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Nerito è una frazione del comune di Crognaleto (Teramo).
Il suo nome deriva probabilmente dalla lingua prelatina e significa corso di acqua che con il suffisso it (cum) divenendo Naritum dava corpo a "posto dell’acqua". A trovarsi però oggi a Nerito appunto, ne saremmo sorpresi non vedendo nei paraggi né fiumi né rivoli di sorta. Ma nel tempo potrebbero esserci stati sconvolgimenti significativi di possibili antiche risorgive di acqua.
Nerito, abitato prevalentemente ottocentesco ha assunto valenza quando, annesso nel 1813 al Comune di Crognaleto, ne divenne sede del municipio dal 1896.
La Chiesa di San Pietro e Paolo eretta nel XIX secolo propria della giurisdizione del Vescovo di Penne è l'unica memoria risalente di una frazione invece moderna e vivace.
Sfruttando nobilmente il paesaggio, Nerito offre scorci di natura ancora incontaminata, tra le origini del fiume Vomano ed i Monti della Laga, per un turismo semplice e genuino, rispettoso della montagna e del silenzio con cui la si ammira. Il dominio dei boschi, non poteva non indirizzare, fin dai tempi della memoria, l’economia locale al loro sfruttamento, ed è così che ancora oggi vitali risultano le imprese boschive e quanto alle stesse connesso. È sempre il boscaiolo o meglio, il legno, a tenere vive le memorie del passato e la tradizioni. Sono di fatto due le manifestazioni che oramai contraddistinguono il borgo di Nerito, la Festa del Boscaiolo che nell’agosto di ogni anno vede, nei campi sportivi del paese, boscaioli da tutta Italia cimentarsi in tipiche prove di abilità e forza, non solo sportive ma, soprattutto il Fuoco di Natale. Il Fuoco di Natale, unico nel panorama provinciale, di antichissima risalenza, proprio per l’importanza dell’economia boschiva è alla stessa legato come rito propiziatorio di natura solstiziale con significato di purificazione e rinascita. Proprio per questo significato, il Fuoco di Natale si è legato con i riti religiosi cristiani della vigilia del Natale, quando nella piazza grande si dà fuoco ad una enorme pira che, continuamente alimentata dai cittadini, si spegne il giorno della Epifania. Quintali di legna vengono riversati nel fuoco, creando così motivo di incontro e sosta come nei vecchi fuochi domestici dove tra semplici chiacchiere e racconto di anziani si passavano le notti. Semplicità ed accoglienza, ecco cosa offre Nerito anche a chi vi passa per caso come, racconta la storia più recente, Gianni Di Venanzo, maestro e direttore di fotografia del grande cinema italiano degli anni’50 che vi sostò con la famiglia in un periodo della sua giovinezza. Nerito, una meta per chi volesse dedicare una giornata alla quiete dei monti ed al silenzio dei ricordi.

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