Notandissimi secreti de l'arte profumatoria

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Notandissimi secreti de l'arte profumatoria (o Notandissimi secreti de l'arte profumatoria, per far ogli, acque, paste, balle, moscardini, uccelletti, paternostri, et tutta l'arte intiera, come si ricerca, così nella città di Napoli del Reame, come in Roma, e quindi in la città di Vinegia) è il primo libro sulla cosmesi e sulla produzione di profumi in Occidente pubblicato nella sua prima edizione a Venezia nel 1555.

Notandissimi secreti de l'arte profumatoria
Frontespizio di una delle Rare Prime Edizioni del 1555

appartenuta a D'Annunzio.

AutoreGiovanventura Rosetti
1ª ed. originale1555
Generetrattato
Lingua originaleitaliano

Contenuto modifica

Opera di Giovanventura Rosetti, questo libro è considerato come il primo[1] testo occidentale sui profumi e testimonia dell'alto livello di conoscenza tecnica e scientifica raggiunto nella Venezia del Cinquecento. Esso contiene più di 300 ricette per profumi e cosmetici come l'acqua di rose, di lavanda, di gelsomino, l'olio di cannella o di stirace, la polvere di cipro, di zibetto, di muschio e anche come fare per sbiancare i denti o i capelli.

Da notare che il nome antico dei profumieri veneziani è muschieri.

 
Gabriele D'Annunzio possedette una delle rare copie del Notandissimi.[2]

Copie superstiti modifica

La limitata tiratura di quest'opera e la discrezione dei produttori di profumi dell'epoca, che l'utilizzavano come testo di riferimento per la loro arte, la rendono rarissima e ricercatissima tra le grandi case di cosmesi internazionali.[3][4] Si conoscono al momento solo due esemplari dell'opera. Per offrire al grande pubblico la possibilità di accedere al suo contenuto, la famiglia Vidal ha consentito l'utilizzo del proprio esemplare, per una riproduzione anastatica, alla casa editrice Madive.[5]

Copia Vidal modifica

Questa copia, tramandata per generazioni dalla famiglia veneziana Vidal, illustre per i suoi profumi e per il marchio omonimo acquistato dalla Henkel[6], è conservata nel Palazzo Mocenigo di Venezia, all'interno del museo dedicato alla storia della cosmesi.[7][8]

Copia Sainte-Geneviève modifica

Questa copia è conservata nella Biblioteca Sainte-Geneviève di Parigi ed è stata noleggiata a Chanel[9] per l'esposizione "N°5 Culture Chanel", tenutasi al Palazzo di Tokyo.[10]

Copia D'Annunziana modifica

Una delle rare copie del Notandissimi fu posseduta da Gabriele d'Annunzio che nutriva un profondo interesse per i profumi e la cosmetica.

La copia è oggi conservata nella biblioteca del Vittoriale come opera principale della collezione dedicata ai profumi[11].

Note modifica

  1. ^ Giulia Penazzi, La pelle e i cosmetici naturali, Edizioni Techniche Nuove, 2003, p. 11
  2. ^ SpettacoliNEWS, Per D’Annunzio il profumo è tutto e tutto è nel profumo. la mostra, su spettacolinews.it. URL consultato il 15 settembre 2018.
  3. ^ A Venezia il Museo del profumo - Panorama, su Panorama. URL consultato il 27 novembre 2015.
  4. ^ Hope rises even as Venice sinks, su au.news.yahoo.com. URL consultato il 27 novembre 2015.
  5. ^ Venezia nel '500: anche in questo campo era regina, su storieveneziane.wordpress.com. URL consultato il 27 novembre 2015.
  6. ^ Vidal festeggia con Mavive nasce il museo del profumo - Repubblica.it, su La Repubblica. URL consultato il 27 novembre 2015.
  7. ^ Tra moda e profumo | MAVIVE | Fondazione Musei Civici di Venezia | MUVE, su Fondazione Musei Civici di Venezia | MUVE. URL consultato il 27 novembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  8. ^ Liza Foreman, In Venice, a New Perfume Museum, in The New York Times, 27 settembre 2013. URL consultato il 27 novembre 2015.
  9. ^ UNE HISTOIRE D'AMOUR | N°5 CULTURE CHANEL, su N°5 CULTURE CHANEL. URL consultato il 27 novembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  10. ^ VISITE | N°5 CULTURE CHANEL, su N°5 CULTURE CHANEL. URL consultato il 27 novembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  11. ^ I profumi di D'Annunzio, al Vittoriale nel santuario olfattivo del Vate - Beauty & Fitness, in ANSA.it, 13 aprile 2018. URL consultato il 15 settembre 2018.

Collegamenti esterni modifica