Talete: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Scuola di Mileto}}
[[File:Aristoteles Louvre.jpg|thumb|Aristotele]]
====Acqua principio di vita====
Aristotele, parlando delle dottrine dei [[Naturalismo (filosofia)|naturalisti]] (che egli considera i primi filosofi<ref>{{cita|Biondi|p. 193}}.</ref>) a proposito dei principi delle cose, osserva che essi riconoscevano solo principi materiali: ciò che costituisce tutti gli esseri non si genera e non si distrugge ma si conserva per sempre (la sostanza si conserva ma si modifica). Questo principio (ἀρχή, ''[[archè]]'') non era però lo stesso per tutti costoro: per Talete, in particolare, tale principio era l'acqua poiché egli, secondo Aristotele, notò che il nutrimento di tutte le cose è umido, che i semi hanno una natura umida e che il caldo è umido; poiché l'acqua è alla base delle cose umide, l'acqua è il principio di tutte le cose<ref>{{cita|Aristotele, ''Metafisica''|A 3 983 b 6 segg.}}; Teofrasto citato da Simplicio in 11 A 13 {{cita|Diels-Kranz}}. Nello stesso passo della ''Metafisica'', Aristotele collega questa concezione con quella, ancora più antica, che poneva [[Oceano (divinità)|Oceano]] e [[Teti (titanide)|Teti]] come generatori di tutte le cose.</ref>. Anche se Aristotele usa termini non ancora applicati ai tempi di Talete e dei Milesi (come "sostrato" ed "elemento"), la parola "archè" probabilmente era già usata con il significato di "principio", inteso come "inizio" e "causa che dà origine": per Talete tutte le cose erano acqua (archè) e tutte le cose sono ancora acqua nonostante le loro mutazioni, poiché essa rimane la stessa sostanza (archè o ''[[physis]]'', "natura")<ref>{{cita|Guthrie|p. 57}}. Per {{cita|Severino|II, 2, 3, pp. 36-37}}, «''Il concetto di "acqua" non è pertanto in grado di contenere ciò che già Talete intende pensare mediante esso: pensa ciò che vi è di identico in ogni diverso, e questa identità la esprime con un termine che indica pur sempre - nonostante ogni intenzione contraria - una cosa diversa dalle altre e quindi particolare, limitata. ''"Un diverso''" - ossia una cosa particolare e limitata che, in quanto tale, differisce dalle altre - «''non può essere ciò che vi è di identico in ogni diverso''».</ref>. Egli sarebbe quindi stato il primo, tra quelli di cui ci siano giunte notizie, a chiedersi di cosa sono fatte le cose o qual è la loro origine<ref>{{cita|McKirahan|p. 29}}.</ref>.
 
====Influenze del pensiero orientale====
[[File:Nun and Naunet.jpg|thumb|left|[[Nun (mitologia)|Nun]] in geroglifici:<hiero>W6*W6*W6:pt-n:n:n-A40</hiero>.]]
Talete potrebbe aver scelto l'acqua come archè influenzato dalle culture egizie e babilonesi<ref>{{cita|Kirk-Raven-Schofield|pp. 91-92}}.</ref>, per le quali i fiumi avevano grande importanza e con le quali Talete avrebbe avuto vari contatti secondo alcuni antichi autori<ref>{{cita|Guthrie|p. 58}}. L'origine egizia è ricordata da Simplicio in 11 A 14 {{cita|Diels-Kranz}}. Secondo Plutarco, ''De Iside et Osiride'', 34 = {{cita|Moralia|365 c-d}}, anche Omero avrebbe imparato in Egitto che l'acqua è il principio di tutte le cose.</ref>. Per gli Egizi, in particolare, la terra avrebbe avuto origine dalle acque, identificate con [[Nun (mitologia)|Nun]], che inizialmente ricoprivano tutto, ma poi si ritrassero sotto la terra e sopra il cielo<ref>{{cita|Guthrie|p. 59}}; {{cita|Kirk-Raven-Schofield|p. 92}}; {{cita|Gomperz|I, I, 1, II}}.</ref>. Anche se non tutti i critici moderni accettano come storiche le notizie dei viaggi di Talete in Egitto e nel Vicino oriente, egli nello stabilire l'acqua come archè potrebbe comunque essere stato influenzato dalle idee diffuse nei popoli vicini a proposito dell'acqua come origine della vita e dell'"umido" come elemento caratteristico della vita<ref>{{cita|Guthrie|p. 62}}.</ref>. La scelta dell'acqua potrebbe però essere legata alla semplice osservazione: senza ricorrere a strumenti che al tempo di Talete non esistevano, essa è infatti l'unico elemento che in base alla temperatura si trasforma in solido, liquido o gassoso e che quindi cambia forma pur conservandosi nella sostanza<ref>{{cita|Guthrie|p. 61}}.</ref>.
====Il galleggiamento della Terra====
 
L'importanza dell'acqua è evidente anche in un altro concetto attribuito a Talete e riportato da Aristotele, secondo il quale la Terra poggia sull'acqua e vi galleggia come un pezzo di legno<ref>{{cita|Aristotele, ''De caelo''|294 a 28}}.</ref>. Aristotele la critica partendo dall'esperienza che un pezzetto di terra affonda in acqua, perciò sostiene che non è possibile che l'intera Terra possa galleggiare sull'acqua<ref>{{cita|Aristotele, ''De caelo''|294 b}}; {{cita|Heyd|p. 490}}. Secondo {{cita|O'Grady|p. 93}}, Aristotele avrebbe confuso il significato di γῆ (Terra nel suo complesso ma anche terra come opposta al mare) perché, secondo la studiosa, Talete avrebbe inteso che non è la Terra nel suo insieme a galleggiare sull'acqua ma solo parti di essa, come isole.</ref>. Non è chiaro come Talete ritenesse possibile che la Terra poggi sull'acqua senza affondare: è stato proposto che immaginasse la Terra come un disco impermeabile, con numerose cavità contenenti aria e abbastanza grande da spostare una sufficiente quantità d'acqua che permettesse il galleggiamento (sebbene il [[principio di Archimede]] non fosse ancora noto)<ref>{{cita|Heyd|pp. 492-494}}, con discussione delle varie problematiche connesse al galleggiamento. Lo stesso {{cita|Heyd|pp. 494-495}}, rileva che l'idea che la Terra contenesse cavità piene d'aria era piuttosto diffusa nell'antica Grecia per spiegare alcuni fenomeni naturali.</ref>. L'acqua, muovendosi, avrebbe trasmesso il suo moto al disco della Terra, provocando i terremoti<ref>[[Lucio Anneo Seneca|Seneca]], ''Questioni naturali'', III, 14. {{cita|McKirahan|p. 29}} nota che in questo modo Talete ruppe con la tradizione che identificava nel volere di Poseidone la causa dei terremoti.</ref>. Talete potrebbe aver immaginato la posizione della Terra come nella successiva mappa di [[Ecateo di Mileto]], in cui la Terra è circondata dalle acque ed è protetta da una sorta di cupola che contiene il cielo e le stelle<ref>{{cita|Heyd|p. 497}}.</ref>. Alcuni studiosi hanno collegato strettamente le due affermazioni di Talete sull'acqua: Talete potrebbe aver inteso che tutte le cose hanno origine nella profondità e, poiché la Terra poggia sull'acqua, l'acqua sarebbe all'origine di tutte le cose<ref>{{cita|Heyd|p. 505}}.</ref>.
====L'anima====
 
[[File:Stoa in the Agora of Miletus,Turkey.jpg|thumb|right|Il portico (''[[stoà]]'') dell'agorà di [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]].]]
L'acqua e l'aria (che secondo Anassimene era il principio<ref>{{cita|Diogene Laerzio|II, 3}}.</ref>) per i Milesi sono sostanze vive, in grado di modificarsi e di essere esse stesse le cause di queste modifiche: ai loro occhi esse potevano costituire l'archè, cioè il principio, senza che ci fosse bisogno di introdurre il dualismo di materia e vita (o spirito) o di individuare una causa prima e una causa seconda, come fa Aristotele<ref>{{cita|Aristotele, ''Metafisica''|A 984 a 21}}.</ref> nel criticare i Milesi<ref>{{cita|Guthrie|pp. 63-64}}.</ref>. Per questo, non essendo concepibile questa separazione, alcuni studiosi sostengono che i Milesi possano essere considerati dei [[Monismo|monisti]] ma non dei "materialisti"<ref>{{cita|Guthrie|pp. 64-65}}.</ref>. Per essere in grado di muovere e produrre cambiamento, questo principio doveva essere della stessa natura dell'anima (''[[psyché]]'')<ref>{{cita|Guthrie|p. 67}}.</ref>: un altro concetto attribuito a Talete, infatti, è che l'anima, che forse riteneva immortale<ref name=DL1-24 />, sia la forza che muove le cose, come nel caso del magnete, la cui anima fa muovere, cioè attira, il ferro<ref>{{cita|Aristotele, ''De anima''|A 2 405 a 19}}. Secondo {{cita|Diogene Laerzio|I, 24}}, la notizia era riferita anche da [[Ippia di Elide|Ippia]].</ref>, e nel caso dell'ambra, che acquista proprietà magnetiche quando viene strofinata<ref name=DL1-24>{{cita|Diogene Laerzio|I, 24}}.</ref>. Talete, non distinguendo tra cose animate e cose inanimate<ref name=DL1-24 />, potrebbe essere stato influenzato da concezioni animiste più antiche, perché gli è attribuito anche il detto che "tutto è pieno di dèi"<ref>{{cita|Aristotele, ''De anima''|A 5 411 a 7}}. Anche Platone (''Leggi'', 899 b) ricorda questa frase ma non ne specifica l'autore.</ref>, cioè che il mondo è in un certo senso vivo e sottoposto a cambiamento (per questa sua dottrina si è parlato di [[ilozoismo]] di Talete)<ref>{{cita|Kirk-Raven-Schofield|pp. 97-98}}. Per {{cita|McKirahan|p. 31}}, Talete avrebbe considerato divina l'acqua perché, come gli dèi, non ha origine né fine; perciò, poiché l'acqua è il principio di tutto, tutto è pieno del divino.</ref>; tuttavia egli fece un passo avanti, perché basò queste idee sulle osservazioni di fenomeni, all'epoca non spiegabili, che producevano il moto, senza ricorrere a spiegazioni mitologiche o teologiche<ref>{{cita|Guthrie|pp. 65-66}}; {{cita|Jaeger|pp. 32-33}}.</ref>. Talete, e più in generale i Milesi, è stato indicato da alcuni studiosi come un anticipatore del moderno modo di pensare scientifico: non accettando acriticamente le spiegazioni mitologiche del suo tempo, egli cercò di semplificare e spiegare la varietà della natura su basi razionali, attraverso modifiche nella natura stessa<ref>{{cita|Guthrie|p. 56; 70}}. Per una breve panoramica delle visioni cosmologiche del periodo in cui visse Talete o precedenti, si veda {{cita|Guthrie|pp. 68-70}}.</ref>.
 
Sulla sua dottrina sono state espresse considerazioni critiche daanche varida autori della filosofia del XIX secolo
[[File:Nietzsche1.jpg|thumb|upright=1.4|Friedrich Nietzsche]]
Per [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]],