La guerra galata è stata una guerra combattuta nel 189 a.C. fra i Galati e la Repubblica romana supportata dalla sua alleata Pergamo. La guerra fu combattuta in Galazia, nell'Asia Minore centrale, oggi Turchia.

Galata suicida, dopo aver ucciso la moglie si infila la spada nella clavicola per non diventare schiavo del nemico, Palazzo Altemps

I Romani, nel corso della guerra siriaca, avevano da poco sconfitto i Seleucidi nella battaglia di Magnesia. I Romani volsero quindi la loro attenzione alle tribù celtiche dei Galati stanziate in Galazia. Il console Gneo Manlio Vulsone addusse la ragione dell'invasione dicendo che fu per punire i Galati dell'aiuto offerto ai Seleucidi durante la guerra precedente. Vulsone iniziò la campagna senza l'accordo del Senato Romano. Raggiunti dalle truppe di Pergamo, i Romani marciarono verso l'interno dell'Asia Minore e attaccarono i Galati. Li sconfissero in una battaglia sul monte Olimpo, dove fu annientato l'intero esercito dei Galati (10.000 morti e 40.000 prigionieri), e infine la vittoria definitiva fu in seguito a una battaglia contro un esercito più grande nei pressi di Ancyra, l'odierna Ankara.

Quando Manlio Vulsone ritornò a Roma fu accusato di aver minacciato la pace fra i Seleucidi e Roma. Ne fu assolto e il Senato gli concesse il trionfo.

Fonti antiche modifica