Palazzo del Senato (Milano): differenze tra le versioni

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=== Storia ===
 
==== L'erezione dell'edificio ====
L'origine del palazzo risale al [[1608]], quando il cardinale di Milano, [[Federico Borromeo]], volle erigere la nuova sede del Collegio Elvetico<ref name=":0">{{Cita|Lanza-Somarè|p. 178}}</ref>, che sarebbe sorto sulle rovine di un antico monastero di suore [[Umiliati|umiliate]]<ref>{{cita web|url=http://www.inmilano.com/arte-cultura-milano/palazzo-del-senato-milano|titolo=Palazzo del Senato, Milano|accesso=19 settembre 2010}}</ref> «''per ospitarvi studenti svizzeri, provenienti da terre appartenenti alla [[Arcidiocesi di Milano|diocesi di Milano]], i quali vi erano preparati a svolgere la funzione di parroci in [[Valtellina]] e nei [[Cantone dei Grigioni|Grigioni]], terre « infette » di eresia''»<ref>{{Cita|Canosa|p. 272}}</ref>, ossia in cui erano penetrate le idee della [[riforma protestante]], specialmente [[Calvinismo|calvinista]].
 
Il progetto fu inizialmente assegnato a il capomastro Cesare Arano e l'ingegnere-architetto Aurelio Trezzi. Dal 1613 i lavori vennero affidati a [[Fabio Mangone]], capomastro del [[Duomo di Milano]], per poi essere ripresi più di vent'anni dopo da [[Francesco Maria Richini]]<ref name=":1">{{Cita|Liva}}</ref>.
Il progetto fu inizialmente assegnato a il capomastro Cesare Arano e l'ingegnere-architetto Aurelio Trezzi. Dal 1613 i lavori vennero affidati a [[Fabio Mangone]]<ref>{{Cita|Liva}}</ref>, capomastro del [[Duomo di Milano]], per poi essere ripresi vent'anni dopo da [[Francesco Maria Richini]]. Nel [[1786]], per ordine di [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II d'Asburgo]], il collegio svizzero divenne sede del ''Supremo consiglio di governo''<ref>{{Cita|Mocarelli|p. 91}}; {{Cita|Paganini|p. 145 §2}}</ref>, per poi, all'invasione francese, diventare sede della C''amera Bassa'' (''Consiglio de' Juniori'') della neonata [[Repubblica Cisalpina]] nel [[1797]]<ref>{{Cita|Topografia storica|p. 46}}</ref>. Nel [[1805]], con la nascita del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], con capitale [[Milano]], l'ormai ex collegio svizzero viene adibito alla sede del Ministero della Guerra, per essere infine adibito a Palazzo del Senato nel 1809<ref>{{Cita|Topografia storica|p. 46}}; {{Cita|Paganini|p. 146 §2}}</ref>. L'edificio continuò a mantenere questa funzione fino al 1814 quando, sconfitto Napoleone, ritornarono gli austriaci, che decisero di adibire l'edificio alla Contabilità dello Stato (1817). nel [[1872]], con l'[[Proclamazione del Regno d'Italia|Unità d'Italia]], al suo attuale compito<ref name=":0" />. Il palazzo del Senato venne interessato dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]]: il fianco sinistro - caratterizzato da una cortina di alte finestrature - appare infatti oggi posticciamente rifatto.
 
==== Tra Giuseppe II e il Regno Lombardo-Veneto ====
Nel [[1786]], per ordine di [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II d'Asburgo]], il collegio svizzero divenne sede del ''Supremo consiglio di governo''<ref>{{Cita|Mocarelli|p. 91}}; {{Cita|Paganini|p. 145 §2}}</ref>, per poi, all'invasione francese, diventare sede della C''amera Bassa'' (''Consiglio de' Juniori'') della neonata [[Repubblica Cisalpina]] nel [[1797]]<ref name=":2">{{Cita|Topografia storica|p. 46}}</ref>. Le vicende degli anni successivi furono travagliate: rimasto per pochi mesi sede del ''Consiglio de' Juniori'', divenne poi sede del Ministero della Guerra della Repubblica Cisalpina ma nel 1799, col ritorno degli austriaci, fu adibito a magazzino<ref name=":2" />. Ritornati i francesi con [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] dopo la [[battaglia di Marengo]] (1800), dal 1802 ritornò ad essere sede del Ministero della Repubblica Italiana prima, e del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] poi<ref>{{Cita|Bertini-Valori|p. 14}}</ref>, per essere infine adibito a Palazzo del Senato (da qui il nome con cui è conosciuto l'edificio) a partire dal 1809<ref>{{Cita|Topografia storica|p. 46}}; {{Cita|Paganini|p. 146 §2}}</ref>. L'edificio continuò a mantenere questa funzione fino al 1814 quando, sconfitto Napoleone, ritornarono gli austriaci che decisero di adibire l'edificio prima alla Cancelleria dell'[[Esercito imperiale austriaco (1806-1867)|Armata imperiale austriaca]]<ref>{{Cita|Paganini|p. 146 §2}}</ref> e, nel 1817, alla Contabilità dello Stato<ref name=":2" />. Il Palazzo fu sede di quest'istituzione fino al 1859<ref name=":1" />.
 
==== Dall'Unità d'Italia ad oggi: l'Archivio di Stato di Milano ====
{{Vedi anche|Archivio di Stato di Milano}}
Negli [[Anni 1850|anni '50]], il direttore degli archivi governativi della Lombardia [[Luigi Osio]], resosi conto che lo spazio dei depositi di San Fedele cominciava a scemare sempre più, inoltrò la richiesta al governo austriaco prima, e a quello italiano poi, la possibilità di unificare i vari poli archivistici presenti in città nel Palazzo del Senato<ref>{{Cita|Cagliari Poli|p. 13 §1}}</ref>. Il processo di trasferimento fu assai lungo e travagliato, tanto che neanche l'Osio vide pienamente realizzarsi il suo sogno. Se la Direzione poté installarsi nell'edificio a partire dal 1873, tutti i fondi archivistici vi trovarono sede soltanto nel 1886, sotto il mandato direzionale di [[Cesare Cantù]]<ref>{{Cita|Cagliari Poli|p. 13 §2}}</ref>. Il palazzo del Senato fu interessato dai [[Bombardamenti di Milano|bombardamenti della seconda guerra mondiale]]: nella notte tra il 12 e il 13 luglio 1943, infatti, l'edificio fu colpito pesantemente e alcuni fondi andarono distrutti<ref>{{Cita|Manganelli|pp. 52-55}}</ref>. il fianco sinistro - caratterizzato da una cortina di alte finestrature - appare infatti oggi posticciamente rifatto. A partire dalla fine della guerra, Il Palazzo fu oggetto di una ricostruzione architettonica che durò per buona parte degli anni '50 e che fu affidata in parte al [[genio civile]] e in parte alla Soprintendenza<ref>{{Cita|Della Torre|pp. 201-206}}</ref>.
 
=== Descrizione architettonica ===
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== Bibliografia ==
 
* {{Cita libro|autore=Maria Barbara Bertini e Martina Valori|titolo=Archivio di Stato di Milano|anno=2001|editore=Betagamma|città=Viterbo|cid=Bertini-Valori|SBN=IT\ICCU\LO1\0601902}}
* {{Cita libro|autore=Gabriella Cagliari Poli|curatore=Gabriella Cagliari Poli|titolo=L'archivio di Stato di Milano|collana=I tesori degli archivi|anno=1992|editore=Nardini Editore|città=Firenze|pp=11-23|opera=L'archivio di Stato di Milano|cid=Cagliari Poli|ISBN=88-404-1301-4}}
 
*
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}}
*{{Cita libro|titolo=Topografia storica di Milano, ossia Prospetto delle cose principali che costituiscono la rinomanza, il lustro ed il benessere della metropoli milanese|url=https://books.google.it/books?id=jYNXAAAAcAAJ&pg=PA46&dq=Palazzo+del+Senato+Milano&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjS-rLHrKHcAhVHQBQKHeIMB8E4ChDoAQhPMAg#v=onepage&q=Palazzo%20del%20Senato%20Milano&f=false|accesso=15 luglio 2018|anno=1846|editore=G. Bernardoni|città=Milano|volume=3|cid=Topografia storica|SBN=IT\ICCU\VEA\0150921}}
*{{Cita pubblicazione|autore=[[Guido Manganelli]]|anno=1948|titolo=Il Palazzo del Senato (Cenni storici. La distruzione. La rinascita)|rivista=Notizie degli Archivi di Stato|editore=Istituto Poligrafico dello Stato|città=Roma|volume=8|numero=|pp=52-55|cid=Manganelli|ISSN=0394-9095}}
 
==Voci correlate==