Nel 1142 Guarniero duca di Spoleto donò, per la remissione dei suoi peccati, il terreno ai piedi di Collalto, tra Tolentino e Macerata, ad un gruppo di dodici monaci, per lo più francesi, guidati dall’abate e provenienti dall’Abbazia di Chiaravalle di Milano, affinché vi edificassero un complesso abbaziale. Dopo una successiva donazione i monaci si trasferirono nella valle del Fiastra, dove fondarono una nuova Chiaravalle. Il luogo appariva idoneo alle loro esigenze, poiché essi cercavano la solitudine, per isolarsi dagli uomini e dal mondo e dedicarsi ad una vita di preghiera e di lavoro (ora et labora). I monaci preferivano insediarsi in valli malsane e palustri o ricoperte di foreste per poterle trasformare in campagne fertili e produttive.

Naturalmente il luogo doveva essere ricco di acqua, necessaria non solo alla vita e all’igiene dei monaci, ma anche alle loro attività produttive: l’acqua serviva per muovere le ruote dei mulini, delle macchine e per irrigare i terreni.