Utente:Ags/Castello Ruffo di Amendolea

Il Castello Ruffo di Amendolea, fortezza medievale situata nell'omonimo paese nel pieno centro di quella che è conosciuta come l'area grecanica della Provincia di Reggio Calabria, sorgeva in un ruolo altamente strategico, in quanto la valle della fiumara Amendolea costituiva in epoca storica il confine tra Locri e Reggio Calabria.

La storia

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Le sue origini sono incerte; alcune monete rinvenute sul luogo e la presenza nei pressi del castello dei resti di quattro chiesette bizantine (SS.Annunziata, Santa Caterina, S. Sebastiano e S. Nicola) fanno presupporre la presenza di una roccaforte già in periodo bizantino.

Certa è la presenza del castello in epoca normanna, come si evince da studi circa le tecniche di costruzione degli elementi più antichi.

Dall'analisi delle mura, mostranti un vero e proprio martellamento, si ha conferma che il castello fu coinvolto nel XIII secolo nell'opera di abbattimento dei castelli ordinata da Federico II nel 1230.

Successivamente ristrutturato, nei secoli seguenti il castello fu coinvolto nelle lotte di potere fra nobili famiglie locali, cambiando spesso proprietario.

Fra tali famiglie ricordiamo la famiglia Amendolea, da cui ebbe nome il paese sottostante il castello, e la famiglia Ruffo, che manterrà il possesso del maniero sino al 1806, anno in cui ebbe fine l’età feudale.

La struttura

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La rocca, in posizione strategica dominante, è stretta attorno da muraglioni di cinta, di largo spessore, amalgamati alla roccia e rotti a metà altezza, per una sicura demolizione avvenuta. Più tardi, ci dovette essere una ricostruzione delle mura diroccate, perché vi si notano delle sovrastrutture più recenti. Queste nuovi muri lunghi circa 800 metri, infatti, differiscono dai fabbricati della torre centrale per stile e per epoca di costruzione. Il Castello, anche se costituito da un aggregato di abitazioni civili costruite in diverse epoche, era abbastanza compatto.

Su tutto si erge la grande torre-mastio completamente spaccata in due parti in seguito al sisma del 1783; tale lesione la percorre in verticale: dalla merlatura sino alla base, tanto da essere denominata la "torre spaccata".

Accanto si evidenzia una grande sala rettangolare con finestre esterne e, addossati a questa, ruderi di altri ambienti.

Essendo il castello un aggregato di più parti e per di più costruite in diverse fasi e in epoche diverse, la parte più antica del castello sembra essere riscontrabile nella torre quadrangolare accanto alla grande sala.Essa è riconducibile alle prime fortificazioni normanne.

In una seconda fase, riconducibile intorno al XIII - XIV sec., è stata costruita dal lato est un'altra torre a tre piani.


Al piano terra è visibile una cisterna per la raccolta delle acque piovane; al secondo piano vi era la cappella riscontrabile per un'abside con un arco a sesto acuto, una finestrella centrale e da tracce di affreschi; il terzo piano, diviso da un solaio in legno, aveva una nicchia con finestra sulla parete est ed un sedile.

Nella stessa fase è stata costruita la grande sala rettangolare su due piani: il piano superiore comunicava con la cappella della torre tramite un portale ed era dotata di cinque finestre molto grandi; il piano inferiore, parzialmente interrato, era illuminato da aperture ricavate sopra la linea di terra.


Sempre in questa fase si può datare la costruzione della grande torre centrale che si innalzava su tre piani: il piano terra non aveva aperture. La torre aveva una copertura ed era merlata.

Al primo piano, era situata la porta di entrata: la luce vi penetrava da una grande finestra ornata da una doppia ghiera di mattoni.

La torre era tramezzata da pavimenti lignei come si evince dagli incassi praticati lungo le pareti per la sistemazione delle travi.

In questa fase sono stati aggiunti gli edifici più residenziali tipici della raggiunta agiatezza, infatti nell'angolo ovest della terza torre si nota un grande caminetto, segno di una certa ricchezza.

In una terza fase successiva venne aggiunto il muro poligonale di Nord-Est , il muro esterno e quelli sul lato ovest di esiguo spessore.

Oggi del castello rimangono intatti solo due lati, mentre gli altri due emergono appena dal terreno.



E’ formato da una serie di edifici costruiti in più fasi (dal XII al XVII secolo). Per la loro edificazione sono stati utilizzati blocchetti di selce squadrati con inserti in cotto. Nelle mura di cinta il castello ospitava oltre trecento abitanti. Oggi sono visibili parte delle mura perimetrali merlate, una torre (in decadenza) formata da due piani divisi da una impalcatura in legno, la cappella interna della fortezza con alcuni affreschi, grosse cisterne per l’acqua, la zona dove un tempo c’erano i saloni per i ricevimenti. Lungo le mura perimetrali si notano le feritoie usate in caso d’attacco e il posto di guardia per le sentinelle.


Nell’area 2000 il prosieguo della ricerca ha consentito il rinvenimento, nella fossa di fondazione del perimetrale E, di manufatti (ceramica dipinta, frammenti di vetro) che confermano la datazione dell’edificio al XII-XIII secolo, come era già emerso dalla prima campagna di scavo del 2000.

Individuazione sul lato Nord di tre finestre arciere relative ad un impianto difensivo precedente l’ampliamento di fine XIV secolo documentato dal muro dell’area 8000; è stata pertanto accertata la presenza di un muro di cinta più antico nel punto in cui sarà realizzato alla fine del XII secolo l’ambiente 4100-4400. Nell’area 7000 si è rivelato di grande interesse il riempimento dell’ambiente R, che ha restituito numerosi reperti ceramici sia di produzione locale (soprattutto invetriate) sia d’importazione (lustri spagnoli).

Qualche storico, pur in assenza di prove, ha pensato bene di ubicare in questo luogo l’antica Peripoli, ma naturalmente del fatto non si hanno prove certe.