Flotta Lauro

compagnia di navigazione italiana

La Flotta Lauro è stata una compagnia di navigazione dedita al mercato dei trasporti marittimi, delle petroliere e delle crociere, con sede a Napoli.

Flotta Lauro
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per Azioni
Fondazione1923 a Napoli
Chiusura1987
Sede principaleNapoli
Persone chiaveAchille Lauro
SettoreTrasporto
Prodottitrasporti marittimi - crociere

Storia modifica

L'armatore Gioacchino Lauro gettò le basi della flotta, con alcuni velieri, che però si sviluppò negli anni '20 del secolo scorso grazie al figlio Achille Lauro, che comprò la prima nave Iris e sei sorelle. La compagnia divenne la più grande flotta del Mediterraneo di tutti i tempi e tra le più importanti aziende di sempre del meridione d'Italia. Dagli anni '50 le navi della flotta restarono nella storia della marina mercantile italiana: la Surriento, la Sidney & Roma, la Angelina Lauro, la Oceanos[1]. Soci di minoranza della compagnia erano Gaetano Fiorentino e Giovanni Cafiero[2].

 
L'Achille Lauro

Nel 1964 entrò in servizio nella flotta il transatlantico Achille Lauro, poi utilizzato come nave da crociera. Nel 1966 entra in linea l'Angelina Lauro per i collegamenti con l'Australia.

Il figlio Ercole Lauro non riesce però ad adeguare la compagnia ai tempi: con la crisi petrolifera la flotta arriva a debiti per 200 miliardi di lire italiane e la flotta viene commissariata. L'ultimo commissario Flavio de Luca viene anche condannato in primo grado a nove anni di reclusione[3] per una serie di operazioni discutibili come la vendita della superpetroliera "Volere" per meno di 5 milioni di dollari, poi rivenduta dai compratori subito dopo per nove, e poi assolto in Cassazione.

La Starlauro modifica

Nel 1982, successivamente al fallimento, la Flotta Lauro divenne Lauro Line[4], fino a quando l'allora ministro dell'industria, Adolfo Battaglia, diede il via libera alla cessione di ciò che restava della flotta al duo Eugenio Buontempo e Salvatore Pianura che, con una offerta pubblica di 10 miliardi e 100 milioni di lire, all'asta del 19 gennaio 1987, acquisirono il gruppo armatoriale napoletano.

La nuova società denominata Starlauro, acquisì così la proprietà di una petroliera (Volere), cinque navi da trasporto (Cervo, Tigre, Gazzella, Palizzi, Gioacchino Lauro) e una nave da crociera, la Achille Lauro[5].

La compagnia estera, con navi in bandiera panamense, Mediterranean Shipping Company S.A. di Gianluigi Aponte, con base a Ginevra, che si occupava solamente di cargo, rilevava le azioni di Pianura nel dicembre 1990 e quelle di Buontempo a giugno del 1991, rimanendo, così, azionista unica della Starlauro trasformandola in una nuova divisione MSC, la Starlauro Crociere, poi MSC Crociere.

Note modifica

  1. ^ Lauro Lines Ocean Liner and Cruise Ship Postcards, su simplonpc.co.uk. URL consultato il 9 gennaio 2018.
  2. ^ Achille Lauro SUPERSTAR, su digilander.libero.it. URL consultato il 9 gennaio 2018.
  3. ^ Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 9 gennaio 2018.
  4. ^ INIZIATA L'ASTA PER LA FLOTTA LAURO - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 9 gennaio 2018.
  5. ^ "Si" del Ministro, passa di mano la Flotta Lauro Archiviato il 18 febbraio 2015 in Internet Archive.