T-Series

etichetta discografica indiana

Super Cassettes Industries Private Limited, nota anche come T-Series, è un'etichetta discografica e casa di produzione cinematografica indiana fondata da Gulshan Kumar nel 1983.[3] È nota principalmente per colonne sonore musicali di Bollywood[3] e musica indian pop.[4] T-Series gestisce anche il canale con più iscritti su YouTube, con 263 milioni di iscritti al 12 aprile 2024.[5]

Super Cassettes Industries Private Limited
Logo
Logo
StatoBandiera dell'India India
Fondazione1983
Fondata daGulshan Kumar
Sede principaleNoida[1]
Persone chiaveBhushan Kumar
Krishan Kumar
Neeraj Kalyan[2]
SettoreMusicale
ProdottiMusica
Film
Sito webwww.tseries.com/

Storia modifica

Gulshan Kumar, inizialmente un venditore di succhi di frutta a Delhi,[6] fondò T-Series per vendere canzoni pirata di Bollywood e successivamente iniziò a produrre musica originale.[7] La svolta arrivò con la colonna sonora del film Qayamat Se Qayamat Tak,[8] composta da Anand-Milind e scritta da Majrooh Sultanpuri, che divenne uno degli album musicali indiani più venduti del 1988,[9] con oltre 8 milioni di dischi venduti.[10]

Nel 1990 la colonna sonora del film Aashiqui, composta da Nadeem-Shravan, vendette 20 milioni di copie, divenendo l'album di colonne sonore indiano più venduto di tutti i tempi.[11] Dal 1997, a seguito all'assassinio di Gulshan Kumar da parte dell'organizzazione mafiosa D-Company,[12] T-Series è guidata dal figlio Bhushan Kumar e dal fratello minore Krishan Kumar.[13]

T-Series gestisce una rete di canali su YouTube. Il canale principale, contenente soprattutto video musicali e trailer di film, nel 2017 è diventato il canale più visto su YouTube.[13] I contenuti sono principalmente in lingua hindi e talvolta in altre lingue, quali urdu, punjabi, inglese, portoghese e spagnolo. Altri canali dell'azienda sono dedicati a contenuti in altre lingue indiane tra cui punjabi, urdu, tamil, telugu, malayalam, kannada, bhojpuri, gujarati, marathi e rajasthani.

Note modifica

  1. ^ "Super Cassettes Industries Ltd.: Private Company Information", su bloomberg.com.
  2. ^ "PewDiePie's Tumultuous Reign as YouTube King Is Almost Over", su bloomberg.com.
  3. ^ a b (EN) Vanita Vanita Kohli-Khandekar, Tea with BS: Bhushan Kumar, in Business Standard India, 20 dicembre 2013. URL consultato il 13 agosto 2021.
  4. ^ (EN) Soumya Vajpayee Tiwari, Going solo: The era of Indi-pop albums and singles is back, su Hindustan Times, 20 aprile 2015. URL consultato il 21 agosto 2021.
  5. ^ T-Series - YouTube, su YouTube. URL consultato il 2 aprile 2022 (archiviato il 21 agosto 2021).
  6. ^ (EN) Sumit Mitra, Gulshan Kumar: From obscure fruit-juice seller to king of music, su India Today, 25 agosto 1997. URL consultato il 21 agosto 2021.
  7. ^ Gulazāra, Govind Nihalani e Saibal Chatterjee, Encyclopaedia of Hindi cinema, Encyclopaedia Britannica (India), 2003, p. 20, ISBN 81-7991-066-0, OCLC 52845982. URL consultato il 21 agosto 2021.
    «Songs made a triumphal return to mainstream Hindi cinema with the success of the music of a low-budget Mahesh Bhatt film, Aashiqui, which was produced by T-Series, a small-time company that had begun life peddling pirated Hindi film songs.»
  8. ^ (EN) Gregory D. Booth, Behind the curtain : making music in Mumbai's film studios, Oxford University Press, 2008, p. 80, ISBN 0-19-532763-2, OCLC 519367006. URL consultato il 21 agosto 2021.
  9. ^ (EN) Music Hits 1980-1989, su boxofficeindia.com. URL consultato il 21 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2010).
  10. ^ (EN) Top 25 films between the years 1985-1994, su filmfare.com. URL consultato il 21 agosto 2021.
  11. ^ (EN) Music Hits 1990-1999 (Figures in Units), su boxofficeindia.com. URL consultato il 21 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2010).
  12. ^ (EN) The Mafia Calls The Shots, su magazine.outlookindia.com, 25 agosto 1997. URL consultato il 21 agosto 2021.
  13. ^ a b (EN) Gaurav Laghate e Rahul Sachitanand, T-Series: How Bhushan Kumar has transformed T-Series into an entertainment behemoth, in The Economic Times, 8 febbraio 2017. URL consultato il 21 agosto 2021.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN149712556 · ISNI (EN0000 0001 0065 5291 · WorldCat Identities (ENviaf-149712556