Giuba Petreio Ifante, (in latino: Iuba Petreius Hyphantes, in greco: Ὑφαντής) (45 a.C. circa – 40 d.C. circa), è stato uno scrittore romano, di origine greca del I secolo d.C..

Biografia modifica

La vita di Petreio Ifante si ricostruisce solamente dalle sue opere, riscoperte fra i reperti della Villa dei Papiri di Ercolano. Da queste fonti si deduce che fu un autore di teatro ai tempi degli imperatori Augusto e Tiberio. Probabilmente era un liberto di origine greca, dato che il nome sembra indicare una provenienza dalla clientela del pretore Marco Petreio, uno dei seguaci di Pompeo Magno che si suicidò in seguito alla battaglia di Tapso, dopo aver affrontato il re numida Giuba I in duello.[1]

Opere modifica

L'opera pervenuta consiste in una tetralogia drammatica dal titolo "I demagoghi” (Iubae Petreii Hyphantis Δημαγωγοι tres tragoediae unaque satira). Il soggetto è di natura storica, ambientato ai tempi della Guerra del Peloponneso (431 - 404 a.C.) in Grecia e in Sicilia. Le prime tre tragedie ("De Meliis", "Ad Syracusam", "Apud Arginusas") sono contingenti e ripercorrono la caduta dell'impero Ateniese dalla spedizione contro l'isola di Melo fino alla battaglia di Egospotami. Il quarto testo ("Pro Socrate") è una satira dal carattere più eclettico, incentrata sulla vita e la morte del filosofo Socrate. L’ultima opera rivela più delle altre le intenzioni dell'autore che non furono soltanto l'erudizione storica degli spettatori, ma anche la critica della corruzione nella politica romana del suo tempo.

Edizioni modifica

L'opera di Petreio Ifante è stata pubblicata finora solo in traduzione tedesca. Un'edizione scientifica del testo originale è in preparazione.

Bibliografia modifica

  • Petreius Hyphantes: Die Demagogen. Der Untergang des Attischen Reiches, Neckenmarkt 2010.

Note modifica