Utente:Aflajs/Sandbox

Stati Sardi o Stati di S.M. il Re di Sardegna o (dal 1848) anche Stato Sardo o Regno Sardo, sono i termini con cui viene definito nel periodo dal 1720 al 1859 lo Stato composito prima, unitario poi, retto dai Savoia.

Per sineddoche, esso viene anche denominato Sardegna o, impropriamente, Regno di Sardegna.

Gli Stati Sardi si suddividevano in:

Prima dell’invasione napoleonica, gli Stati di Terraferma erano un assortimento variegato di ducati, marchesati, contee e così via. Giuridicamente si trattava di feudi facenti parte del Sacro Romano Impero, su gran parte dei quali i Savoia esercitavano una sovranità quasi completa (ad eccezione dello jus honorum).

Con la restaurazione, gli Stati di Terraferma si configurarono come uno Stato unitario e sovrano.

Chiaramente, il termine Stati di Terraferma iniziò ad essere utilizzato dopo che il Regno di Sardegna entrò a far parte dei domini di Casa Savoia (1720). Prima, il termine utilizzato era Stati del Duca di Savoia anche se oggi gli storici preferiscono utilizzare il termine Stato sabaudo.

Il Regno di Sardegna era uno Stato esistente giuridicamente dal 1297 che, dal 1720, con il Trattato dell’Aia, venne assegnato al Duca di Savoia.

Tale regno era autonomo; infatti, era retto da un viceré con una propria Segreteria di Stato[1].

Questa autonomia venne meno con la cosiddetta fusione perfetta e la successiva promulgazione dello Statuto Albertino nel 1848.

Sempre nel 1848, gli Stati Sardi dichiararono guerra all’Austria ed occuparono temporaneamente i ducati di Parma e Guastalla, gli Stati di Modena e Reggio, la Lombardia ed alcune province venete.

L’11 luglio 1848, durante la guerra, fu decretata con la Legge 747 la nascita di un nuovo Regno che univa tutti questi territori[2].

Come si può desumere dagli scritti di Cavour del 20 giugno 1848[3], a guerra conclusa questo nuovo regno avrebbe dovuto chiamarsi Regno dell’Alta Italia.

A questo punto, la denominazione “Stati Sardi” avrebbe dovuto scomparire, se non fosse che i Savoia persero la guerra e tutti i territori conquistati.

Il nuovo Regno rimase senza un nome ufficiale e negli atti di governo, da quel periodo, lo Stato continuerà ad essere chiamato Stati Sardi o Stato Sardo o anche, ufficiosamente, Regno Sardo[4].

Questo contribuirà a generare il diffuso equivoco che tale regno sia il Regno di Sardegna, che invece giuridicamente non venne mai esteso nel continente.

La Lombardia venne riannessa nel giugno 1859, durante la seconda guerra di indipendenza. Da questo momento, per gli effetti della Legge 747 del 1848, le denominazioni “Stato Sardo” e “Regno Sardo” scomparvero dagli atti di governo, sostituite dai termini generici “Stato” o “Regno”[5].

Stando agli accordi di Plombieres, a guerra conclusa, il regno avrebbe dovuto finalmente assumere la denominazione ufficiale di Regno dell’Alta Italia.

Ma anche stavolta i fatti andarono contro le previsioni: nella stessa estate del 1859 le popolazioni del centro-nord Italia (Toscana, Parma, Modena e le Legazioni) insorsero contro i governanti formando una lega che entrò a far parte dell’orbita sabauda e i cui territori vennero infine annessi al Regno nel marzo 1860.

Nel maggio dello stesso anno, Garibaldi partì alla conquista del Sud Italia e l’impresa ebbe successo. Il Regno venne così esteso a tutta Italia, con l’eccezione del Lazio, del Triveneto e della Repubblica di San Marino.

A partire dal dicembre 1860, negli atti di governo lo Stato era già denominato “Stato italiano”[6] ed il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II assunse ufficialmente il titolo di Re d’Italia.

  1. ^ Segreteria di Stato e di guerra del regno di Sardegna, su dati.san.beniculturali.it.
  2. ^ Raccolta degli atti del Governo di Sua Maesta il re di Sardegna - volume decimosesto.
  3. ^ L’unione della Lombardia al Regno sardo e la Costituente, su fondazionecavour.it.
  4. ^ Raccolta degli atti del Governo di Sua Maesta il re di Sardegna.
  5. ^ Ad esempio, Legge Rattazzi del 1859.
  6. ^ regio decreto 17 dicembre 1860 n 4499 Annessione delle province siciliane.