Teatro del Falcone
Il Teatro del Falcone è stato un teatro italiano, con sede a Genova. Attivo sin dal 1600, fu il primo teatro pubblico genovese e il secondo in Italia solo dopo quello della Repubblica di Venezia.[1] Parzialmente danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, anziché sottoporlo a ristrutturazione fu rimpiazzato nel 1953 da un edificio dedicato a spazi espositivi.[2]
del Falcone | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Località | Genova |
Indirizzo | Via Balbi |
Dati tecnici | |
Tipo | Teatro all'italiana |
Realizzazione | |
Inaugurazione | 1652 |
Demolizione | 1944 |
Architetto | Carlo Fontana |
Sito ufficiale | |
StoriaModifica
Il teatro nacque probabilmente in seguito alle attività legate alla locanda "ad signum Falconis" (o "hostaria sub signu Falconis)[3] in zona Prè e al giardino ivi prossimo,[1] che metteva in scena spettacoli già dalla seconda metà del 1500.[3]
Fu Gabriele Adorno che, dopo aver acquistato nel 1602 la locanda, diede il via alle attività teatrali vere e proprie. Nel 1652 fu messa in scena la prima opera[1] mentre la selezione artistica era gestita dall'abate Frugoni.[4] Vi si esibì anche Alessandro Stradella.[5] La famiglia genovese mise poi all'asta il teatro nel 1679. Eugenio Durazzo lo acquistò e iniziò una totale ristrutturazione, terminata nel 1705. Il progetto dei Durazzo, forse a opera di Carlo Fontana, aggiunse decorazioni e un ordine di palchetti ai quattro presenti, che andavano a sommarsi al loggione e alla galleria comunicante con la platea.[1][2]
Un successivo ampliamento con ristrutturazione fu messo in opera da Gerolamo Ignazio Durazzo nel XVIII secolo.[1]
Nel 1763 fu ospite del teatro Carlo Goldoni. Nel 1824 le proprietà teatrali dei Durazzo, ovvero tutti i tre teatri genovesi dell'epoca, passarono ai Savoia.[1] Il 9 novembre 1827 al Falcone si esibì Nicolò Paganini, con una composizione per la quarta corda e il Rondò della campanella,[3] e fu qui che ne negò la ripetizione al re Carlo Felice, con successiva espulsione del violinista dal Regno Sabaudo, da cui derivò la celeberrima vulgata "Paganini non ripete"[1] (per altre fonti, tuttavia, quest'ultimo evento ebbe luogo a Torino).
Dal 1892, a causa anche della nascita nel 1828 del Teatro Carlo Felice, il teatro cadde in disuso e fu utilizzato prevalentemente come deposito di materiali scenici. Ma l'atto finale si ebbe l'8 maggio 1944, durante la seconda guerra mondiale, quando un'incursione aerea bombardò la città e un elemento incendiato penetrò il tetto, danneggiando i palchi.[1] Anziché ristrutturare il teatro, come da alcuni auspicato,[2][1] il soprintendente ai monumenti Carlo Ceschi decise di sostituirlo con una nuova struttura, inaugurata nel 1953, per ospitare eventi espositivi. Nel 2004 con finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e progettazione della soprintendenza, è stato riaperto al pubblico come sede di mostre.[1]
NoteModifica
- ^ a b c d e f g h i j Teatro del falcone, su palazzorealegenova.beniculturali.it. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2018).
- ^ a b c I teatri storici, su isegretideivicolidigenova.com, I segreti dei vicoli di Genova.
- ^ a b c Teatro Falcone (PDF), su niccolopaganini.it. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ * Orlando Grosso, Genova nell'arte e nella storia : guida storico-artistica, Milano, Alfieri & Lacroix, 1946.
- ^ dal Falcone al Sant’Agostino, da teatristoricidiliguria.it
BibliografiaModifica
- Federigo Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, Genova, Presso Gio. Grondona q. Giuseppe, 1846-1882.
- Orlando Grosso, Genova nell'arte e nella storia : guida storico-artistica, Milano, Alfieri & Lacroix, 1946.
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