Wikipedia:Babelfish
Questo utente è nato sotto il segno dello Scorpione.
Questo utente è rinato sotto il segno del Toro.
Questo utente è un pericoloso razionalista, anti-comunista, agnostico, sia di destra che di sinistra, pratiamente è il Caos!
Questo utente è pazzo! Non prendetelo seriamente...
Questo utente adora Luigi Pirandello ed è anche più folle dei suoi personaggi.
Questo utente adora la finale della Coscienza di Zeno di Italo Svevo e sta cercando il pulsante per cancellare questa società malata.
Questo utente pratica Indifferenza con la "I" maiuscola come suggerito da Eugenio Montale.
Questo utente pensa tutto e il contrario di tutto, perchè: "C'è sempre un grano di logica nella follia" [F. Nietzsche]
Questo utente sopratutto ritene che dopo il fallimento sia della destra che della sinistra sia giunta l'ora di collaborare!
Wikipedia:Babel
it Questo utente parla italiano come lingua madre.
en-2 This user is able to contribute with an intermediate level of English.
Babel per l'associazione

Wikipedia:Associazione contro la creazione di associazioni su it.wiki/Babelbox

Questo utente pensa che creare fazioni all'interno di wikipedia sia sbagliato e che i vari raggruppamenti di wikipediani dovrebbero essere fatte solo a scopo umoristico e goliardico.

Filosofia e linee di pensiero modifica

E' impossibile definire il proprio animo ed andare oltre l'apparenza. La mia filosofia e il mio modo di pensare lo riassumo in alcuni articoli che scrissi tempo fa, sperando di farvi cosa gradita e per il diletto di coloro che sono curiosi di capire il Caos!

Il demone della velocità modifica

Viviamo in un mondo accelerato in cui tutti hanno sempre fretta e le ore della giornata sembrano sempre troppo poche. Ma se il tempo non ci basta è perché lo impieghiamo nella maniera sbagliata. Come macchine programmate per una determinata funzione, anche noi spesso procediamo senza chiederci se quello che stiamo facendo oggi è realmente necessario come lo era ieri.” [Elogio della lentezza – Lothar J. Seiwert]

Quasi cento anni fa i futuristi celebravano il mito della velocità come l’elemento che avrebbe contraddistinto il ventesimo secolo, sfida tecnologica e simbolo di modernità. I futuristi avevano colto in pieno lo spirito di un mondo che si apprestava a trasformarsi completamente, in una società sempre più figlia della velocità. Mauro Carta, presidente della sezione Sport e Psicopatologie della Società italiana di Psichiatria afferma: “Nella società contadina la velocità era proibita, bisognava sottomettersi ai tempi della natura. Ma con lo sviluppo del commercio e dell’industria abbiamo iniziato a correre. Oggi siamo al culmine. Corriamo tanto che a 40 anni un top manager è già vecchio”.

I cambiamenti della quotidianità sono così rapidi che non riusciamo ad adeguarci. Così anche nelle malattie e nelle droghe la velocità incarna il nostro tempo. “La depressione e le manie” osserva Carta, “sono due facce opposte di un modo alterato di vivere il tempo, una delle due componenti della velocità. Oggi va tanto di moda la cocaina proprio perché dà l’illusione di poter reggere ritmi esasperati, di andare oltre il tempo. La conquista della velocità ci ha esaltati, ma ci ha resi più soli, nella competizione bisogna necessariamente esserlo. Tutto questo adesso comincia a inquietarci”.

Il tempo dell’ozio è completamente scomparso dalla nostra vita, visto come il male supremo dell’era industriale, oggi dovrebbe essere imposto per legge. Dovremmo insegnare ai nostri figli il valore del non far nulla e la necessità di fermarsi e riflettere, a costo di inserire l’ozio come materia scolastica. Lothar J. Seiwert consiglia: “Fissate sulla vostra agenda una serie di riunioni periodiche con la persona più importante della vostra vita, cioè con voi stessi. E imponetevi di trascorrere un po’ di tempo a parlare con voi. Non aspettate di avere tempo libero a disposizione per fare ciò perché non l’avrete mai”.

Il demone della velocità ci ha contagiati, in una società post industriale viviamo sempre oltre i limiti, tecnologie e ritmi frenetici per arrivare dove? Velocità talmente elevate che ci tolgono la possibilità di pensare e ci portano ad una competizione senza tregua contro il tempo. Basta provare a fermarsi un attimo per accorgersi che i nostri pensieri corrono talmente rapidi da non essere fatti né di parole, né di immagini ma formati dal nulla, corrono spinti dal ritmo frenetico che ci imponiamo e sommersi dal fiume in piena delle informazioni trasportate dai mezzi di comunicazione. Nell’era digitale le informazioni viaggiano a velocità sempre maggiori, a tali velocità possiamo ricevere e inviare una mole tale di dati in una frazione di secondo che richiederebbe alcuni anni per essere consultata.

Non solo comunichiamo e trasferiamo le informazioni in modo sempre più rapido ed economico, ma gli stessi contenuti calano di qualità. Il messaggio diventa figlio della velocità e viene consumato come un qualsiasi prodotto, una volta ricevuto cessa d’essere e viene eliminato. Un email impiega pochi decimi di secondo per giungere a destinazione, al contrario una lettera inviata tramite posta impiega giorni se non settimane ad arrivare al destinatario. Presi dall’ebbrezza della velocità vorremo che l’email giungesse ancora prima di scriverla e digitiamo il suo contenuto in balia della frenesia di impiegare il minor tempo possibile. L’email quindi diventa sì un sistema innovativo di corrispondenza, ma la sua qualità è nettamente inferiore alla lettera tradizionale per l’utilizzo errato che ne facciamo.

Nelle chat per rendere più rapida la comunicazione si contraggono le parole e si fa largo uso di sigle, raggiungendo una velocità tale che il linguaggio scritto supera il parlato. In una comunicazione così rapida è stato necessario introdurre le emoticon per conferire al messaggio lo stato d’animo e il tono di chi scrive. Con l’avvento dei telefonini questa forma di comunicazione si è trasferita agli SMS, perdendo in mancanza della tastiera un po’ di velocità, e rendendo il pollice re indiscusso della comunicazione personale dei giorni nostri. Proprio la telefonia mobile ha raggiunto una diffusione tale e in un tempo così esiguo da non averci dato la possibilità di capirne gli effetti psicologici e le trasformazioni apportate alla vita quotidiana.

"In qualsiasi forma di comunicazione se non si conosce bene il mezzo (e soprattutto se il messaggio non è efficace) i risultati saranno deludenti" [...].

In un mondo che cambia così rapidamente non abbiamo il tempo di adattarci, né quello di comprendere il corretto utilizzo di una nuova tecnologia che questa è già diventata obsoleta. Possiamo comunicare in tempo reale con una persona che si trova in Australia, inviarle voluminosi documenti in frazioni di secondo, partecipare a un meeting senza spostarci. Questo dovrebbe permetterci di risparmiare tempo da dedicare a noi stessi, ma il demone della velocità dell’era industriale ci insegue e quindi allarghiamo i nostri impegni per essere coerenti con una filosofia di vita errata rivolta alla produzione ad ogni costo, ideologia non più necessaria nell’era digitale. Corriamo senza meta né motivo, rincorrendo un retaggio del passato che ci impone d’essere iperproduttivi al punto da non trovare il tempo nemmeno per il pranzo, confinandolo in pochi minuti in qualche fast food. Siamo cresciuti con il mito che il tempo è denaro e che chi si ferma è perduto, nelle famiglie odierne contagiate dal demone della velocità il tempo passato insieme è assai raro e spesso offuscato dalla televisione che ci mostra uno stile di vita ideale ormai perso: una famiglia intenta a consumare la colazione insieme quando nella frenesia odierna anche un espresso al bar è una perdita di tempo.

Verso il libro del Futuro modifica

Quel mondo fatto di atomi e non di bit è destinato ad una radicale trasformazione, nel momento in cui usciranno i primi schermi flessibili basati sulla tecnologia OLED (organic light emitting diode) che consentirà la commercializzazione di dispositivi estremamente portatili ed economici, in grado di tenere memorizzati migliaia di libri, dizionari, manuali ecc.

Per il profumo della carta stampata bisognerà attendere un po’, ma già la disponibilità di dispositivi del peso e delle dimensioni di un libro darà un colpo di grazia all’informazione tradizionale. Quando compriamo un’enciclopedia, un atlante o un libro sugli animali ci aspettiamo una descrizione generale a largo raggio, di molti argomenti tra loro diversi. Diversamente se compriamo un libro su Napoleone Bonaparte, su Parigi o sul cavallo ci aspettiamo di trovare una descrizione approfondita del personaggio, del luogo o dell’animale. In un libro tradizionale i limiti fisici impediscono di avere sia l’estensione che l’approfondimento a meno che il libro non sia spesso un chilometro. Nel mondo digitale il dilemma profondità/estensione scompare e lettori e autori si muovono molto più liberamente tra generalizzazioni e specializzazioni.

In un libro le frasi, i paragrafi, le pagine e i capitoli si susseguono secondo un ordine prestabilito non solo dall’autore, ma anche dalla struttura fisica del libro stesso che rimane confinato nelle sue tre dimensioni fisiche. Del tutto diverso è il mondo digitale. Lo spazio delle informazioni non è limitato dalle tre dimensioni. L’espressione di un’idea o una concatenazione di pensieri possono essere dotati di un insieme di collegamenti che consentono ulteriori elaborazioni o sintesi, che possiamo richiamare o ignorare. In un ipermedia si possono ordinare in modo diverso blocchi di informazioni, espandere le frasi e ottenere immediatamente il significato delle parole del testo.

Questi collegamenti possono essere inseriti dall’autore mentre scrive il testo, ma anche in seguito, dal lettore, in qualsiasi momento. Pensiamo a un testo didattico in formato digitale: mentre ascoltiamo la lezione possiamo spostare blocchi di testo o cambiarne il carattere per renderlo più visibile, inserire un collegamento che spieghi un termine tecnico o una parola, estendere parti del testo o aggiungerne altre, oppure possiamo chiudere un blocco di testo non necessario allo studio della materia. In più lo stesso testo presenterebbe collegamenti ad argomenti trattati nei capitoli precedenti, approfondimenti, filmati e immagini che possano servire a una migliore comprensione dell’argomento trattato. Sottolineature, scritte a bordo pagina o in un punto libero della stessa e le note a piè di pagina sarebbero solo un ricordo del passato. Possiamo pensare a un ipermedia come una raccolta di messaggi elastici che possono essere allungati o ristretti secondo i desideri del lettore.

Oggi la multimedialità è qualcosa per cui bisogna avere una scrivania o un soggiorno, perché le apparecchiature sono ancora troppo ingombranti. Anche i notebook non sono poi così maneggevoli. Già ora un sito dinamico soprattutto se realizzato secondo la filosofia WikiWiki, risulta molto più elastico, completo e semplice del concorrente fisico. Certo il libro classico non sparirà, visto il fascino che suscita una libreria ricca di pesanti volumi cartacei, ma diverrà un semplice soprammobile, dopotutto il peso della cultura sulle spalle si può evitare nel modo dei bit.


Che succede a Wikipedia? modifica

E’ più di un anno che non contribuivo ai suoi contenuti, e ora sembra di assistere a un clima di guerra civile. Dove è finito lo spirito iniziale di questa favolosa enciclopedia? Nei comitati pro cancellazioni che si occupano di bollare tutto ciò che non è di loro gusto? Forse è conseguenza dell’assurdo articolo di Panorama e del brillante commento di Umberto Eco che proponeva il seguente tema o tesina: <<trovare sull'argomento X una serie di trattazioni inattendibili a disposizione su internet e spiegare perché sono inattendibili>>.

Certo molto giusto, solamente che si deve costruire e non distruggere, anche perché chi contribuisce aggiungendo, correggendo le voci dell’enciclopedia presto si stuferà di farlo in un clima altamente insopportabile. Io sono ambidestro e vi posso assicurare che destra e sinistra possono convivere e costruire insieme qualcosa di obbiettivo e il più veritiero possibile.

Propongo ai costruttori di visitare l’elenco delle pagine da controllare di Wikipedia e attivarsi per impedire cancellazioni dettate spesso da motivazioni banali e futili, che spesso possono essere risolte integrando o modificando la nuova voce appena inserita. Ricordo che erano altri tempi in cui si bruciavano i libri, quindi un po’ di buon senso non guasta.

Anche perché in tempi lontani da questa guerra civile, un misero contributo:

“La battaglia si svolse il 5 settembre 394 presso il fiume Frigido (nell’attuale Friuli-Venezia Giulia). L’imperatore d’Oriente Teodosio a capo dell’esercito cristiano composto da (Visigoti, Unni, Alani e Vandali) si scontrò con i soldati pagani reclutati in Italia e Gallia e guidati dall’imperatore d’Occidente Eugenio. La battaglia inizia bene per i pagani, ma i cronisti dell’epoca raccontano che un vento improvviso gettò scompiglio fra le loro file. Ancora più sfavorevole fu il tradimento di un reparto che doveva prendere alle spalle Teodosio, ma che per denaro, si schierò con i Cristiani.”

Si trasforma in un bel articolo enciclopedico:

                                  Battaglia del Frigido

A volte ci vuole molto, perché in un sistema collaborativo e di puro volontariato ognuno ci mette il tempo e le conoscenze che ha.

Colgo l'occasione per ringraziare quanti hanno espanso questo articolo, anche perchè sò che le fonti sono veramente poche e invito alla riflesione i membri di questo commitato pro cancellazioni: che senso ha cancellare? Non basta un semplice avviso in molti casi? Quindi un po' di calma! Non vedo nemici alle porte di Wikipedia!

                                 Aspettate almeno alcuni minuti 
                             dopo che è stata inserita una nuova voce...

Sulle cancellazioni modifica

In un libro tradizionale i limiti fisici impediscono di avere sia l’estensione che l’approfondimento a meno che il libro non sia spesso un chilometro. Nel mondo digitale il dilemma profondità/estensione scompare e lettori e autori si muovono molto più liberamente tra generalizzazioni e specializzazioni. Quindi meglio costruire che distruggere perchè:

  • Cancellare una voce perchè non rilevante è un reato verso la cultura, qualcuno potrebbe cercare quell'argomento.
  • Cancellare una voce perchè imprecisa è assurdo basta un avviso, qualcuno prima o poi la correggerà.
  • Cancellare una voce pubblicitaria è un dovere civico.
  • Cancellare una voce solo quando non vi è altra soluzione è buon senso.
  • Cancellare le edit War, è una misione alla portata di tutti, spesso basta riflettere e non avere fretta.
  • Cancellare una voce veritiera, ma scomoda per il proprio punto di vista è presunzione, la verità universale non esiste.
  • Cancellare è sempre e comunque un fallimento della filosofia Wikipediana.
  • Distruggere è sempre e comunque più facile di costruire, ma non si ottengono gli stessi benefici dalla demolizione.
  • Diderot e D'Alambert, autori illuminati della prima enciclopedia, che vedrebbero il loro sogno di un sapere universale realizzato da Wikipedia: si rivoltano nella tomba ad ogni cancellazione.

Contributi modifica

Alcuni articoli di cui sono stato l'iniziatore e/o il principale contribuente e/o salvati da morte certa:

Informatica

Storia

Curiosità

Economia

Ciao Loris