Terfezia arenaria

Specie di fungo ascomicete

Il tartufo della sabbia (Terfezia arenaria (Moris) Trappe, 1971) è un fungo della famiglia Pezizaceae.[1]

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Tartufo della sabbia
Terfezia arenaria
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Ascomycota
Sottodivisione Pezizomycotina
Classe Pezizomycetes
Sottoclasse Pezizomycetidae
Ordine Pezizales
Famiglia Pezizaceae
Genere Terfezia
Specie T. arenaria
Nomenclatura binomiale
Terfezia arenaria
(Moris) Trappe, 1971
Nomi comuni
  • Tartufo giallo
  • (SC) tuvara de arena.
Terfezia arenaria
Caratteristiche morfologiche
Sporata
gialla
Velo
nudo
Ecologia
Commestibilità
commestibile

Descrizione modifica

Corpo fruttifero modifica

Subgloboso o emisferico o piriforme, di diametro di 3-10 cm, ricoperto alla base da un reticolo miceliare che termina con una grossa rizomorfa. La superficie del peridio inizialmente è bianca, liscia e con macchioline nere, poi rosata e si fa scura con l'età, diventando infine nero-brunastro e screpolata. Il peridio ha uno spessore di 2-3 mm, di color rosaceo in sezione, formato da ife larghe 20-50 µm.[2][3]

Gleba modifica

La gleba è attraversata da striature che separano la parte fertile, diventando più evidenti col passare del tempo. È anche carnosa, all'inizio bianca e poi rosata. L'odore non è significativo, ma il sapore è gradevole.[2][3][4]

Caratteri microscopici modifica

Spore

Globose, ocra, all'inizio lisce poi verrucose, arrotondate, con dimensioni di 18-20 X 24-28 µm.[3]

Aschi

Gli aschi sono ellittici, dotati di 6-8 spore, di dimensioni di 80-120 x 70-100 µm.[2]

Distribuzione e habitat modifica

Il tartufo giallo cresce nei terreni alluvionali, sabbiosi e acidi o nei boschi di pini e cedri delle zone mediterranee, e fruttifica da marzo a maggio in associazione micorrizica con cisti e con eliantemi.[3][2][4]

Commestibilità modifica

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Commestibile.

Tassonomia modifica

Sinonimi e binomi obsoleti modifica

  • Tuber arenaria Moris, Fl. Sard. Comp. 3: 222 (1829) (basionimo)
  • Choiromyces leonis Tul. & C. Tul., Annls Sci. Nat., Bot., sér. 3 3: 350 (1845)
  • Rhizopogon leonis (Tul. & C. Tul.) Payer, Bot. Crypt.: 100 (1850)
  • Terfezia leonis (Tul. & C. Tul.) Tul. & C. Tul., Fungi hypog.: 173 (1851)
  • Terfezia leonis (Tul. & C. Tul.) Tul. & C. Tul., Fungi hypog.: 173 (1851) var. leonis
  • Terfezia leonis var. heterospora Chatin, C. r. hebd. Séanc. Acad. Sci., Paris 123: 211 (1896)
  • Terfezia goffartii Chatin, C. r. hebd. Séanc. Acad. Sci., Paris: 3 (1896)
  • Terfezia leonis var. goffartii (Chatin) Maire, Bull. Soc. Sci. Nat phys. Maroc 45: 17 (1938)
  • Terfezia leonis var. minor Chatin, Bull. Soc. bot. Fr. 43: 613 (1896)

Note modifica

  1. ^ (EN) Terfezia arenaria, in Index Fungorum, CABI Bioscience.
  2. ^ a b c d Terfezia arenaria (Moris) Trappe, su trufamania.com. URL consultato il 28 gennaio 2015.
  3. ^ a b c d Terfezia arenaria, su globnet.it. URL consultato il 28 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  4. ^ a b Terfezia arenaria, su sardegnaambiente.it. URL consultato il 28 gennaio 2015.

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