Giovanni Miranda: differenze tra le versioni

grammatico e ispanista italiano
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Versione delle 11:01, 19 ago 2018

Biografia

Scrisse le "Osservationi della lingua castigliana... divise in quatro libri: ne’ quali s’insegna con grande facilità la perfetta lingua spagnuola. Con due tauole: l’una di’ capi essentiali, & l’altra delle cose notabili" (Venecia: Gabriel Giolito di Ferrari, 1566; ne esiste un'edizione critica moderna di Juan M. Lope Blanch, Messico: Università Nazionale Autonoma di Messico, 1998).[1]

Si tratta di un'opera fondamentale nello sviluppo dell'insegnamento dello spagnolo come lingua straniera in Europa nei secoli XVI e XVII ed ha costituito la fonte più autorevole e utilizzata dalle grammatiche straniere di spagnolo in quella epoca, in particolare in quelle francesi (specialmente quella di César Oudin) e inglesi. Il suo successo lo testimoniano le quattro ristampe che ha curato lo stesso Gabriel Giolito in quello stesso decennio (1566, 1567, 1568, 1569). Il napoletano Massimo Troiano l'adattò appena nel suo Compendio in forma di dialogo, e questo compendio è stato anche adattato per il poeta e prosista siciliano Argisto Giuffredi, che nel 1593 ha ottenuto l'approvazione per  ripubblicarlo con le sue Annotazioni (Florencia, 1601).

Il Miranda supera a tutte le grammatiche spagnole in italiano precedenti e ispira principalmente quella di Giovanni Mario Alessandri; la sua originalità consiste nell'avere sostituito la semplice descrizione obiettiva dell'idioma per l'analisi delle difficoltà che la lingua castigliana offre agli italiani.

Riferimenti

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