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Le Esplorazioni geografiche
L'arrivo dell'esploratore Cristoro Colombo a San Salvador in America

Si definiscono correntemente esplorazioni geografiche i viaggi in territori lontani e sconosciuti, tenuti dall'uomo fin dai tempi più remoti, per ragioni economiche, politiche, militari, scientifiche. Generalmente il termine si riferisce alle esplorazioni compiute dagli europei per ampliare il loro mondo conosciuto.

Fu l'interesse commerciale a spingere i mercanti egizi a recarsi a sud del Basso Egitto e esplorare le regioni dell'Africa Orientale in particolare la Nubia, l'Etiopia, la Somalia, conoscenze che trasmisero poi ai Greci. I Fenici, popolo di mercanti e di navigatori, esplorarono le coste del Mediterraneo e furono il primo popolo a oltrepassare le temutissime Colonne d'Ercole, raggiungendo le vicinanze dell'attuale città spagnola di Cadice. Secondo una leggenda egizia, ripresa da Erodoto due mercanti fenici, per ordine del faraone Nemo, realizzarono per primi la circumnavigazione dell'Africa, raggiungendo il Golfo di Guinea, il Capo di Buona Speranza e infine tornarono nel Mar Rosso. Per quanto riguarda i Greci, di espandersi e di fondare nuove colonie li spinse a dare un nuovo impulso alle esplorazioni. I Greci si concentrarono soprattutto sull'Europa e sull'Asia; raggiunsero le coste italiane e quelle spagnole. Un certo Coleo di Samo, nel VII secolo a.C. fondò sulle Colonne d'Ercole la città di Tartasso, considerata per lungo tempo il limite occidentale del mondo. Il greco Eutimene da Marsiglia e il cartaginese Annone, costeggiarono l'Africa nord-occidentale e vi fondarono numerose colonie.

Ai greci risalgono i primi tentativi di cartine geografiche: il mondo da loro conosciuto era piatto, raffigurava il Mediterraneo con l'Africa raffigurata solo nella parte settentrionale, l'Europa terminante all'attuale Germania e l'Asia si chiudeva a est con l'India. Quattro i fiumi principali che univano i tre continenti

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