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Mahmud Taymur, (in arabo محمود تيمور, Maḥmūd Taymūr) (Il Cairo, 16 Giugno 1894Losanna, 1973), è stato uno scrittore egiziano, autore di romanzi e racconti, opere teatrali, raccolte di articoli di viaggio, studi linguistici e letterari.

Fu uno dei maggiori esponenti dell'Accademia della Lingua Araba al Cairo[1] e fece parte del gruppo di scrittori egiziani Jamāʿat al-Madrasah al-Ḥadīthah (il Gruppo della Scuola Moderna).[2]

Biografia modifica

La famiglia Taymur modifica

La famiglia Taymur, di origini curde, era socialmente benestante e ricoprì un ruolo rilevante nel panorama politico egiziano.[3] Il nonno, Muhammad ibn Ali Kurd Taymur, era un alto funzionario, amico del wali d'Egitto Muhammad Ali. I Taymur vivevano nella provincia di Mosul, e fu il bisnonno di Mahmud, un ufficiale dell'esercito ottomano, a decidere di trasferirsi lungo il Nilo. La madre di Mahmud, Khadijah, di origini greche, era la figlia di Ahmed Pasha Rashid, che fu ministro degli interni. Il padre di Mahmud, Ahmad Taymur (1871-1930), era un colto aristocratico, scrittore e studioso di storia, letteratura e lingua araba.[4] La coppia ebbe due figli, Mahmud e Muhammad.

Muhammad, nato nel 1892, dimostrò le sue spiccate doti di letterato già in giovanissima età: a 14 anni aveva già composto delle poesie e pubblicato alcuni articoli in uno dei giornali più prestigiosi del tempo. Precursore della cosiddetta "letteratura nazionale", fu uno dei primi autori realisti e contribuì alla nascita del racconto arabo moderno, in particolare con l'opera di denuncia sociale fi'l-qitar (Nel treno).[5] Fece parte del gruppo di intellettuali riuniti intorno alla rivista d'avanguardia Al-Sufur (senza velo) fondata nel 1915, un'importante vetrina per scrittori desiderosi di esprimere idee nuove.[6] La morte prematura avvenuta nel 1921 non gli permise di dare piena dimostrazione delle sue capacità di commediografo e novellista, emerse in opere quali "L'uccello in gabbia" e "L'abisso" scritte in giovane età. Il suo sogno di dare all'Egitto un vero teatro nazionale, lontano da improvvisazioni e dilettantismi, sarà in seguito portato avanti dal fratello Mahmud.[7]

Nella famiglia Taymur nacquero altri scrittori e pionieri della letteratura araba, anche in campo femminile: la zia di Mahmud e Muhammad, 'A'ishah (1840-1902) era una donna estremamente colta, capace di parlare fluentemente in arabo, in ottomano e in persiano. Dopo la morte del marito iniziò a produrre preziosi testi che le conferirono ben presto il nome di 'A'ishah al-Taymuriyyah, pioniera della letteratura araba moderna femminile. Fu principalmente lei a educare il fratello Ahmad, padre di Mahmud e Muhammad, che aveva 35 anni in meno di lei. I suoi scritti rappresentano un eccellente spunto per analizzare e studiare l'estetica della letteratura ottomana ai suoi massimi livelli.[8]

Infanzia modifica

Mahmud Taymur nasce il 16 giugno 1894 al Cairo e trascorre i suoi primi anni di vita con la famiglia nella dimora costruita dal bisnonno, una casa un tempo sfarzosa ma poi caduta in rovina, situata nel quartiere di Dar al-Sa'ada[9], ambiente ricco di letterati, artigiani e artisti. Pur essendo d'uso comune riservare ai figli degli aristocratici un'educazione esclusiva, la famiglia Taymur consente ai due fratelli Muhammad e Mahmud di giocare per strada con bambini di ceti sociali più umili e di esplorare liberamente la realtà dell'ambiente circostante. Lo stesso Mahmud, in un saggio autobiografico del 1960, descrive questo quartiere come "autenticamente popolare, in cui differenti gruppi e classi sociali vivono fianco a fianco".[10]

La madre di Mahmud, Khadijah, muore quando questi ha solo cinque anni e la famiglia si trasferisce ad 'Ain Shams, al tempo un piccolo villaggio vicino al Cairo, poi sede delle università più prestigiose della città. Qui Mahmud conosce per la prima volta la realtà contadina e rimane colpito dalle condizioni di vita del fellah, il lavoratore della terra.[11] Quando ha otto anni, muore la zia 'A'ishah che si era presa cura di lui. L'educazione dei due fratelli ricade sulle spalle del padre Ahmad, che non si risposerà ed eserciterà su di loro un'enorme influenza, soprattutto nella loro formazione culturale, grazie alla ricca biblioteca che nel corso degli anni contribuirà ad incrementare, e che è oggi inserita nella Collezione Taymūr della Biblioteca Nazionale del Cairo (la Dār al-kutub). Alcuni biografi hanno affermato che dopo il prematuro trapasso di Khadijah, Ahmad "si sposò con la propria biblioteca". Alla sua morte, il patrimonio librario ammontava a circa 18.000 opere, attraendo visitatori e studiosi, intellettuali, studenti e sheikh da Al-Azhar e da tutto l'Egitto. Uno dei primi libri che Ahmad fece leggere al piccolo Mahmud fu Alf-layla wa-layla, Le mille e una notte, che colpì molto il futuro letterato.[12]

Mahmud fin dalla giovane età inizia a leggere romanzi tradotti in arabo; ammetterà successivamente che molte delle sue prime letture furono di pessima qualità.[13] Tra gli autori arabi lo affascinano particolarmente al-Manfaluti e gli autori siro-libanesi del "mahjar", un gruppo di scrittori emigrati negli Stati Uniti nella prima metà del Novecento,[14] fra cui spicca Jubran Khalil Jubran (di cui Mahmud apprezza in particolare l'opera al-Ajniḥa al-mutakassira), autore di racconti brevi trasferitosi dal Libano a New York, il quale influenzerà Taymur inducendolo a scrivere poesie in prosa. Notevole è anche l'influsso esercitato dai grandi autori occidentali:[15] si ritiene che l'eco delle opere di questi scrittori sia presente nel primo brano di narrativa di Mahmud, al-Sharaf al-rafi' (Il nobile senso dell'onore), pubblicato nel 1908, in cui l'autore appena quattordicenne dà sfogo al suo spirito nazionalista.[16] Mahmud avrà come maestro e mentore il fratello maggiore, Muhammad. Le loro opere si somigliano, almeno agli esordi, specie per l'influsso esercitato su entrambi da scrittori come Salamah Hijazi.[17]

Maturità modifica

Dopo aver terminato l'istruzione secondaria in Marocco, Mahmud si iscrive all'università ad Agraria, ma interrompe gli studi a causa di una forma di febbre tifoide quando ha circa vent'anni. In seguito lavora al Ministero della Giustizia e successivamente degli Affari Esteri, per poi prendere la decisione di occuparsi a tempo pieno di letteratura.[18] Approfondisce la conoscenza degli autori francesi, russi e arabi. Grazie al fratello Muhammad, che trascorre un periodo in Francia, viene a contatto con le opere dell'autore naturalista Guy De Maupassant, di cui sostiene di vedere l'influenza nello stile degli autori russi Chekhov e Turgenev. Fra gli autori arabi scopre al-Muwailihi e Muhammad Haykal, che aveva appena pubblicato la sua opera più rilevante, Zaynab.[19]

Nella seconda metà degli anni Dieci del 1900, Mahmud e il fratello entrano a far parte di un gruppo di letterati e intellettuali egiziani, Al-Madrasah al-hadithah, ovvero la Scuola Moderna, dove iniziano a sperimentare il racconto breve, genere mai usato in precedenza da autori arabi. Fu grazie al grandissimo utilizzo che ne fecero gli autori della Scuola Moderna se oggi il racconto breve è il genere più utilizzato in assoluto dagli scrittori arabi contemporanei. Questo gruppo di intellettuali amava leggere romanzi e poesie di autori europei, rivelando grande interesse per quelli francesi. Tuttavia, come affermarono molti membri del gruppo, tra cui anche Yahya Haqqi, quella che maggiormente influenzò il loro sviluppo creativo e compositivo fu la letteratura russa: grazie allo studio dei testi dei letterati russi, la letteratura araba sperimentò un nuovo significato di realismo nel romanzo. Fu quello un periodo di grande rinnovamento in campo culturale, letterario e sociale: nel 1919, sotto il leader Sa'd Zaglul, iniziò il processo che portò l'Egitto, nel 1923, all'indipendenza.[20]

Nel 1920 Mahmud si sposa in un matrimonio combinato con Zaynab, una della figlie di Dhur al-Fiqar Pasha, un ciambellano del re. Pur avendo conosciuto la moglie solo al momento delle nozze, quello di Mahmud fu un matrimonio felice e i due coniugi si amarono per tutta la vita ed ebbero tre figli, un maschio e due femmine.[21] Nello stesso anno in cui si sposò, Mahmud iniziò anche a pubblicare alcune opere.[22] Questo periodo felice si arrestò bruscamente nel 1921, con la morte del fratello e mentore Muhammad, [23] che lo aveva spronato a scrivere e gli aveva fatto da maestro.[24]

Dopo questa perdita Mahmud si dedica completamente e incessantemente all'attività di letterato. Si trasferisce in Europa per due anni, buona parte dei quali trascorsi in Svizzera, dove studia lo stile dei suoi autori europei preferiti, anche se non si noterà ancora traccia di queste influenze negli scritti che pubblicherà una volta fatto ritorno in Egitto.[25] Negli anni successivi riceve molti premi e riconoscimenti, mentre nella vita privata viene colpito da altri lutti: nel 1930 muore il padre e nel 1940 il figlio appena ventenne[26]. La sua fama cresce in parallelo alla sua maturità letteraria e a fine anni Trenta Mahmud Taymur è considerato una vera e propria celebrità. Nel 1939 pubblica una collezione di opere, Fir'awn al-saghir (Il piccolo faraone), contenente un saggio autobiografico intitolato "Ciò che ha ispirato la mia scrittura".[27] Nel 1947 gli viene conferito il premio per la letteratura dall'Accademia di Lingua Araba.[28] Due anni dopo diviene membro di questa stessa istituzione; nel 1950 riceve l'ambito premio "Fu'ad I" (intitolato al re Fu'ad I) e nel 1962 il premio statale per la letteratura, che testimonia come un uomo di famiglia monarchica come lui fosse riuscito a farsi apprezzare anche in ambiente repubblicano.

Morì il 25 agosto 1973, a Losanna.[29] Molti autori e critici, egiziani e non, hanno riconosciuto negli anni la sua impronta d'autore impegnato, annoverandolo fra i massimi esponenti della letteratura egiziana e araba del XX secolo.[30]

Pensiero e stile letterario modifica

Mahmud Taymur iniziò la carriera di scrittore pubblicando i suoi primi testi nel 1920. Queste prime opere risultano influenzate dai grandi autori europei, in particolare Maupassant e Chekhov. Soprattutto attraverso il primo conobbe il realismo letterario, genere che lo portò a comporre racconti apprezzati ancor oggi per la modernità dell'impianto e per la vivida testimonianza della vita sociale del tempo, con toni del tutto estranei alla retorica romantica tipica dell'epoca. Col passare degli anni, Mahmud Taymur conquistò uno stile proprio; anche se rimangono evidenti le influenze dei grandi autori europei, dalle sue opere emerge una forte impronta personale.[31]

Taymur fece parte di una generazione di autori arabi particolarmente attenti ai problemi della classe media e sensibili ai temi di critica sociale. Egli sfruttò lo stile letterario del racconto breve sviluppato come genere da Khalil Gibran, uno dei più rilevanti scrittori dell'Associazione della Penna.[32] Tra il 1925 e il 1930 Mahmud pubblicò cinque raccolte di novelle, in cui ripropose alcuni dei personaggi già trattati dall'autore ‘Abdallah Nadim, curandone però maggiormente l’aspetto narrativo. Si distinse inoltre per il suo modo critico di raccontare, descrivendo i difetti dei personaggi in maniera spietata, senza riserve: molte delle sue opere sono infatti caratterizzate da uno spiccato manicheismo e da un marcato atteggiamento moralizzatore.[33]Nel periodo a cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30 del '900, il suo stile subisce una modifica sostanziale: abbandona lo stile distaccato, col quale narrava di eventi dall'esterno, quasi "fosse un turista". Secondo Rotraud Wietlandt questo cambiamento avviene già nel 1928, con la pubblicazione dell'opera Rajab Afandi: per l'arabista, il cambiamento di stile è ben visibile dalla nuova sofisticata analisi che l'autore fa dei personaggi e in particolare del protagonista, cosa che precedentemente non aveva mai attutato se non in maniera blanda e quasi meccanica. Secondo Jan Brugman, invece, il cambiamento di stile sarebbe da ricercarsi in un'opera più recente, Al-Atlal (le rovine), del 1934, nella quale Mahmud avrebbe definitivamente abbandonato la sua visione esotica, distorta e irreale dei personaggi che descriveva e cui dava vita nei suoi scritti. Quel che è certo è che in entrambe le opere si può notare un'evoluzione nello stile compositivo dell'autore, che inizia ad occuparsi delle sfere personali e dei mondi privati dei suoi personaggi, portando il lettore al centro delle loro esistenze e facendoglieli conoscere nel profondo, senza tralasciare il loro rapporto con l'ambiente e con la società nella quale interagivano. Da quel momento i testi di Mahmud Taymur si arricchiscono e diventano mano a mano più complessi, articolati, e decisamente più lunghi. Insieme allo stile variano anche paesaggi, personaggi e temi: l'autore egiziano sposta l'attenzione da ambienti rurali ad altri prettamente urbani, i suoi personaggi non sono più solamente contadini, sheikhs e imam (che erano stati i suoi personaggi preferiti per lungo tempo), ma anche e soprattutto ufficiali e impiegati di governo, scrittori, attori, negozianti e artigiani; Mahmud rivolge moltissima attenzione anche agli emarginati, come orfani, prostitute, mendicanti e barboni. Anche le storie subiscono un mutamento e dal trattare di eventi fuori dall'ordinario o comunque estremi (come episodi legati all'ossessione religiosa, alla superstizione, alla malattia mentale) Mahmud inizia a parlare di quotidianità, dei problemi di tutti i giorni, che interessano larghe fette di popolazione. A partire da Rajab Afandi, Mahmud inoltre abbandona i dialoghi in vernacolare, iniziando un percorso di perfezionamento linguistico, che diventerà una sua caratteristica nel corso degli anni e lo porterà a essere conosciuto come purista della lingua araba. I suoi testi diventano più razionalisti e realistici, a scapito talvolta della spontaneità presente nelle sue prime opere.[34]

In questi anni Mahmud spende molto tempo in Europa e in particolare in Francia, ma non per questo perde contatto con la realtà egiziana in continua evoluzione: gli artisti e autori locali stavano sviluppando una sempre più forte convinzione che quello fosse il momento in cui gettare le fondamenta per una trasformazione culturale e sociale del paese. Secondo molti, tra cui Mahmud, per modernizzarsi gli autori avevano un profondo bisogno di indagare la psicologia umana e di ricercare la vera essenza dei valori universali dell'uomo. Mahmud col passare degli anni accrebbe la fiducia in sé stesso: questo si può notare sia dallo stile mutato che dal fatto che nel 1937 l'autore egiziano decide di recuperare i suoi primi tre testi e di rielaborarli, inserendo alcuni estratti nella raccolta al-Wathbah al-ula (il Primo Passo).[35]

Oltre a parlare degli emarginati sociali Mahmud racconta spesso dei ricchi, dei potenti e degli ecclesiastici, individuati come la causa principale dell'arretratezza dell'Egitto e dei paesi arabi nei confronti dei modelli europei. La sua critica mirava a far emergere, talvolta in modo quasi grottesco, i grandi difetti dei membri delle classi più agiate della società, spesso corrotte da potere e denaro, e sempre opposte al modello di sviluppo sociale da lui sostenuto. Mahmud Taymur ritiene che uno scrittore debba occuparsi dei problemi collettivi, analizzandoli e affrontandoli ma soprattutto raccontandoli a un pubblico ampio. A suo parere "lo scrittore è colui che aiuta e sostiene l'essere umano nel senso più ampio [...] i prodotti della sua penna porteranno la società a nuovi orizzonti e daranno agli uomini la confidenza di cui hanno bisogno per combattere le difficoltà della vita". Nonostante queste idee, da molti considerate di stampo socialista, che rimasero salde durante tutta la sua vita, Mahmud non si sbilanciò mai politicamente in maniera ufficiale, né si propose come esempio di ribellione. Nonostante si occupasse dei problemi delle fasce più povere e bisognose della società, si rivelò più che un socialista, un "osservatore esterno" degli eventi in atto nel suo paese. Analizzò la rivoluzione e ne seguì gli sviluppi ma non ne prese mai parte, anche perchè allo scoppio della rivoluzione in Egitto aveva più di 60 anni.[36]

Essendo stato il primo a cimentarsi nel racconto breve di ambientazione esclusivamente araba, Mahmud è considerato il precursore del racconto arabo moderno. Scrisse bozzetti di vita quotidiana egiziana in un contesto reale, in cui esplorò e mise in evidenza i diversi tratti della psicologia del comportamento umano, sottolineando le molte debolezze e le rare virtù degli uomini.[37] Quello usato da entrambi i fratelli Taymur e particolarmente da Mahmud era un modello di denuncia diretta, che puntava a criticare lo stato delle cose ed elaborare una tipologia di modelli da imitare e di antimodelli da rifiutare. Molte delle sue opere si caratterizzano per un atteggiamento moralizzatore molto spinto che si palesa attraverso marcati insulti e forti critiche nei confronti dei propri personaggi: questo per dimostrare, attraverso difetti ed errori di questi ultimi, quanto l'autore disprezzasse le persone della società reale, spesso ben individuabili, che questi personaggi incarnavano.[38]

Negli ultimi anni della sua vita Mahmud Taymur si impegnò enormemente nello studio della lingua araba, analizzandola e studiandone lo sviluppo attraverso gli anni. Uno dei suoi obiettivi preponderanti fu quello di marginalizzare la sempre più diffusa tendenza di mescolare l'arabo con parole straniere: cercò addirittura di creare delle parole sostitutive per i termini europei che stavano entrando a far parte della lingua araba moderna. Questa dedizione per lo studio della sua lingua natale gli fece guadagnare il titolo di autorità linguistica e ancora oggi viene ricordato per i suoi studi e la sua costante lotta per proteggere la sua lingua araba.[39]

Mahmud Taymur e il teatro modifica

Nel corso degli anni ’40 Mahmud Taymur scrive molte opere teatrali, in cui inserisce personaggi verosimili, orientandosi verso personalità più realistiche rispetto a quelle delle sue novelle. In questo ambiente Mahmud descrive personaggi aristocratici ma anche appartenenti alla classe dei nuovi ricchi: questi sono dipinti come soggetti superficiali, ipocriti e talvolta addirittura malvagi. Nel campo teatrale, Mahmud diede prova di grande talento nonché di spiccata attenzione verso il proprio pubblico, che era variegato: infatti molte delle sue opere venivano proposte da lui in due versioni, una in dialetto e una in lingua classica.[40] Essendo un prolifico e virtuoso autore, sperimentò diversi generi in ambito teatrale, per cui estese la sua attività al campo del dramma a carattere sociale e a sfondo psicologico, in cui si è rivelato capace di analisi e introspezioni acutissime.[41]

Opere modifica

Le opere di Mahmud Taymur si dividono in testi di narrativa e scritti teatrali.[42]

  • (AR) al-Sharaf al-rafi', 1908.
  • (AR) Shi'r manthur, 1915.
  • (AR) Al-Hubb naym al-ya's wa qublat al-amal, 1916.
  • (AR) Al-Shaykh Jum'ah wa qisas ukhra, Il Cairo, 1925.
  • (AR) 'Amm mitwalli, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1925.
  • (AR) Fann al-qasas, Il Cairo, 1925.
  • (AR) Al-Shaykh Sayyid al-'abit, Il Cairo, 1926.
  • (AR) Rajab Afandi: qissah misriyyah, Il Cairo, 1928.
  • (AR) Al-Hajj Shalabi, wa aqasis ukhra, Il Cairo, 1930.
  • (AR) Abu 'Ali 'amil artiste, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1934.
  • (AR) Al-Atlal: riwayah qasasiyyah misriyyah, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1934.
  • (AR) Nushu' al-qissah wa tatawurruha, Il Cairo, 1936.
  • (AR) Al-Shaykh 'Afa Allah, wa qisas ukhra, 1936.
  • (AR) Thalath masrahiyyat min fasl wahid, Il Cairo, 1936 oppure 1942 (secondo Nazih al-Hakim).
  • (AR) Hajatuna ila al-fann, Il Cairo, 1937.
  • (AR) Al-Wathbah al-ula, Il Cairo, 1937.
  • (AR) Qalb ghaniyah, Il Cairo, 1937.
  • (AR) Fir'awn al-saghir, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1937.
  • (AR) Nida' al-majhul, Beirut, 1939.
  • (AR) Maktub 'ala al-jabin, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1941.
  • (AR) Huriyyat al-bahri, Beirut, 1941.
  • (AR) 'Arus al-nil: masrahiyyah ghina'iyyah bi al-'ammiyah, Il Cairo, 1941.
  • (AR) Al-Makhba' raqm 13, Il Cairo, 1941.
  • (AR) Abu Shushah wa al-mawkib: masrahiyyatan bi al-'arabiyyah al-fusha, Il Cairo, 1942.
  • (AR) 'Awali: masrahiyyah bi al-'arabiyyah al-fusha fi thalathat fusul, Il Cairo, 1942.
  • (AR) Al-Munqidhah, wa haflat shay, Il Cairo, 1942.
  • (AR) Qala al-rawi, Il Cairo, 1942.
  • (AR) Suhad, aw al-lahn al-ta'ih; masrahiyyah 'arabiyyah bi al-fusha fi thalathat fusul, Il Cairo, 1942.
  • (AR) Qanabil, Il Cairo, 1943.
  • (AR) Bint al-shaytan, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1944.
  • (AR) 'Itr wa-dukhan: khawatir wa-maqalat fi al-adab wa al-fann wa al-masrah, Il Cairo, 1944/45.
  • (AR) Fann al-qasas, ma'a taqdim fi qadiyyat al-lughah al-'arabiyyah wa-nusakh min ahdath aqasis al-mu'allif, Il Cairo, 1945.
  • (AR) Hawwa' al-khalidah, Il Cairo, 1945.
  • (AR) Kilyubatrah fi khan al-khalili, Il Cairo, 1946.
  • (AR) Shifah ghalizah, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1946.
  • (AR) Abu al-hawl yatir, Il Cairo, 1947.
  • (AR) Salwa fi mahabb al-rih: qissah misriyyah, Il Cairo, 1947.
  • (AR) Khalf al-litham, Il Cairo, 1948.
  • (AR) Ihsan li-Allah, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1949.
  • (AR) Al-Yawm khamr, Il Cairo, 1949.
  • (AR) Khutuwat 'ala al-shallal, Il Cairo, 1950.
  • (AR) Kull 'am wa-antum bi-khair, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1950.
  • (AR) Malamih wa-ghudun: suwar khatifah li-shakhsiyyat lami'ah, Il Cairo, 1950.
  • (AR) Dabt al-kitabah al-'arabiyyah, Il Cairo, 1951.
  • (AR) Fida', Il Cairo, 1951.
  • (AR) Ibn Jala, Il Cairo, 1951.
  • (AR) Al-Nabi al-insan, wa-maqalat ukhra, Il Cairo, 1951.
  • (AR) Shabab wa-ghaniyat, wa aqasis ukhra, Il Cairo, 1951.
  • (AR) Shifa' al-ruh, Il Cairo, 1951.
  • (AR) Abu al-shawarib, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1953.
  • (AR) Tha'irun, 1955.
  • (AR) Nabbut al-khafir, 1958.
  • (AR) Al-Adab al-hadif, 1959.
  • (AR) Qunfudhah wa-Amurah wa-ma jara lahuma fi al-junayah al-mashurah, 1968.

Note modifica

  1. ^ Mahmud Taymur, su encyclopedia2.thefreedictionary.com.
  2. ^ Arabic Literature, su www.britannica.com, p. 2 di 3.
  3. ^ la vita di Mahmud Taymur, su civicegypt.org.
  4. ^ ar.wikipedia.org, https://ar.wikipedia.org/wiki/محمود_تيمور.
  5. ^ Camera d'Afflitto, pp. 215-216
  6. ^ Muhammad Taymur, su arablit.it.
  7. ^ L'Enciclopedia, vol. 19, Roma, La Repubblica, 2003, p. 485.
  8. ^ Allen, p. 354
  9. ^ La vita di Mahmud Taymur, su mwthoq.com.
  10. ^ Essays in Arabic Literary Biography: 1850-1950, pp. 354-355.
  11. ^ J. Brugman, An Introduction to the History of Modern Arabic Literature in Egypt, p. 255.
  12. ^ Allen, pp. 355-356
  13. ^ Mahmud Taymur, Shifa' al-Ruh, 1951, p. 7.
  14. ^ The Pen League, su en.wikipedia.org.
  15. ^ Mahmud Taymur, Shifa' al-Ruh, 1951, p. 10.
  16. ^ Allen
  17. ^ An Introduction to the History of Modern Arabic Literature in Egypt, su books.google.it, p. 255.
  18. ^ Essays in Arabic Literary Biography: 1850-1950, p. 358.
  19. ^ Brugman, p. 10
  20. ^ Allen, pp. 357-360
  21. ^ Allen
  22. ^ al-Abyari, 'Alam Mahmud Taymur, 1972, p. 83.
  23. ^ Brugman, p. 11
  24. ^ Shifa' al-Ruh, p. 12.
  25. ^ Brugman, p. 11
  26. ^ paragrafo 2 righe da 12 a 15, su mwthoq.com.
  27. ^ Allen, p. 361
  28. ^ al-Nassaj, Tatawwur al-Qissah, p. 316.
  29. ^ Brugman, p. 11
  30. ^ Samih Jamil, La morte del grande scrittore Mahmud Taymur, su civicegypt.org.
  31. ^ Isabella Camera d'Afflitto, Letteratura araba contemporanea dalla nahdah a oggi, Roma, Carocci Editore, 2007, p. 218.
  32. ^ Islamic arts- arab literatures, su britannica.com.
  33. ^ Katia Zakharia e Heidi Toelle, Alla scoperta della letteratura araba, Pargi, Flammarion, 2003, p. 244.
  34. ^ Allen, pp. 360-361
  35. ^ Allen, pp. 360-361
  36. ^ Allen, p. 364
  37. ^ Camera d'Afflitto, p. 216
  38. ^ Zakharia / Toelle, pp. 242-243
  39. ^ Allen, p. 364
  40. ^ Zakharia / Toelle, p. 299
  41. ^ L'Enciclopedia, p. 485
  42. ^ Allen, p. 350

Bibliografia modifica

  • Katia Zakharia e Heidi Toelle, Alla scoperta della letteratura araba, Parigi, Flammarion, 2003.
  • britannica.com, https://www.britannica.com/biography/Mahmud-Taymur.
  • J. Brugman, An Introduction to the History of Modern Arabic Literature in Egypt, Leida, 1984.
  • Meisami Julie Scott, Starkey Paul, Encyclopedia of Arabic literature, Volume 2 [K-Z], Londra, 1998, ISBN 0-415-18572-6.
  • Mahmud Taymur, su encyclopedia2.thefreedictionary.com.
  • Roger Allen, Essays in Arabic Literary Biography: 1850-1950, Volume 3, Otto Harrassowitz Verlag, 2009, ISBN 9783447061414.
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  • Isabella Camera d'Afflitto, Letteratura araba contemporanea, seconda edizione, Roma, Carocci editore, 2007 [1998], ISBN 978-88-430-4338-5.
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  • The Great Soviet Encyclopedia, terza edizione, 1979.

Voci correlate modifica