Utente:Alessia Cucinotta/ Sklovskij e "La novella dei misteri"

Šklovskij e la Novella dei misteri

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Novella dei misteri
Titolo originaleНовелла тайн
Novella tajn
AutoreViktor Sklovskij
1ª ed. originale1925
1ª ed. italiana1966
GenereSaggio
Lingua originalerusso


Novella dei misteri [1](in russo Новелла тайн?, Novella tajn)[2] è un saggio uscito in prima edizione nel 1925 e poi rieditato nel 1929, scritto dal critico letterario russo Viktor Borisovič Šklovskij e contenuto nella raccolta La Teoria della prosa. In accordo con la matrice formalista del pensiero dell'autore, il saggio compie un'analisi morfologica che cerca di scoprire le funzioni [3] della narrazione, di indagare quali elementi compongono il testo e come essi vengono arrangiati. In particolare, in questo saggio Šklovskij analizza quella che definisce "novella dei misteri", indicando con questo termine il racconto breve in cui viene utilizzato il mistero come procedimento dell'intreccio.

Contenuto

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Šklovskij si interroga circa il successo che i racconti appartenenti al genere del giallo deduttivo stanno avendo, a parer suo scalzando il genere del romanzo d'avventura come nuova struttura narrativa in grado impiegare meglio gli strumenti narrativi tipici del racconto di mistero per suscitare l'interesse del pubblico di massa[4]. Il segreto di questo successo, secondo il critico letterario russo, risiede nella particolare struttura narrativa di questi racconti e nel modo in cui le informazioni e gli avvenimenti sono disposti nel testo al fine di generare curiosità nel lettore. Nella tecnica del mistero, secondo Šklovskij, è importante non permettere a chi legge di scoprire cosa sta di fatto succedendo, perché una volta capito, la situazione perderebbe totalmente il suo fascino. Šklovskij individua diverse soluzioni narrative ed espedienti letterari per creare il mistero, come per esempio la trasposizione temporale (un cambiamento nell’ordine temporale degli eventi) impiegata nei romanzi di Charles Dickens, Lev Tolstoj e Fëdor Dostoevskij[5]. Tuttavia, per discutere del funzionamento della novella del mistero e delle tecniche compositive e narrative impiegate in essa, Šklovskij analizza nel dettaglio i racconti Sherlock Holmes, i quali, anche grazie ad una struttura narrativa ripetitiva, monotona e facilmente riconoscibile[6], sono esemplari perché costruttivamente basati sul mistero, presentando il crimine come un indovinello e l’investigatore come colui che lo risolve e impiegando con grande concentrazione i dispositivi narrativi e le tecniche narrative tipiche del genere. Essi, continua il critico, sono costruiti infatti su una struttura narrativa che nasconde al lettore l’evento centrale (chi ha commesso il delitto e come) , disseminando però la narrazione di indizi che, se correttamente interpretati, possono portare alla risoluzione.

Šklovskij su Sherlock Holmes

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Šklovskij punta ad indagare gli schemi di intreccio e i procedimenti formali che Arthur Conan Doyle impiega per scrivere le storie di Holmes, individuando strutture del discorso ed elementi narrativi e linguistici ricorrenti, tra cui:

- Nella parte iniziale del racconto il lettore assiste a una conversazione tra Sherlock Holmes e il Dottor Watson sulle avventure passate: questo è un espediente narrativo che, secondo Šklovskij, ha la funzione di presentarci il detective e il suo particolare metodo di indagine. Successivamente vediamo in atto questo metodo investigativo nel momento in cui arriva un cliente che presenta ai due un possibile caso, come nell'esempio, riportato da Šklovskij[7]. e appartenente al racconto “Un caso di identità”, in cui Holmes inferisce la storia della donna che si trova davanti dalle maniche della sua giacca.

- La disseminazione degli indizi nel testo: secondo Šklovskij, gli indizi sono posti in modo tale che il lettore non noti quelli più importanti, i quali, opportunamente mimetizzati e sparsi nella narrazione, solo alla fine della storia riveleranno il loro valore. Šklovskij come esempio riporta alcuni stralci dal racconto “L’avventura della banda maculata”[8] e analizza come elementi apparentemente senza importanza, quali un campanello da camera che non suona o un ventilatore che non sbocca sull'esterno, siano in realtà fondamentali per capire come si è svolto l'omicidio a arrivare alla soluzione.

- L'uso di indizi fuorvianti e di false risoluzioni: come argomenta il critico russo, nei suoi racconti Conan Doyle inserisce volutamente degli indizi fuorvianti per portare fuori strada tanto Sherlock Holmes quanto il lettore. Per esempio, è il caso dell'uso di parole omonime: in “L’avventura della banda maculata”, sostiene Šklovskij, Conan Doyle gioca con l'ambivalenza del termine "banda" nella frase Oh mio Dio! Helen! Era la banda! La banda maculata!”[9], in quanto, in inglese come in italiano, la parola può significare sia un gruppo di persone che un nastro. Questo espediente linguistico porta Holmes ad arrivare ad un falso finale[10], credendo erroneamente che la parola "banda" pronunciata dalla vittima in punto di morte si riferisse ad un gruppo di persone (nello specifico, ad un gruppo di zingari accampati in giardino). Solitamente, scrive Šklovskij, alle false risoluzione arrivano personaggi quali Watson (che per Šklovskij ha la funzione narrativa dell'"eterno sciocco", ovvero di quel personaggio che lo scopo drammaturgico di ritardare la conclusione e aumentare l’estensione del racconto) o i poliziotti, ma anche quando è lo stesso Holmes a cadere nelle trappole degli indizi fuorvianti, alla fine deve essere sempre lui a collegare gli indizi, a disambiguarli e a metterli nel giusto ordine per arrivare poi alla risoluzione corretta.

La struttura narrativa dei racconti di Sherlock Holmes

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Dopo aver analizzato dettagliatamente alcuni dispositivi narrativi impiegati esemplarmente nei racconti di Sherlock Holmes, Šklovskij sintetizza in nove punti lo schema dei passaggi narrativi e delle funzioni ricorrenti impiegati da Conan Doyle per scrivere ogni racconto.

  1. Conversazione tra Sherlock e Watson riguardo i casi precedenti.
  2. La comparsa di un cliente che racconta il crimine accaduto.
  3. Introduzione dei primi indizi.
  4. Prima falsa conclusione introdotta da Watson.
  5. Analisi degli indizi direttamente sulla scena del crimine, qui la storia raggiunge il vigore narrativo.
  6. L'investigatore ufficiale ipotizza una falsa conclusione; se questo è assente l'ipotesi viene fornita dal giornale, dalla vittima o dallo stesso Sherlock.
  7. Momento di stallo formato dalle riflessioni di Watson. Sherlock Holmes fuma o ascolta la musica, analizzando i fatti senza azzardare una conclusione definitiva.
  8. Dénoument della vicenda, per lo più inaspettato.
  9. Sherlock analizza i fatti e spiega la risoluzione della vicenda.

Accoglienza

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Quello di Šklovskij è uno dei primi tentativi di riflessione teorica sulle strutture narrative caratteristiche del racconto poliziesco classico, messe in pratica da scrittori prolifici quali per esempio Arthur Conan Doyle, S.S. Van Dine (autore anche di un saggio dedicato alle regole per scrivere romanzi polizieschi) e Agatha Christie, che su quel modello hanno imbastito i loro racconti [11]. Šklovskij inaugura, con "La novella dei misteri" e gli altri saggi contenuti in Teoria della prosa, un tipo di analisi del testo e della narrazione che più essere definita "funzionalista" e "composizionale"[12] e che prevede si analizzare le componenti strutturali del discorso, i dispositivi narrativi e quelli linguistici e il modo in cui essi sono inseriti nel testo. Il modello di indagine testuale formalista, di cui il saggio di Šklovskij è un esempio emblematico, è stato di fondamentale importanza non solo per l'evoluzione della critica letteraria strutturalista ma, grazie al suo concentrarsi sulle forme e strutture del testo e sulla loro composizione all'interno della narrazione, anche per la narratologia contemporanea.[13] Anche l'impatto di "La novella dei misteri" sulla teoria e sulla critica della letteratura di genere poliziesco non è certo trascurabile, venendo utilizzato spesso come uno dei testi di riferimento per ragionare sulla struttura del giallo classico[14]

  1. ^ "Sherlock Holmes and the Mystery Novel", in Viktor Borisovič Šklovskij, Theory of Prose, 1991, pp 101-16. "La novella dei misteri" in Viktor Borisovič Šklovskij, Teoria della prosa, traduzione di Cesare G. de Michelis e Renzo Oliva, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1974.
  2. ^ per la versione del saggio in lingua originale cfr. http://shikardos.ru/text/viktor-shklovskij-novella-tajn/
  3. ^ Propp, Vladimir J, Gian L. Bravo, and Claude Lévi-Strauss. Morfologia Della Fiaba. Torino: Einaudi, 1982, I ed. originale 1929
  4. ^ cfr. Garr, Melissa. "Ostranenie and Genre". In: Gratchev, Slav N, and Howard Mancing (a cura di), Viktor Shklovsky's Heritage in Literature, Arts, and Philosophy, Lanham: Lexington Books, 2019, p.81
  5. ^ Šklovskij, Victor. "Sherlock Holmes and the Mistery Novel" in Theory of Prose, 1991, p.102. Cfr. anche Garr, Melissa. "Ostranenie and Genre". In: Gratchev, Slav N, and Howard Mancing (a cura di), Viktor Shklovsky's Heritage in Literature, Arts, and Philosophy, Lanham: Lexington Books, 2019, p.81
  6. ^ Ibidem
  7. ^ Šklovskij, Victor. "Sherlock Holmes and the Mistery Novel" cit., p.102-103
  8. ^ Šklovskij, Victor. "Sherlock Holmes and the Mistery Novel" cit., pp.105-108 passim
  9. ^ Doyle, Arthur Conan. "L'avventura della banda maculata". In: Le avventure di Sherlock Holmes. I ed. originale 1892, I ed. italiana 1894
  10. ^ Hodgson, John A. “The Recoil of ‘The Speckled Band’: Detective Story and Detective Discourse.” Poetics Today, vol. 13, no. 2, 1992, pp. 309–324. JSTOR, www.jstor.org/stable/1772535, p. 315
  11. ^ Garr, Melissa. "Ostranenie and Genre". In: Gratchev, Slav N, and Howard Mancing (a cura di), Viktor Shklovsky's Heritage in Literature, Arts, and Philosophy, Lanham: Lexington Books, 2019, p. 81
  12. ^ Gorman, David. "Shklovsky and Narrative Theory". In: Gratchev, Slav N, and Howard Mancing (a cura di), Viktor Shklovsky's Heritage in Literature, Arts, and Philosophy, Lanham: Lexington Books, 2019, p.70
  13. ^ Culler, Jonathan. "Fabula and Sjuzhet in the Analysis of Narrative: Some American Discussions". In: Onega, Jaén S. Narratology: An Introduction, London : Routledge, 2016.
  14. ^ Singer, Eliot A. “The Whodunit as Riddle: Block Elements in Agatha Christie.” Western Folklore, vol. 43, no. 3, 1984, pp. 157–171. JSTOR, www.jstor.org/stable/1499897; Revzin, I. I., and Julian Graffy. “Notes on the Semiotic Analysis of Detective Novels: With Examples from the Novels of Agatha Christie.” New Literary History, vol. 9, no. 2, 1978, pp. 385–388. JSTOR, www.jstor.org/stable/468580.

Bibliografia

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  • Slav N. Gratchev e Howard Mancing (a cura di), Viktor Shklovsky's Heritage in Literature, Arts, and Philosophy. Lanham, Lexington Books, 2019, ISBN-13: 978-1498597920.
  • Scott McCracken, Pulp: Reading Popular Fiction. Manchester, Manchester Univ Pr, 1998, ISBN: 9780719047596.
  • Will Norman, "Teaching Crime Narratives: Historicizing Genre and the Politics of Form". In: Jacobs R. (a cura di) Teaching Narrative. Teaching the New English. Cham, Palgrave Macmillan, 2018, DOI: 10.1007/978-3-319-71829-3_6.
  • Viktor Borisovič Shklovskiǐ, Benjamin Sher, and Gerald L. Bruns (traslators). 1991. Theory of Prose. Elmwood Park (Ill.): Dalkey archive Press. pp. 101-116. ISBN 9780916583545
  • Viktor Borisovič Shklovskiǐ, Teoria della prosa, traduzione di Cesare G. de Michelis e Renzo Oliva, con una prefazione inedita dell’autore e un saggio di J. Mukařovsky. Torino, Giulio Einaudi Editore, 1974, ISBN 88-06-22434-4.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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[[Categoria:Generi letterari]]