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L'urapidil è un agente antiipertensivo che esercita la propria attività farmacologica mediante il blocco del recettore periferico α1.[1]

Urapidil
Nome IUPAC
6-({3-[4-(2-metossifenil)piperazin-1-il]propil}ammino)-1,3-dimetilpirimidin-2,4(1H,3H)-dione
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC20H29N5O3
Massa molecolare (u)387.48 g/mol
Numero CAS34661-75-1
Numero EINECS252-130-4
Codice ATCC02CA06
PubChem5639 CID 5639
DrugBankDBDB12661
SMILES
CN1C(=CC(=O)N(C1=O)C)NCCCN2CCN(CC2)C3=CC=CC=C3OC
Indicazioni di sicurezza

Il farmaco ha tuttavia anche una significativa attività sulla regolazione della pressione arteriosa e del tono simpatico a livello centrale.

A questo livello agisce da antagonista del recettore adrenergico α1 e da agonista nei confronti dei recettori serotoninergici 5-HT1A localizzati nel midollo rostrale ventrolaterale.[2] Questi effetti si traducono in una diminuzione delle resistenze periferiche e della pressione diastolica e sistolica. Diversamente da altri antagonisti del recettore periferico adrenergico α1 il farmaco non determina tachicardia riflessa[3] e questo può essere correlato alla sua debole attività β1 antagonista[4] ed al suo debole effetto vagale a livello cardiaco.[5][6]

Il farmaco non produce di solito alterazioni a livello del metabolismo lipidico e del glucosio.[3] Si è dimostrato efficace in tutti i gradi di ipertensione, dando luogo a una diminuzione pressoria rapida e di lunga durata, apparentemente senza sviluppo di tolleranza e di effetto rebound.

Farmacocinetica

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Dopo somministrazione orale il farmaco è rapidamente assorbito e presenta una biodisponibilità del 70-80%.

La concentrazione plasmatica massima si ottiene entro 30-60 minuti, se il farmaco è somministrato come soluzione e.v., o entro 3-4 ore se somministrato in forma di capsule. L'urapidil viene rapidamente distribuito nell'organismo (emivita di distribuzione pari a 35 minuti) e si lega alle proteine plasmatiche per l'80%.

Il metabolismo a livello epatico è rapido e produce principalmente i derivati p-idrossilato, N-demetilato e O-demetilato. Il metabolita p-idrossilato è quello quantitativamente più rappresentato ma ha un effetto a-bloccante piuttosto limitato, mentre il derivato N-demetilato ha un'azione a-bloccante analoga a quella dell'urapidil. L'emivita di eliminazione è di 4,7 ore in seguito a somministrazione orale e di 2,7 ore in seguito a somministrazione endovenosa.

Il farmaco viene escreto nelle urine per il 30-50%, principalmente in forma di metaboliti, e per il 20% circa in forma immodificata; la quota restante è eliminata nelle feci.

Dopo somministrazione orale la clearance renale è di 1,8 l/ora e quella totale di 12 l/ora.

Tossicità

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Il valore della DL50 nel ratto e nel topo maschio è rispettivamente di 550 e 750 mg/kg per via orale e di 145 e 260 mg/kg per via endovenosa.

Usi clinici

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Il farmaco viene impiegato nel trattamento di tutte le forme di ipertensione arteriosa e anche nelle emergenze ipertensive. È stato usato con successo anche in associazione con β-bloccanti, diuretici, idralazina o captopril.[3]

Il farmaco può essere potenzialmente utile nel trattamento della preeclampsia[7][8] e dell'eclampsia[3][9] e nel trattamento dei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia o di quelli che stanno per subíre un by-pass coronarico.[10][11][12]

È stato anche somministrato nel trattamento dell'ipertensione in corso di interventi chirurgici.[13][14]

Grazie all'azione centrale del farmaco l'urapidil presenta una migliore tollerabilità rispetto alla prazosina e non determina sincope da prima dose.[15]

L'urapidil viene impiegato nel trattamento dell'ipertensione in dosi di 30–90 mg due volte al giorno per via orale. Nel trattamento delle emergenze ipertensive viene somministrato per via endovenosa alla dose iniziale di 25 mg per iniezione lenta (20 secondi), seguita da un'infusione di 9–30 mg per ora. Nei pazienti anziani o con insufficienza epatica le dosi devono essere ridotte a causa dell'aumento dell'emivita del farmaco.

Effetti collaterali

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L'urapidil è di norma ben tollerato e gli effetti collaterali sono normalmente transitori e più frequenti all'inizio della terapia.

Si possono produrre vertigini, nausea, cefalea, stanchezza, palpitazioni, ipotensione ortostatica, nervosismo, prurito e reazioni allergiche cutanee.

È consigliabile che l'urapidil sia assunto a stomaco pieno per ridurre gli effetti a carico del tratto gastrointestinale.

Il farmaco deve essere usato con cautela nei pazienti anziani e in quelli affetti da insufficienza epatica grave avendo cura di ridurre la posologia. L'urapidil non deve essere somministrato per via endovenosa nei pazienti affetti da stenosi aortica.

Il trattamento e.v. non deve durare più di 7 giorni. In caso di anestesia generale per interventi chirurgici o di anestesia praticata con agenti potenzialmente ipotensivi, l'urapidil può indurre un grado di ipotensione che deve essere corretto mediante espansione della volemia.

Anche se nell'animale il farmaco non si è dimostrato teratogeno, nella specie umana non è stata provata la sua innocuità né in gravidanza né durante l'allattamento.

L'urapidil associato con i β-bloccanti provoca un potenziamento dell'effetto ipotensivo.[16]

Può potenziare inoltre l'effetto degli antidepressivi.

  1. ^ Kaplan HR, Smith RD, Antihypertensive drugs: proposed sites and mechanisms of action, in Fed. Proc., vol. 40, n. 8, giugno 1981, pp. 2268–74, PMID 6113170.
  2. ^ Ramage AG, The mechanism of the sympathoinhibitory action of urapidil: role of 5-HT1A receptors (PDF) [collegamento interrotto], in Br. J. Pharmacol., vol. 102, n. 4, aprile 1991, pp. 998–1002, PMC 1917978, PMID 1855130.
  3. ^ a b c d Dooley M, Goa KL, Urapidil. A reappraisal of its use in the management of hypertension, in Drugs, vol. 56, n. 5, novembre 1998, pp. 929–55, PMID 9829161.
  4. ^ Verberne AJ, Rand MJ, Effect of urapidil on beta-adrenoceptors of rat atria, in Eur. J. Pharmacol., vol. 108, n. 2, gennaio 1985, pp. 193–6, PMID 2984023.
  5. ^ Ramage AG, Influence of 5-HT1A receptor agonists on sympathetic and parasympathetic nerve activity, in J. Cardiovasc. Pharmacol., 15 Suppl 7, 1990, pp. S75–85, PMID 1702490.
  6. ^ Eltze M, Investigations on the mode of action of a new antihypertensive drug, urapidil, in the isolated rat vas deferens, in Eur. J. Pharmacol., vol. 59, n. 1-2, ottobre 1979, pp. 1–9, PMID 228944.
  7. ^ Wacker J, Werner P, Walter-Sack I, Bastert G, Treatment of hypertension in patients with pre-eclampsia: a prospective parallel-group study comparing dihydralazine with urapidil, in Nephrol. Dial. Transplant., vol. 13, n. 2, febbraio 1998, pp. 318–25, PMID 9509441.
  8. ^ (DE) Wacker J, Werner P, Schulz M, Henschel B, Bastert G, [Current aspects of antihypertensive therapy in pregnant patients with pre-eclampsia], in Zentralbl Gynakol, vol. 121, n. 12, 1999, pp. 631–6, PMID 10666877.
  9. ^ Juergen R. Wacker, Barbara K. Wagner, Volker Briese, Burkhard Schauf, Lothar Heilmann, Clemens Bartz, Antihypertensive therapy in patients with pre-eclampsia: A prospective randomised multicentre study comparing dihydralazine with urapidil, in European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology, vol. 127, n. 2, 2006, pp. 160–165, DOI:10.1016/j.ejogrb.2005.09.013.
  10. ^ Barankay A, Göb E, Richter JA, Treatment of hypertension in coronary bypass surgery. Clinical experience with urapidil, in Arzneimittelforschung, vol. 31, n. 5, 1981, pp. 849–52, PMID 6973979.
  11. ^ Göb E, Barankay A, Richter JA, Control of hypertension during cardiopulmonary bypass with urapidil and phentolamine, in Arzneimittelforschung, vol. 31, n. 9, 1981, pp. 1479–81, PMID 7197959.
  12. ^ Johanna G. van der Stroom, Harry B. van Wezel, Johanna J.M. Langemeijer, Henricus H.M. Korsten, Jan Kooyman, Peter J.A. van der Starre, A randomized multicenter double-blind comparison of urapidil and ketanserin in hypertensive patients after coronary artery surgery, in Journal of Cardiothoracic and Vascular Anesthesia, vol. 11, n. 6, 1997, pp. 729–736, DOI:10.1016/S1053-0770(97)90166-X.
  13. ^ Hess W, Schulte-Sasse U, Tarnow J, Veit S, Comparison of phentolamine and urapidil in controlling acute intra-operative hypertension in patients subjected to coronary artery bypass surgery, in Eur J Anaesthesiol, vol. 2, n. 1, marzo 1985, pp. 21–7, PMID 3874774.
  14. ^ (PL) Grabowska-Gaweł A, Porzych K, Grześk G, [Usefulness of urapidil during intraoperative rise of arterial blood pressure in patients operated under general anesthesia], in Prz. Lek., vol. 62, n. 3, 2005, pp. 148–51, PMID 16171143.
  15. ^ Langtry HD, Mammen GJ, Sorkin EM, Urapidil. A review of its pharmacodynamic and pharmacokinetic properties, and therapeutic potential in the treatment of hypertension, in Drugs, vol. 38, n. 6, dicembre 1989, pp. 900–40, PMID 2693046.
  16. ^ Zanchetti A, Addition of urapidil or metoprolol to the treatment of hypertensive non-responders to nifedipine monotherapy: efficacy and metabolic effects. Italian Urapidil Study Group, in Blood Press Suppl, vol. 3, 1995, pp. 38–46, PMID 8535541.

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