La terra rinforzata è una soluzione di ingegneria naturalistica molto usata soprattutto negli ultimi tempi.
Serve per sostituire l'utilizzo di muri in cemento nelle applicazioni quali muri sottostrada, spalle di ponti, barriere antirumore e opere di mascheramento.
Il preferire la terra rinforzata al muro di cemento si deve principalmente al minore impatto ambientale soprattutto con la finitura a verde finale (risultante dalla crescita del manto erboso), alla possibilità di reperire in loco i materiali di riempimento (terra e pietrame), notevole elasticità a seguito di sollecitazioni naturali quali per esempio i terremoti, alla possibilità inoltre di intervenire in zone di difficile accessibilità da parte di mezzi pesanti e infine alla semplicità di posa eseguibile anche da manodopera non specializzata.

Modalità costruttive modifica

La realizzazione di terra rinforzata necessita di un cassero a perdere sagomato in rete metallica per fare il profilo del pendio, di una geogriglia da risvoltare attorno al cassero per dare un sostegno strutturale al riempimento e infine di una stuoia per trattenere il materiale fine durante il riempimento.
Si compone di due elementi costruttivi essenziali:

  • Il terreno di riempimento, normalmente quello presente sul sito di costruzione, che conferisce all'opera la resistenza alla compressione e un'aliquota di resistenza al taglio.
  • I rinforzi (geogriglie), che conferiscono resistenza a trazione che si esplica in un aumento di resistenza al taglio del terreno stesso.

In questo modo, la terra rinforzata è in grado di assicurare la propria stabilità interna anche con angoli di scarpa in facciata molto superiori all'angolo di natural declivio del terreno costituente (di solito 60°-70° dall'orizzontale) ed in presenza di carichi agenti.

Alcune soluzioni costruttive prevedono l'utilizzo di casseri rimovibili: sono perlopiù indicate per pendii più dolci ma di dimensioni maggiori.

Criteri per il dimensionamento modifica

Come ogni opera di sostegno, deve essere eseguito un dimensionamento con relativa verifica di stabilità interna, composta e globale, che determinerà la necessaria resistenza a trazione e lunghezza dei rinforzi da inserire per strati sovrapposti (di norma di spessore pari a circa 60 cm) all'interno del terreno compattato, per raggiungere i fattori di sicurezza richiesti.

In particolare le verifiche di stabilità interna si compongono di due verifiche:

  • verifica allo strappamento della geogriglia (tie-back)
  • verifica allo sfilamento della geogriglia (pull-out)

Verifiche modifica

Per quanto riguarda la stabilità globale, le verifiche da condurre sono quelle classiche, ovvero la verifica della fondazione del rilevato (capacità portante e cedimenti) e verifiche di stabilità del pendio.

Molto importante, riguardo alle geogriglie di rinforzo, è conoscerne il comportamento, sotto carico costante, nel tempo. Ovvero, il carico ammissibile per le geogriglie stesse per la durata utile del progetto.
Infatti, tutti i rinforzi di natura sintetica, come le geogriglie in poliestere, polietilene ad alta densità o altre fibre, sono soggette al fenomeno di creep: deformazione a carico costante che, in presenza di carichi superiori al limite ammissibile, portano nel tempo a rottura il rinforzo.

Voci correlate modifica

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