Epicyon

genere di animali della famiglia Canidae

Epicyon è un genere estinto di mammiferi carnivori, appartenente ai canidi. Visse tra il Miocene inferiore e il Miocene superiore (tra 20 e 5 milioni di anni fa).[1] I suoi resti fossili sono stati ritrovati in gran parte degli Stati Uniti e del Canada. È considerato uno dei più grandi canidi mai vissuti.

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Epicyon
Ricostruzione di Epicyon
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Famiglia Canidae
Sottofamiglia Borophaginae
Genere Epicyon

Descrizione modifica

Questo canide estinto era di grandi dimensioni: le specie di mole maggiore potevano superare i 100-125 chilogrammi di peso e il metro e mezzo in lunghezza.[2][3] La specie tipo poteva raggiungere i 2,4 metri in lunghezza, 90 cm di altezza al garrese e un peso fino a 170 kg.[4]

Epicyon possedeva un cranio massiccio e corto, molto simile a quello di un lupo, la cui lunghezza poteva arrivare ai 35 centimetri. Le specie di maggiori dimensioni (come E. haydeni) svilupparono un aspetto pendente simile a quello delle iene, a causa delle zampe anteriori forti e lunghe. Come le iene, Epicyon possedeva il quarto premolare inferiore ingrandito e possenti mascelle, che permettevano un morso eccezionalmente potente.

Classificazione modifica

 
Scheletro di Epicyon haydeni

Epicyon è un rappresentante dei borofagini (Borophaginae), un gruppo di canidi che nel corso del Miocene svilupparono adattamenti particolari nel cranio e nella dentatura, simili a quelli delle iene attuali. Epicyon, in particolare, era un membro gigantesco della famiglia, che si originò da forme simili, ma più piccole (Protepicyon) e si evolse sviluppando un paio di morfotipi: uno più gracile (E. saevus) e uno più robusto (E. haydeni), che coesistettero negli stessi ecosistemi in gran parte del Nordamerica, dalla California all'Alberta, dalla Florida al Kansas, dal Nuovo Messico al Texas. Un'altra specie (E. aelurodontoides) è stata ritrovata esclusivamente in Kansas.

 
Mandibola di Epicyon saevus

Paleoecogia modifica

Epicyon doveva essere uno dei massimi predatori del suo ecosistema; i denti e le mascelle robuste erano adatte a spaccare le ossa delle sue prede, per estrarre il midollo nutriente. Si presume che le specie più piccole cacciassero prede di mole inferiore. Insieme a Epicyon vissero numerosi altri borofagini (Borophagus, Paratomarctus, Aelurodon e Carpocyon) e anche uno dei primi rappresentanti del genere Canis (Canis lepophagus).

Note modifica

  1. ^ PaleoBiology Database: Epicyon, su paleodb.org. URL consultato il 26 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2013).
  2. ^ Xiaoming Wang e Richard H. Tedford, Dogs: Their Fossil Relatives & Evolutionary History, 2008.
  3. ^ Ki Andersson, <0056:WTPCIT>2.0.CO;2 Were there pack-hunting canids in the Tertiary, and how can we know?, in Paleobiology, vol. 41, n. 4, 2005, pp. 333–347, DOI:10.1666/0094-8373(2005)031<0056:WTPCIT>2.0.CO;2.
  4. ^ Boris Sorkin, A biomechanical constraint on body mass in terrestrial mammalian predators, in Lethaia, vol. 41, n. 4, 2008, pp. 333–347, DOI:10.1111/j.1502-3931.2007.00091.x.

Bibliografia modifica

  • M. F. Skinner, S. M. Skinner, and R. J. Gooris. 1977. Stratigraphy and biostratigraphy of late Cenozoic deposits in central Sioux County, western Nebraska. Bulletin of the American Museum of Natural History, 158(5):263-370.
  • D. K. Bennett. 1979. Occasional Papers of the Museum of Natural History, University of Kansas 79.
  • X. Wang, R. H. Tedford, and B. E. Taylor. 1999. Phylogenetic systematics of the Borophaginae (Carnivora: Canidae). Bulletin of the American Museum of Natural History, 243:1-392.
  • X. Wang, B. C. Wideman, R. Nichols and D. L. Hanneman. 2004. A new species of Aelurodon (Carnivora, Canidae) from the Barstovian of Montana. Journal of Vertebrate Paleontology, 24(2):445-452.
  • R. C. Hulbert and F. C. Whitmore. 2006. Late Miocene mammals from the Mauvilla Local Fauna, Alabama. Bulletin of the Florida Museum of Natural History, 46(1):1-28.

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