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Inoltre le misure d'emergenza prese da Hitler e dal comando tedesco, con l'intervento di nuove formazioni ritirate dagli altri settori del fronte orientale o provenienti dalle riserve all'interno del Reich, permisero finalmente alla Wehrmacht di ricostituire uno schieramento solido e di effettuare tentativi di contrattacco per frenare definitivamente la spinta dell'Armata Rossa, e se possibile, riguadagnare le importanti posizioni perdute sulla Vistola e sul Niemen<ref>{{Cita|Bauer 1971|vol. VI, p. 249|Bauer1971}}.</ref>.
Le forze corazzate dell'ala sinistra del generale Rokossovskij, al termine della loro [[offensiva Lublino-Brest]], vennero quindi violentemente contrattaccate (a partire dal 30 luglio) da nuove unità meccanizzate tedesche ([[4. Panzer-Division|4.]] e [[19. Panzer-Division]], [[Fallschirm-Panzer-Division 1 "Hermann Göring"|Panzer-Division "Hermann Göring"]], [[5. SS-Panzer-Division "Wiking"|Panzer-Division SS "Wiking"]] e [[3. SS-Panzerdivision "Totenkopf"|"Totenkopf"]]) fatte affluire dal feldmaresciallo Model per impedire l'irruzione nemica oltre la Vistola in direzione di Varsavia. Durante le aspre battaglie di carri di [[Radzymin]] e [[
In quegli stessi giorni scoppiò l'insurrezione di Varsavia (1º agosto), ma le truppe sovietiche non intervennero in aiuto dei polacchi (benché si trovassero ancora a 30-50 chilometri da Varsavia) in gran parte anche per impossibilità tattico-operativa avendo appena subito una grave sconfitta contro le riserve corazzate tedesche del feldmaresciallo Model. Senza dubbio [[Stalin]] non considerava favorevole l'insurrezione, che faceva riferimento all'area politica del governo polacco in esilio a Londra aspramente anti-sovietica, e non si impegnò affatto per rafforzare le sue truppe esauste e cercare di riprendere immediatamente l'offensiva in aiuto dei rivoltosi oltre la Vistola. Al contrario ostacolò attivamente i tentativi di aiuto britannici e statunitensi agli insorti polacchi<ref>{{Cita|Werth 1966|pp. 837-852|Werth1966}}.</ref>.
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