Herpes genitale

malattia infettiva, causata principalmente dal virus Herpes simplex di tipo 2 (HSV-2) e trasmessa prevalentemente per contatto venereo
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La malattia infettiva nota come herpes genitale è causata principalmente dal virus Herpes simplex di tipo 2 (HSV-2) e trasmessa prevalentemente per contatto venereo. Lesioni del tutto analoghe possono essere comunque sostenute dal virus Herpes simplex di tipo 1 (HSV-1), responsabile dell'herpes labiale e del patereccio erpetico; in questi casi, la trasmissione avviene più frequentemente per contatto dei genitali con la mucosa labiale infetta o con le lesioni cutanee di mani o dita.[1]

Herpes genitale
Herpes genitale della mucosa vulvare
Specialitàinfettivologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10A60
MeSHD006558
MedlinePlus000857
Sinonimi
Herpes genitalis

Esame obiettivo dermatologico modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lesioni cutanee elementari.

L'herpes simplex genitale si manifesta con lesioni focali eritemato-edemato-papulo-vescicolari localizzate sulla mucosa vulvare (vestibolo, piccole labbra o sulla cute delle grandi labbra) o peniena (glande, solco balano-prepuziale o sulla cute di asta e prepuzio).[2] Le lesioni evolvono verso piccole ulcere dolenti e cocenti dal fondo non purulento talora ricoperte di croste. L'estensione e la gravità dell'herpes simplex genitale è maggiore in caso di prima manifestazione (infezione primaria), con lesioni che possono estendersi alla superficie mediale delle cosce, all'area perianale, alla vagina, all'ano e/o alla mucosa rettale.[2]

 
Herpes simplex genitale della cute di prepuzio e asta. Si notino le classiche lesioni vescicolari.

Profilo clinico modifica

L'infezione primaria, più grave per estensione ed intensità dei sintomi, si manifesta nella donna con la comparsa delle lesioni caratteristiche sulla mucosa vulvare associate spesso a cervicite e vaginite. Il quadro clinico è caratterizzato da disuria, leucorrea, prurito e dolore vaginale e intensa dispareunia. Le lesioni possono estendersi alla cute di perineo, natiche, cosce e ano. Nell'uomo le vescicole compaiono con maggiore frequenza a livello del glande e/o del solco balanoprepuziale, talora con estensione verso l'asta, l'uretra, la cute delle natiche e delle cosce. Il quadro clinico si caratterizza per intenso dolore, prurito e talora disuria. La cute anale e la mucosa rettale possono essere interessati per estensione delle lesioni primitive o per contatto diretto con soggetti infetti (proctite erpetica). Come per l'herpes simplex labiale o cutaneo, l'herpes simplex genitale tende a recidivare con frequenza notevolmente variabile da soggetto a soggetto (stress psicofisico, episodi influenzali, malattie sistemiche acute o riacutizzazioni di malattie croniche). Le recidive (infezioni secondarie) si caratterizzano per minore estensione ed intensità dei sintomi; in questi casi, le lesioni si limitano alla mucosa di vulva e/o vagina o ano della femmina e al glande/asta o ano nel maschio, talora con estensione perineale. La comparsa delle classiche vescicole erpetiche è preceduta da prurito e/o bruciore locale associato alla comparsa di eritema. La durata delle lesioni secondarie è inferiore a quella delle lesioni primarie (6-8 giorni rispetto alle 1-4 settimane).[1] Le lesioni guariscono con completa restitutio ab integrum della zona interessata, benché possa permanere un grado variabile di disestesia o dolore muco-cutaneo.

Profilo diagnostico modifica

La comparsa nelle sedi descritte delle lesioni tipiche dell'herpes simplex è spesso sufficiente a porre diagnosi. In alcuni casi, dove può mancare la tipica eruzione vescicolo-ulcerativa (herpes neonatale o in soggetti immunodepressi) è tuttavia necessario escludere malattie sistemiche quali la rosolia, la toxoplasmosi o l'infezione da Citomegalovirus. In questi casi o nei casi dubbi, l'accertamento definitivo si attua con l'isolamento del virus (effetto citopatico tipico dopo isolamento in colture cellulari) nel materiale prelevato con tampone o biopsia.[1]

Terapia modifica

Nei soggetti immunocompetenti, l'infezione primaria deve essere trattata per almeno 7-10 giorni con uno di questi farmaci:[1]

  • Aciclovir orale, dose di 400 mg per 3 volte al giorno (ma nei primi giorni è consigliato assumere una dose di 800 mg fino a 5 volte al giorno, secondo indicazioni del medico curante);
  • Valaciclovir orale, dose di 1000 mg per 2 volte al giorno;
  • Famciclovir orale, dose di 250 mg per 3 volte al giorno.

Queste terapie non prevengono tuttavia la comparsa delle recidive. La riduzione della frequenza, può essere attuata con schemi terapeutici che prevedono l'impiego a dosaggi inferiori dei suddetti farmaci per almeno 2 anni. Tale schema terapeutico può essere utilizzato, sotto stretto controllo ginecologico e con l'attenta valutazione dei benefici, nelle donne portatrici in gravidanza. Tuttavia, la presenza di lesioni genitali visibili nella donna al momento del parto è un'indicazione sufficiente al taglio cesareo.[1] In questi casi, al neonato si somministra aciclovir alla dose di 10mg/kg (il doppio se è prematuro) 3 volte al giorno per 10-21 giorni. Le recidive di herpes simplex genitali richiedono la stessa terapia dell'infezione primaria con dosaggi e per periodi di tempo minori. Nei soggetti immunocompromessi, la terapia delle lesioni (primarie e secondarie) è invece molto più complessa, dovendo talora associare il foscarnet endovenoso o gel per uso topico a base di cidofovir.

Note modifica

  1. ^ a b c d e Mauro Moroni, Roberto Esposito, Fausto de Lalla, Malattie Infettive, 7ª edizione, Milano, Elsevier Masson, 2008, ISBN 978-88-214-2980-4.
  2. ^ a b Braun Falco, Plewig, Wolff, Burgdorf, Dermatologia, Roma, Springer, 2002, ISBN 88-470-0168-4.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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