Libro: differenze tra le versioni

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Perché "un documento"? Ho capito: perché può essere costituito da testo e immagini. Ma così cerchiamo di spaccare il capello in quattro. Semplifico.
Ho esportato un elenco nella pagina "Scriptorium".
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I [[monastero|monasteri]] continuarono la tradizione scritturale [[letteratura latina|latina]] dell'[[Impero romano d'Occidente]]. [[Cassiodoro]], nel [[Monastero di Vivario]] (fondato verso il 540), enfatizzò l'importanza della copiatura dei testi.<ref>Leila Avrin. ''Scribes, Script and Books'', pp. 207–208.</ref> Successivamente, anche [[Benedetto da Norcia]], nella sua ''[[Regola benedettina|Regula Monachorum]]'' (completata verso la metà del [[VI secolo]]) promosse la lettura.<ref>[[Theodore Maynard]]. ''Saint Benedict and His Monks''. Staples Press Ltd 1956, pp. 70–71 {{en}}</ref> La Regola di San Benedetto (Cap. <small>XLVIII</small>), che riserva certi momenti alla lettura, influenzò fortemente la cultura monastica del [[Medioevo]] ed è uno dei motivi per cui il clero fu il predominante lettore di libri. La tradizione e lo stile dell'[[Impero romano]] predominava ancora, ma gradualmente emerse la cultura peculiare libro medievale.
 
Prima dell'invenzione e adozionedella diffusione del [[torchio calcograficotipografico]], quasi tutti i libri venivano copiati a mano, il che li rendeva i librioggetti costosi e relativamente rari. I piccoli monasteri di solito possedevano pocheal dozzinemassimo qualche decina di libri, forse qualche centinaio quelli di medie dimensioni. Con ilIn [[IXEtà secolocarolingia]], le più grandi collezioni contenevano circa 500 volumi; enel per la fine del[[Basso Medioevo,]] la biblioteca papalepontificia di [[Avignone]] e la biblioteca didella [[ParigiSorbona]] delladi [[SorbonaParigi]] possedevano soltanto 2.000 volumi circa.<ref>Martin D. Joachim, ''Historical Aspects of Cataloguing and Classification'', Haworth Press (2003), p. 452.</ref>
Ancora oggi ci sono questi manoscritti fatti a mano, costano molto più di una casa a tre piani! Alcuni di questi esemplari sono esposti nei musei.
 
Il processo della produzione di un libro era lungo e laborioso. LaIl supporto di scrittura più usato nell'Alto Medioevo, la [[pergamena]], doveva essere preparatapreparato, poi le pagine libere venivano pianificate e rigate con uno strumento appuntito (o un piombo), dopo di che il testo era scritto dallo [[scriba]], che di solito lasciava aree vuote a scopo illustrativo e [[rubricazione|rubricativo]]. Infine, il libro veniva rilegato dal [[legatoria|rilegatore]].<ref>Edith Diehl, ''Legatoria: gli antecedenti e Tecnicatecnica'', Dover Publications (1980), pp. 14-16.</ref>
Lo ''[[scriptorium]]'' del monastero era di solito collocato presso la [[Sala capitolare]]. La luce artificiale era proibita per paura che potesse danneggiare i manoscritti. Esistevano cinque tipi di [[scriba|scribi]]:
* [[Calligrafia|Calligrafi]], che si dedicavano alla produzione di libri preziosi
* [[Amanuense|Copisti]], che svolgevano la produzione di base e la corrispondenza
* [[Amanuense|Correttori]], che raccoglievano e confrontavano il libro finito con il manoscritto da cui era stato prodotto
* [[Miniatura|Miniatori]], che dipingevano le illustrazioni, a volte inserendo piccoli fogli d'oro
* [[Rubricazione|Rubricatori]], che dipingevano le lettere in rosso
 
Nell'antichitàAlto Medioevo si usavano differenti tipi di [[inchiostro]], usualmente preparati con fuliggine e gomma, e più tardi anche con [[Galla (botanica)|noce di galla]] e [[solfato ferroso]]. Ciò diede alla scrittura un colore nero brunastro, ma nero o marrone non erano gli unici colori utilizzati. Esistono testi scritti in rosso o addirittura in oro, e diversi colori venivano utilizzati per le [[miniatura|miniature]]. A volte la pergamena era tutta di colore viola e il testo vi era scritto in oro o argento (per esempio, il ''[[Codex Argenteus]]'').<ref>Bernhard Bischoff. ''Latin Palaeography'', pp. 16–17.</ref><sup>Vedi illustrazione a margine</sup>
Il processo della produzione di un libro era lungo e laborioso. La pergamena doveva essere preparata, poi le pagine libere venivano pianificate e rigate con uno strumento appuntito o un piombo, dopo di che il testo era scritto dallo [[scriba]], che di solito lasciava aree vuote a scopo illustrativo e [[rubricazione|rubricativo]]. Infine, il libro veniva rilegato dal [[legatoria|rilegatore]].<ref>Edith Diehl, ''Legatoria: gli antecedenti e Tecnica'', Dover Publications (1980), pp 14-16.</ref>
 
I [[Monachesimo irlandese|monaci irlandesi]] introdussero la spaziatura tra le parole nel [[VII secolo]]. CiòEssi agevolòadottarono laquesto lettura,sistema inperché quantoleggevano questicon monacidifficoltà tendevanole ad essere meno familiari con ilparole [[lingua latina|latinolatine]]. Tuttavia, lL'usoinnovazione difu spazipoi traadottata leanche parolenei Paesi neolatini (come l'Italia), anche se non divenne comune prima del [[XII secolo]]. Si sostieneritiene che l'usoinserimento di spaziaturaspazi tra le parole dimostraabbia favorito il passaggio dalla lettura semi-vocalizzata a quella silenziosa.<ref>Paul Saenger, ''Space Between Words: The Origins of Silent Reading'', Stanford University Press (1997) {{en}}</ref>
Nell'antichità si usavano differenti tipi di [[inchiostro]], usualmente preparati con fuliggine e gomma, e più tardi anche con [[Galla (botanica)|noce di galla]] e [[solfato ferroso]]. Ciò diede alla scrittura un colore nero brunastro, ma nero o marrone non erano gli unici colori utilizzati. Esistono testi scritti in rosso o addirittura in oro, e diversi colori venivano utilizzati per le [[miniatura|miniature]]. A volte la pergamena era tutta di colore viola e il testo vi era scritto in oro o argento (per esempio, il ''[[Codex Argenteus]]'').<ref>Bernhard Bischoff. ''Latin Palaeography'', pp. 16–17.</ref><sup>Vedi illustrazione a margine</sup>
 
I monaci irlandesi introdussero la spaziatura tra le parole nel [[VII secolo]]. Ciò agevolò la lettura, in quanto questi monaci tendevano ad essere meno familiari con il [[lingua latina|latino]]. Tuttavia, l'uso di spazi tra le parole non divenne comune prima del [[XII secolo]]. Si sostiene che l'uso di spaziatura tra parole dimostra il passaggio dalla lettura semi-vocalizzata a quella silenziosa.<ref>Paul Saenger, ''Space Between Words: The Origins of Silent Reading'', Stanford University Press (1997) {{en}}</ref>
 
Per le pagine, i primi libri usavano [[pergamena]] o [[vellum]] (pelle di [[Bos taurus|vitello]]). Le [[copertina|copertine]] erano fatte di legno e ricoperte di cuoio. Poiché la pergamena secca tende ad assumere la forma che aveva prima della trasformazione, i libri erano dotati di fermagli o cinghie. Durante il [[Tardo Medioevo]], quando cominciarono a sorgere le [[biblioteca|biblioteche]] pubbliche, e fino al [[XVIII secolo]], i libri venivano spesso incatenati ad una libreria o [[scrivania]] per impedirne il furto. Questi libri attaccati a catena sono chiamati ''libri catenati''.<sup>Vedi illustrazione a margine</sup>