La famiglia Petromyzontidae comprende 38[1] specie di vertebrati acquatici privi di mascelle (Agnati) conosciuti comunemente con il nome di lamprede, nome che probabilmente deriva dal latino lampetra, che significa "lecca-pietra" (lambere "leccare" + petra "pietra").

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Petromyzontidae
Lampetra fluviatilis
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Agnatha
Superclasse Cyclostomata
Classe Cephalaspidomorphi
Ordine Petromyzontiformes
Famiglia Petromyzontidae

Descrizione modifica

 
Descrizione anatomica

Presentano un corpo lungo e cilindrico, serpentiforme, simile ad un'anguilla, rivestito da una pelle viscida, ricca di cellule mucipare. Presentano pinne impari: 2 pinne sul dorso e quella posteriore situata ventralmente.

Lo scheletro è completamente cartilagineo e di semplice struttura.

Gli occhi hanno movimento intrinseco, cioè hanno solo la messa a fuoco. La bocca è circolare e situata all'estremità anteriore del capo con le pareti ricoperte da denti cornei, che vengono rinnovati periodicamente. Alcuni di essi si trovano su piastre dentarie di varia grandezza, alcune delle quali si trovano sulla lingua, e vengono impiegati per raschiare. Da entrambi i lati della testa si trovano allineate una dietro l'altra 7 tasche branchiali che comunicano con l'esterno per mezzo di altrettanti fori. Internamente, esse sboccano invece in un vestibolo branchiale, un canale che parte dalla faringe e decorre parallelamente sotto l'esofago terminando a fondo cieco.

Il tubo digerente è diritto, senza formare anse. La circolazione sanguigna è semplice e il sangue contiene globuli rossi rotondi, biconvessi e nucleati. Nel cuore sono presenti 3 cavità contigue (seno venoso, atrio, ventricolo) in cui scorre il sangue venoso proveniente dalle varie parti del corpo, prima di essere inviato alle branchie.

Il midollo spinale è depresso e le radici (dorsale e ventrale) dei nervi spinali non si uniscono.

Riproduzione modifica

Alcune specie di Petromizontidae vivono stabilmente in acqua dolce, altre dal mare si portano nei fiumi per la riproduzione, e cioè sono migratrici anadrome.
La riproduzione avviene una sola volta nella vita. Gli individui sessualmente maturi si distinguono per il colore e per la forma delle pinne dorsali. Depongono uova piccole che, una volta fecondate, si dividono completamente, cioè sono oloblastiche.

 
Lamprede in acquario

Lo sviluppo è accompagnato da metamorfosi. Durante lo stadio di larva, le lamprede hanno occhi rudimentali e bocca priva di denti, circondata da un labbro a forma semicircolare, come un ferro di cavallo. Tali larve non hanno il vestibolo branchiale e perciò le tasche branchiali sboccano direttamente nell'esofago. Esse, per le innumerevoli differenze con lo stadio adulto, un tempo furono considerate come un genere a sé denominato Ammocoetes.

Alimentazione modifica

 
Apparato boccale di lampreda
 
Pesce con due lamprede attaccate

L'imbuto boccale funziona come una ventosa, grazie alla quale si possono attaccare ai sassi e, per nutrirsi, ai pesci, dei quali succhiano il sangue dopo aver raschiato la carne mediante movimenti della lingua. In questa maniera sulla pelle delle vittime rimane un'impronta circolare.
Per inghiottire più facilmente il sangue delle vittime, le lamprede secernono una saliva anticoagulante.

Solo 18 delle 38 specie note, tuttavia, si comportano da ectoparassite[2].

Le larve sono microfaghe e di solito si affondano nel fango; grazie ai cromatofori presenti numerosi sulla pelle, cambiano colore molto di più degli adulti. La loro metamorfosi dura qualche anno.

Generi modifica

La famiglia comprende i seguenti generi:

Specie presenti in Italia modifica

La fauna italiana annovera quattro specie:

Note modifica

  1. ^ Margaret F DOCKER, Bill Beamish’s Contributions to Lamprey Research and Recent Advances in the Field., in Guelph Ichthyology Reviews, vol. 7, 2006. URL consultato il 22 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2014).
  2. ^ Howard S. Gill, Claude B. Renaud, François Chapleau, Richard L. Mayden, Ian C. Potter e M. E. Douglas, Phylogeny of Living Parasitic Lampreys (Petromyzontiformes) Based on Morphological Data, in Copeia, vol. 2003, n. 4, pp. 687–703, DOI:10.1643/IA02-085.1.

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