Il Partito Comunista del Vietnam è un partito politico vietnamita fondato nel 1930 e unico partito autorizzato a operare e governar nella Repubblica Socialista del Vietnam ai sensi della costituzione dal 1976. Il Partito si pone come il rappresentante della classe operaia, dei lavoratori e dell'intera nazione, prendendo il marxismo-leninismo e il Pensiero di Hồ Chí Minh come linee guida per tutte le attività.[1]

L'organo supremo del Partito è il Congresso Nazionale dei Deputati, che elegge il Comitato Centrale. Tra i congressi del partito, il Comitato centrale del partito è l'organo supremo che decide sulle questioni del partito. Dopo il congresso, il Comitato Centrale elegge il Politburo, il Segretariato e il Comitato Centrale di Ispezione ed elegge un membro del Politburo come Segretario Generale.

Il PCV partecipa all'annuale Incontro internazionale dei partiti comunisti e operai.[2] Il partito è noto anche per la sua difesa di quella che definisce "economia di mercato orientata al socialismo" e ha implementato un'economia di comando in Vietnam prima di introdurre nel 1986 delle riforme di mercato note come Đổi Mới. Durante la guerra fredda, il partito si schierò con l'Unione Sovietica e i suoi alleati.

Storia modifica

1925-1930 modifica

Nel 1925, l'espatriato Hồ Chí Minh fondò in Cina l'Associazione della Gioventù Rivoluzionaria Vietnamita (Hội Việt Nam Cách mạng Thanh niên), comunemente abbreviata in Associazione della Gioventù (Hội Thanh niên).[3] L'obiettivo dell'Associazione era quello di porre fine all'occupazione coloniale del Vietnam da parte della Francia preparando le masse alla lotta armata rivoluzionaria.[4] Aveva inoltre il compito di propagare il marxismo-leninismo e la linea rivoluzionaria della tra le masse operaie e contadine e tra gli intellettuali rivoluzionari in vista dell'eventuale fondazione del partito comunista.[5] Tali sforzi erano sostenuti finanziariamente dal Comintern.[6] L'Associazione si diffuse in maniera capillare nelle fabbriche e nei principali centri economici dell'Indocina, inviando gli iscritti a lavorare e vivere nelle fabbriche, miniere e piantagioni secondo il principio della "proletarizzazione".[7]

Nel 1928 la sede dell'Associazione a Canton fu distrutta dal Kuomintang e il gruppo fu costretto alla clandestinità.[8] Questo portò a una rottura nazionale all'interno della Lega della Gioventù e infine a una scissione.[9]

Verso la fine del marzo 1929 venne creata la prima cellula comunista dell'Indocina con sede ad Hanoi.[10] Tale cellula promosse la creazione di un partito comunista durante il Congresso di zona dell'Associazione nel Tonchino e assegnò ai delegati locali del congresso nazionale il compito di far approvare tale richiesta.[10]

Il 1° maggio 1929 si tenne a Hong Kong il Congresso dell'Associazione della Gioventù Rivoluzionaria del Vietnam, durante la quale la delegazione del Tonchino propose lo scioglimento dell'Associazione e la fondazione del Partito Comunista Indocinese. La proposta non fu accettata dal Congresso e la delegazione abbandonò la seduta.[11]

Partito Comunista Indocinese modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Comunista Indocinese.
 
Una bandiera del Partito comunista Indocinese.

Il 17 giugno 1929, più di 20 delegati provenienti da cellule di tutta la regione del Tonchino tennero una conferenza ad Hanoi, dove dichiararono lo scioglimento della Associazione della Gioventù Rivoluzionaria e proclamarono la creazione del Partito Comunista Indocinese (Đông Dương Cộng sản Đảng).[12] Presentò la sua piattaforma politica, il manifesto, con l'intenzione di realizzare la rivoluzione socialista e l'alleanza operaia e contadina.[13]

L'altra fazione dell'Associazione, con sede nella regione della Cocincina, tenne una conferenza a Saigon e si autoproclamò Partito Comunista dell'Annam (An Nam Cộng sản Đảng) alla fine del 1929.[12][14] Durante il resto del 1929, i due partiti si impegnarono in una polemica reciproca al fine di ottenere una posizione di egemonia all'interno del movimento di liberazione vietnamita.[15] Un terzo gruppo comunista vietnamita, che non proveniva dalla Lega della Gioventù, emerse nella regione dell'Annam con il nome di Lega Comunista dell'Indocina (Đông Dương Cộng sản Liên Đoàn).[15] La Lega dei Comunisti dell'Indocina affondava le sue radici in un altro gruppo di liberazione nazionale che era esistito parallelamente alla Lega della Gioventù e si considerava un rivale di quest'ultima.[15]

Fondazione modifica

Venuto a conoscenza dell'esistenza dell'esistenza di tre organizzazioni comuniste nel Vietnam, il Comintern inviò una lettera per chiedere la loro unificazione in un'unica organizzazione politica:[16]

(EN)

«The task of utmost importance and urgency for the Indochinese communists is to found a revolutionary party of the proletariat. This should be a single party, and for Indochina this party was to be the only communist organization. The non-existence of the single Communist Party, while the agitation among the worker and peasant masses is day by day developing, constitutes a great danger for the immediate future of the revolution in Indochina.»

(IT)

«Il compito di massima importanza e urgenza per i comunisti indocinesi consiste nella costituzione di un partito rivoluzionario del proletariato, che deve essere unico e rappresentare l'unica organizzazione comunista per l'Indocina. L'inesistenza di un unico partito comunista, mentre l'agitazione tra le masse operaie e contadine si sviluppa giorno dopo giorno, costituisce un grande pericolo per l'immediato futuro della rivoluzione in Indocina.»

Seguendo le direttive del Comintern esposte nella lettera, Ho Chi Minh tenne una riunione per unificare le organizzazioni comuniste del Vietnam.[17] Il 3 febbraio 1930 fu organizzata nel Wah Yan College di Kowloon, Hong Kong, la conferenza di unificazione tra il Partito Comunista dell'Indocina e il Partito Comunista dell'Annam, insieme a singoli membri della Lega dei Comunisti dell'Indocina. Dopo 5 giorni di lavori, il 7 febbraio 1930, nacque ufficialmente il Partito Comunista del Vietnam.[17][18] Tran Phu fu eletto segretario generale e scrisse le Tesi politiche del partito.[19]

In una successiva conferenza, su richiesta del Comintern, il partito cambiò nome in Partito Comunista Indocinese (Đảng Cộng sản Đông Dương) per comprendere le lotte di Laos e Cambogia, facenti ancora parte dell'Indocina francese.[20] L'11 aprile 1931 il Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista riconobbe ufficialmente il PCI.[20]

Il PCI guidò i moti di rivolta del 1930-1931, in particolare l'insurrezione dei Soviet di Nghệ-Tĩnh che volevano instaurare un governo sovietico.[20] Il movimento fallì e il PCI subi pesanti perdite a causa della repressione francese.

Durante i suoi primi cinque anni di esistenza, il PCI raggiunse circa 1 500 membri con un ampio numero di simpatizzanti. Nonostante le piccole dimensioni, il gruppo esercitò un'influenza in un clima sociale vietnamita turbolento. I cattivi raccolti del 1929 e del 1930 e l'oneroso peso del debito servirono a radicalizzare molti contadini. Nella città industriale di Vinh, gli attivisti del PCI organizzarono le manifestazioni del primo maggio, che raggiunsero una massa critica quando si unirono le famiglie dei lavoratori semi-contadini per esprimere la loro insoddisfazione per le condizioni economiche in cui versavano.[21]

Quando le tre marce del Primo Maggio si trasformarono in raduni di massa, le autorità coloniali francesi intervennero per reprimere quelle che consideravano pericolose rivolte contadine. Le forze governative spararono sulla folla, uccidendo decine di persone e facendo infuriare la popolazione. In risposta, vennero organizzati dei consigli nei villaggi nel tentativo di autogovernarsi a livello locale. La repressione da parte delle autorità coloniali iniziò nell'autunno del 1931; circa 1.300 persone furono uccise dai Francesi e molte altre furono imprigionate o deportate, mentre l'autorità governativa veniva riaffermata e il PCI veniva di fatto spazzato via nella regione.[21]

Il Segretario Generale Tran Phu e alcuni membri del Comitato Centrale furono arrestati o uccisi. Lê Hồng Phong fu incaricato dal Comintern di ripristinare il movimento. A marzo del 1935, fu organizzato in segreto il I Congresso nazionale del Partito a Macao per consolidare l'organizzazione del partito, approvare lo statuto ed eleggere il Comitato Centrale.[22] Lê Hồng Phong fu eletto segretario generale,[22] sostituito l'anno successivo da Hà Huy Tập.

Nel frattempo, il VII Congresso dell'Internazionale Comunista favorì la formazione dei fronti popolari e rese come obbiettivo immediato dei partiti comunisti non il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo, ma la lotta contro il fascismo e le guerre d'aggressione.[23] Il partito fu quindi costretto ad abbandonare pubblicamente gran parte della sua opposizione al colonialismo francese e ad allearsi con altri partiti antifascisti. Anche Hồ Chí Minh fu allontanato dalla leadership del partito nei primi anni Trenta.[24] Alla conferenza del Comitato centrale nel luglio 1936, organizzata a Shanghai, il partito abbandonò temporaneamente la lotta anti-colonialista e istituì un Fronte Unito del Popolo per opporsi all'Impero indocinese, lottare contro il fascismo e chiedere libertà democratiche.[25] Approfittando delle nuove politiche libertarie promosse dal governo di sinistra francese, il partito poté operare apertamente e partecipare alle elezioni. Nel marzo 1938, la Conferenza centrale presieduta a Saigon da Hà Huy Tập ribattezzò il Fronte in Fronte Unito Democratico Indocinese.[25]

Opposizione di sinistra modifica

Il partito, soprattutto nel sud, fu contrastato da altri gruppi nazionalisti e di sinistra, in particolare da organizzazioni trockiste. Nel novembre 1931, alcuni dissidenti emersi all'interno del partito formarono l'Opposizione di Sinistra di Ottobre (Tả Đối Lập Tháng Mười) attorno alla rivista clandestina Tháng Mười ("Ottobre"). Tra questi vi erano Hồ Hữu Tường e Phan Văn Hùm che, contestando una leadership di "apprendisti moscoviti", avevano formato a Parigi nel luglio 1930 un gruppo indocinese all'interno della Lega dei Comunisti (Liên Minh Cộng Sản Đoàn), la sezione dell'Opposizione di sinistra internazionale.[26] Considerato "il teorico del contingente vietnamita a Mosca",[27] Tường chiedeva un nuovo partito "di massa" che nascesse direttamente "dalla lotta del proletariato reale delle città e delle campagne".[28] Tường si unì alle dottrine di Lev Trockij sull'internazionalismo proletario e sulla rivoluzione permanente con Tạ Thu Thâu del Partito dell'Indipendenza Annamita (Đảng Việt Nam Độc Lập). Rifiutando (sulla scia del massacro di Shanghai) la "linea del Kuomintang" del Comintern, Thâu si schierò contro un accomodamento nazionalista con la borghesia indigena e per una immediata "rivoluzione socialista proletaria".[29]

Riconoscendo la relativa forza dei trockisti nell'organizzazione delle fabbriche di Saigon, a metà degli anni trenta le cellule del Partito Comunista Indocinese in città mantennero un patto unico con i trockisti per quattro anni. I due gruppi pubblicarono insieme il giornale La Lutte ("La lotta") e presentarono "liste operaie" comuni per le elezioni municipali e del consiglio coloniale di Saigon.[30][31][32] Dopo essersi riuniti nell'agosto 1945 con altre forze non comuniste che chiedevano le armi contro i francesi, i trockisti furono sistematicamente cacciati ed eliminati dai loro ex collaboratori di partito sotto la direzione di Tran Van Giau,[33] un destino condiviso da un gran numero di caodaisti e nazionalisti indipendenti.[34]

Seconda guerra mondiale modifica

L'apparato coloniale francese in Vietnam venne distrutto durante la seconda guerra mondiale.[35] La conquista della Francia da parte della Germania nazista nel giugno 1940 e la successiva collaborazione del Governo di Vichy con le potenze dell'Asse servirono a delegittimare le rivendicazioni di sovranità francesi. La guerra in Europea indebolì il governo coloniale della Francia e l'Indocina fu occupata dalle forze giapponesi.[36] Di conseguenza, i comunisti cercarono anche l'opportunità di stabilire un'organizzazione di base in gran parte del paese.[35]

All'inizio della guerra, il PCI diede istruzioni ai suoi membri di nascondersi nelle campagne. Nonostante ciò, più di 2.000 membri del partito, compresi molti dei suoi leader, furono scoperti e arrestati.[36] Il PCI subì perdite nella regione meridionale della Cocincina, dove l'organizzazione, precedentemente forte, fu spazzata via da arresti e uccisioni. Dopo una rivolta in Cocincina nel 1940, la maggior parte del Comitato centrale, tra cui il segretario generale Nguyễn Văn Cừ e Hà Huy Tập, furono arrestati e uccisi, e Lê Hồng Phong fu deportato a Côn Đảo dove in seguito morì.[37] Emerse una nuova leadership del partito, che comprendeva Trường Chinh, Phạm Văn Đồng e Võ Nguyên Giáp.

Hồ Chí Minh tornò in Vietnam nel febbraio 1941 e fondò la Lega per l'indipendenza del Vietnam (Việt Nam Độc Lập Đồng Minh Hội), comunemente noto come Viet Minh (Việt Minh).[36] Era un'ampia organizzazione che comprendeva molti partiti politici, gruppi militari, organizzazioni religiose e altre fazioni che miravano all'indipendenza del Vietnam. Il Viet Minh fu fortemente influenzato dalla leadership del PCI e fu la forza combattente più intransigente contro l'occupazione giapponese, ottenendo il riconoscimento e la legittimità popolare.[38] Nonostante la sua posizione centrale dei Viet Minh, il Partito Comunista Indocinese rimase molto piccolo durante tutta la guerra, con circa 2-3 000 membri nel 1944.[38]

Guerra d'Indocina (1945-1954) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra d'Indocina.

In seguito alla Rivoluzione di agosto, Hồ Chí Minh divenne Presidente del Governo Provvisorio (Primo Ministro della Repubblica Democratica del Vietnam) e proclamò l'indipendenza della Repubblica Democratica del Vietnam.[39] Sebbene avesse convinto l'Imperatore Bảo Đại ad abdicare, il suo governo non fu riconosciuto da nessun Paese e chiese ripetutamente al presidente americano Harry S. Truman di sostenere l'indipendenza vietnamita,[40] citando la Carta Atlantica, ma non ottenne nessuna risposta.[41] Dopo la riuscita costituzione della Repubblica Democratica ad Hanoi, il Vietnam fu conquistato dalle forze nazionaliste cinesi a nord e dalle forze congiunte franco-britanniche a sud.

In risposta ai tentativi francesi di provocare divisioni all'interno del Viet Minh, il PCI fu ufficialmente sciolto e rifondato come "Istituto per lo studio del marxismo in Indocina" (Hội Nghiên cứu Chủ nghĩa Marx tại Đông Dương). Questo gesto simbolico aveva lo scopo di incoraggiare l'unità tra comunisti e non comunisti vietnamiti nella lotta contro i francesi e i loro simpatizzanti. Il Viet Minh divenne quindi la forza principale nella lotta per l'indipendenza del Vietnam, ma il nucleo del PCI era ancora attivo. Nel 1951, durante la guerra per l'indipendenza, il PCI fu ufficialmente ricostituito e rinominato Partito dei Lavoratori del Vietnam (Đảng lao động Việt Nam). La guerra indocinese contro le forze francesi durò fino alla vittoria vietnamita nella battaglia di Điện Biên Phủ nel 1954.[42]

Dopo la Conferenza di Ginevra del 1954, il Vietnam fu diviso in due parti: la parte settentrionale fu assegnata lla Repubblica Democratica del Vietnam, mentre quella meridionale alla Repubblica del Vietnam filo-statunitense. Gli ideologi marxisti ritennero che il loro partito avesse perso di vista il suo vero scopo di guidare la classe operaia nella lotta contro la borghesia nei suoi sforzi di indipendenza nazionale. Nel 1955, fu avviata una campagna significativa per promuovere il personale formato sulla lotta di classe, a scapito dei comunisti che reclamavano la propria autorità sulla base della loro leadership nella resistenza contro i francesi.[43]

Guerra del Vietnam (1955-1975) modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra del Vietnam.

Al potere modifica

Organizzazione modifica

Ideologia modifica

Note modifica

  1. ^ (VI) Điều lệ Đảng (do Đại hội đại biểu toàn quốc lần thứ VIII của Đảng thông qua), su Tư liệu văn kiện Đảng. URL consultato il 1º maggio 2023.
  2. ^ (EN) Communist and Workers' Parties, su Solidnet. URL consultato il 6 maggio 2023.
  3. ^ Kim Khánh Huỳnh 1982, pp. 63-64.
  4. ^ Kim Khánh Huỳnh 1982, pp. 64 e 70.
  5. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 21.
  6. ^ Moise 1988, p. 11.
  7. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 23.
  8. ^ Kim Khánh Huỳnh 1982, p. 76.
  9. ^ Kim Khánh Huỳnh 1982, pp. 114 e 119.
  10. ^ a b History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 25.
  11. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 26.
  12. ^ a b Kim Khánh Huỳnh 1982, p. 120.
  13. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 26.
  14. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, pp. 26-27.
  15. ^ a b c Kim Khánh Huỳnh 1982, p. 122.
  16. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, pp. 27-28.
  17. ^ a b History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 28.
  18. ^ Kolko 1994, p. 27.
  19. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, pp. 29-31.
  20. ^ a b c History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 39.
  21. ^ a b Kolko 1994, p. 28.
  22. ^ a b History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 45.
  23. ^ History of the Communist Party of Vietnam 1986, p. 47.
  24. ^ Kolko 1994, pp. 30-31.
  25. ^ a b History of the Communist Party of Vietnam 1986, pp. 48-49.
  26. ^ Văn 2010, p. 52.
  27. ^ Tai 1992, p. 242
  28. ^ Văn 2010, p. 168.
  29. ^ Văn 2010, p. 160.
  30. ^ Bousquet 1991.
  31. ^ Robert Jackson Alexander, International Trotskyism, 1929–1985: A Documented Analysis of the Movement, Duke University Press, 1991, pp. 961-962, ISBN 978-0-8223-0975-8.
  32. ^ Trager 1959, p. 134.
  33. ^ Đức 1999.
  34. ^ Văn 2010, pp. 128–129.
  35. ^ a b Moise 1988, pp. 18-19.
  36. ^ a b c Kolko 1994, p. 30.
  37. ^ Kolko 1994, p. 31.
  38. ^ a b Kolko 1994, p. 32.
  39. ^ Zinn 1995, p. 460.
  40. ^ (EN) Collection of Letters by Ho Chi Minh, su Rational Revolution. URL consultato il 21 maggio 2023.
  41. ^ Zinn 1995, p. 461.
  42. ^ Leifer 1994, pp. 175-176.
  43. ^ Moise 1988, p. 19.

Bibliografia modifica

  • Daniel Guérin, Au Service Des Colonisés, 1930-1953, Éditions de Minuit, 1954.
  • Ian Jeffries, Socialist Economies and the Transition of the Market: A Guide, Routledge, 1993, ISBN 9780415075800.
  • Benedict J. Tria Kerkvliet, Speaking Out in Vietnam: Public Political Criticism in a Communist Party–Ruled Nation, Cornell University Press, 2019.
  • Gabriel Kolko, Anatomy of a War: Vietnam, the United States, and the Modern Historical Experience, New Press, 1994, ISBN 9781565842182.
  • Gabriel Kolko, Vietnam: Anatomy of a Peace, Routledge, 1997, ISBN 9780415159906.
  • Largo et al., Vietnam: Current Issues and Historical Background, Nova Publishers, 2002, ISBN 978-1590333686.
  • Michael Leifer, Dictionary of the Modern Politics of South-East Asia, Taylor & Francis, 1994, ISBN 9780415042192.
  • Nancy K. Napier e Hoang Vuong Quan, What We See, Why We Worry, Why we Hope: Vietnam Going Forward, Boise State University CCI Press, 2013, ISBN 978-0-9855305-8-7.
  • Gareth Porter, Vietnam: The Politics of Bureaucratic Socialism, Cornell University Press, 1993, ISBN 9780801421686.
  • Sophie Quinn-Judge, Ho Chi Minh: The Missing Years, 1919–1941, University of California Press, 2002, ISBN 9780520235335.
  • Nadine Reis, Tracing and Making the State: Policy Practices and Domestic Water Supply in the Mekong Delta, Vietnam, LIT Verlag Münster, 2012, ISBN 9783643901965.
  • Chris Rowley, The Changing Face of Management in South East Asia, Taylor & Francis, 2008, ISBN 9780415405447.
  • Lewis Stern, Renovating the Vietnamese Communist Party: Nguyen Van Linh and the Programme for Organizational Reform, 1987–91, Institute of Southeast Asian Studies, 1993, ISBN 978-9813016552.
  • Tai Hue-Tam Ho, Radicalism and the Origins of the Vietnamese Revolution, Harvard University Press, 1992, ISBN 978-0-674-74612-1.
  • Frank N. Trager, Marxism in Southeast Asia: A Study of Four Countries, Stanford University Press, 1959, ISBN 978-0-8047-0592-9.
  • Van Canh Nguyen e Earle Cooper, Vietnam under Communism, 1975–1982, Hoover Press, 1983, ISBN 9780817978518.
  • Võ Nhân Trí, Vietnam's Economic Policy since 1975, Institute of Southeast Asian Studies, 1990, ISBN 9789813035546.
  • Vu Tuong, Vietnam's Communist Revolution: The Power and Limits of Ideology, Cambridge University Press, 2017, ISBN 9781316650417.
Pubblicazioni