocrazia legittima », dal momento che « il popolo è un eterno minorenne ».<ref>G. Flaubert a G. Sand, 29 aprile 1871.</ref> E se la prendeva con l'istruzione: « Il sogno della democrazia è di elevare il proletario al livello di stupidità del borghese »,<ref>G. Flaubert a George Sand, 8 settembre 1871.</ref> così che « l'istruzione pubblica non farà che aumentare il numero degli imbecilli [...] l'istruzione primaria ci ha dato la Comune ». Quanto al suffragio universale, esso « è più stupido del diritto divino ».<ref>G. Flaubert a G. Sand, 7 ottobre 1871.</ref>