Tagliata Bariola

fortezza militare italiana

La tagliata Bariola fu una tagliata stradale militare italiana che doveva sbarrare l'accesso per il Pian delle Fugazze alle truppe dell'Impero austro-ungarico durante la prima guerra mondiale.

Tagliata Bariola
Fortificazioni italiane al confine austriaco
Sbarramento Agno-Assa
La tagliata Bariola
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
CittàValli del Pasubio, Vicenza
Coordinate45°45′20.1″N 11°12′47.3″E
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Tagliata Bariola
Informazioni generali
TipoTagliata stradale
Altezza600 m
Materialepietrame
Condizione attualeparzialmente demolita
Visitabilesolo esternamente
Informazioni militari
UtilizzatoreRegio Esercito
Funzione strategicaSbarramento stradale Pian delle Fugazze
Termine funzione strategicagiugno 1916
Armamento
  • 4 cannoni a tiro rapido Nordenfelt da 42 mm
  • 2 cannoni da 87B
  • 4 mitragliatrici Gardner da 10,33 mm
[1]
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Vista della tagliata

La fortificazione fu edificata verso la fine del 1800 e si trova lungo la strada statale 46 del Pasubio, tra la località di Sant'Antonio e quella di Guarda all'interno del territorio comunale della Valli del Pasubio ad un'altezza sul livello del mare pari a circa 600 metri. Quest'opera, assieme al forte Monte Maso, costituiva lo sbarramento per interdire l'accesso dal Pian delle Fugazze.[1]

La tagliata stradale è stata costruita in pietrame per poter resistere alle granate utilizzate nel combattimento ravvicinato. Essa presenta una casamatta disposta su due livelli di cui quello inferiore è posto sotto il livello della strada. Vi si trovano anche l'attraversamento stradale, parzialmente coperto, e il piazzale adiacente, anch'esso scoperto. Questi due sono posti in posizione defilata in modo tale che non sia visibile dall'esterno una copertura in muratura. Entrambi i fossati, quello del fronte e quello di gola, sono attraversati da ponti levatoi. Gli spalti, sia quello di fronte che quello della gola, sono a "scarpa piatta", mentre quello sui lati esterni è a angolo smussato.[1]

Durante la prima guerra mondiale non fu mai coinvolta in azioni belliche e perse ogni importanza strategica dopo l'esaurirsi della Strafexpedition nel giugno 1916 e il successivo consolidamento del fronte.

Negli anni 1930 fu parzialmente demolita in modo tale da agevolare lo scorrere del traffico. Più recentemente sono stati messi al sicuro tutti i possibili accessi in modo che non è più possibile entrare nella fortificazione.[2]

Tra il 2006 e il 2008, la regione Veneto ha risistemato la vegetazione che vi era attorno alla fortezza e l'ha messa in sicurezza dai detriti che si stavano staccando da essa.

Armamento

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Esemplare di mitragliatrice Gadner

Armamento principale

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  • 4 cannoni a tiro rapido Nordenfelt da 42 mm su affusto a candeliere in casamatta.[3]

Armamento secondario

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Vie d'accesso

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Per giungere alla tagliata si parte dalla città di Schio prendendo la strada statale 46 del Pasubio che attraversa la val Leogra sino ad arrivare alla località di Sant'Antonio; da qui si devono percorrere due tornanti e una salita rettilinea fino a giungere la tagliata.[1] Arrivati li si possono scorgere l'intatta facciata, i resti di un fossato e alcune feritoie per la difesa ravvicinata.[3]

  1. ^ a b c d Tagliata Bariola, su fortificazioni.net, 27 marzo 2017.
  2. ^ Robert Striffler, Da Forte Maso a Porta Manazzo. Storia sulla costruzione ed impiego dei forti e delle batterie italiani dal 1883 al 1916, pp. 72
  3. ^ a b c d Tagliata Bariola, su montagnando.it.

Bibliografia

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  • Mariano de Peron, Siti di guerra sui monti delle valli Leogra – Posina – Astico, Cornedo, 2011.
  • Ecomuseo Grande Guerra Prealpi Vicentine (a.c.), Maso, Enna, Campomolon, Casa Ratti. Forti dello sbarramento Agno-Astico-Posina, Marcolin, Schio, 2014.
  • Luca Girotto, Forte Tombion. La sentinella del Canal di Brenta. Storia ed immagini per la visita alla più antica tra le opere permanenti della "Fortezza Brenta-Cismon", Associazione Storico Culturale della Valsugana Orientale e del Tesino, Borgo Valsugana 2008, ISBN 978-88-903488-0-8.
  • Robert Striffler: Da Forte Maso a Porta Manazzo. Storia sulla costruzione e impiego dei forti delle batterie italiani dal 1883 al 1916, Edizioni Atelier Grafico, Schio 2015, ISBN 8894090213.

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