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Fuochi di San Martino
Falò di San Martino
LuogoPredazzo
AnniPrimi del 1800 - oggi
FrequenzaAnnuale
Date11 novembre
GenereFestival popolare

I Fuochi di san Martino è una delle numerose iniziative di Predazzo che fanno riferimento alla plurisecolare storia della Regola Feudale. Viene celebrata l’11 novembre e corrispondeva un tempo alla conclusione dei lavori agricoli ed alla distribuzione delle “regalie” (le quote derivanti dagli utili realizzati durante l’ultimo anno) da parte della regola feudale. Nel passato era una risorsa straordinariamente importante per la maggior parte delle famiglie dei “Vicini” (coloro che si succedono per vie mascoline nel rispetto di una tradizione secolare e che hanno in comune il diritto all’antico patrimonio aggro-silvo-pascolare e a quello successivamente acquisito), quando i denari distribuiti servivano per risolvere qualche problema di bilancio, che era sempre difficile da far quadrare[1].

Svolgimento della celebrazione

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In passato venivano accesi cinque grandi falò sui fianchi delle montagne intorno al paese. Le cinque cataste, cosiddette “asse”, venivano costruite dai fanciulli maschi appartenenti ai cinque diversi rioni (Ischia, Sommavilla, Pié di Predazzo, Molin e Birreria) con rami, piante secche, d’abete, di larice e pino. Era ed è tutt’oggi motivo di orgoglio dei vari rioni riuscire a far salire le fiammate più in alto di tutti. L’attività di costruzione si svolgeva per la maggior parte in segreto poiché la maestosità della catasta doveva apparire solo nel giorno di San Martino. Alle ore 20.00 di questo giorno i ragazzi provvisti di scope si recavano nelle rispettive diverse località e accendevano un fuoco, il quale serviva per dare miccia alle scope e alle “asse”. I ragazzi iniziavano poi la lenta discesa verso il paese con le scope accese, le quali venivano agitate facendole roteare in modo circolare, che venivano successivamente spente nelle prime fontane dell’abitato. La discesa costituisce la seconda parte della festa tradizionale, non più soltanto visiva, ma sonora, in cui i ragazzi scendevano scuotendo campanacci e bidoni, battendo ogni oggetto che faccia rumore, dalla sega circolare infilata in un palo, sostenuta da due giovani e percossa da un terzo, ai recipienti di latta; ci sono corni, trombe, tromboni e trombette, tamburi e tamburelli. Il tutto si svolgeva sotto l’occhio vigile e severo degli anziani, accompagnando l’intera manifestazione con il canto di un ritornello: “San martin / pan e vin / pan e lat / sule piaghe del mùssat” [2].

La festa oggi

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La festa è ancora oggi tra le più sentite e partecipate. Arrivano a Predazzo migliaia di persone tra Fiemme, Fassa e turisti fuori dalla valle ad assistere all'esplosione dei grandi fuochi, preparati dai rappresentati dei cinque rioni. Successivamente, mentre i fuochi iniziano a calare, si può partecipare all'assordante corteo per le vie del paese. Infine il gran finale in piazza Santi Apostoli di fronte alla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, gremita di spettatori che qui si raccolgono per l’ultimo atto, il concerto conclusivo, degustando le castagne, il vin brulé e le altre bevande distribuite dai volontari, assieme ad alcuni prodotti tipici preparati per l’occasione.

Altre manifestazioni di Predazzo

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Desmontegada

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È anche questa una delle antiche tradizioni di predazzo, che in passato si svolgeva verso metà settembre e che poi è stata spostata in ottobre, in concomitanza con l'Oktoberfest. Con i primi freddi, le mandrie bovine da latte, manze, vitelli, capre e cavalli, rientrano in paese dopo l’alpeggio estivo presso le malghe in alta montagna e sfilano davanti ad una folla immensa di spettatori, residenti e ospiti che vengono da tutta l’alta Italia. Sono agghindate con corone di fiori e portano al collo campanacci finemente decorati, accompagnate da grandi e bambini nei classici costumi della tradizione contadina dei tempi andati. La festa si terminare con la grande festa in piazza con piatti tipici, musica e balli.

San Nicolò

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Era la festa dei bambini che, la sera della vigilia, mettevano alla finestra un piatto con del sale o della crusca per l’asino di San Nicolò, il quale, durante la notte, sarebbe passato con i suoi doni.

Il canto della stella

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È anche questa una manifestazione rimasta ancora ai nostri giorni. Si svolge la sera della vigilia dell’Epifania, in cui il coro parrocchiale intona sotto il grande albero di Natale allestito in piazza il canto dei Re Magi, in viaggio per raggiungere ed onorare il Bambino appena nato.

Bibliografia

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  • La regola Feudale di Predazzo – La storia, l’autogoverno, l’economia e le tradizioni – Nella particolare natura giuridica di una comunità solidale”, Mario Felicetti, edito nell'aprile 2016

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Galleria d'immagini

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