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Attilio Mangano

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Attilio Mangano (Palermo, 2 aprile 1945Milano, 10 aprile 2016) è stato un intellettuale e militante politico italiano.

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  • Opere
  • Note
  • Bibliografia
  • Collegamenti esterni

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

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Nasce a Palermo il 2 aprile 1945, fratello dell'allenatore di basket Massimo Mangano, si laurea in Storia con una tesi sul "Politecnico di Elio Vittorini" nel 1967, presso l'Università di Palermo.

Si trasferisce a Milano nel 1968, dopo aver preso parte alla contestazione universitaria. Militante politico fin da giovanissimo, socialista nei primi anni '60, poi nello PSIUP dal 1964 fino all'invasione della Cecoslovacchia e infine a Milano si unisce al gruppo di Avanguardia Operaia[1].

Inizia la sua attività d'insegnante nelle scuole superiori, in particolare ai corsi serali presso l' ITIS ”E. Molinari” di Milano, sia come scelta didattica che per poter seguire durante la giornata le prime due figlie. Il suo interesse per la figura sociale e culturale del lavoratore-studente lo porta a collaborare con loro e dirigere il movimento cittadino dei serali (Comitato d’Agitazione dei lavoratori studenti) fino al 1975-76[2].

Dirigente politico cittadino e nazionale di Avanguardia Operaia, inizia l'attività di pubblicista gestendo la pagina culturale del "Quotidiano dei lavoratori" tra il 1974 e il 1977. In questi anno escono i primi lavori storici "Le cause della questione meridionale" (1975), "L'Italia del dopoguerra" (1977), "Gli anni del centrismo" (1977).

Redattore delle riviste "Avanguardia operaia", "Unità proletaria", "Politica comunista" entra a far parte del gruppo dirigente di Democrazia proletaria fino al 1981 su posizioni "movimentiste" di minoranza rispetto alla maggioranza "partitista". Il suo travaglio teorico e autocritico emerge nel libro "Autocritica e politica di classe. Diario teorico degli anni '70" (1979).

Nei primi anni '80, insieme all'amico e maestro Stefano Merli esce da Democrazia proletaria, indicando la prospettiva di una collaborazione fra Nuova Sinistra e Partito Socialista. Da allora si dichiara indipendente. Inizia comunque un ripensamento del suo rapporto con il marxismo e una rivisitazione dell'identità della Nuova Sinistra.

Pubblica "Origini della Nuova Sinistra: le riviste degli anni '60"(1979). Altri suoi saggi escono in libri collettanei: "Primato della politica e coscienza di classe nella tradizione comunista" (1978), "All'ombra del togliattismo in fiore: memoria e rottura" (1982) "Lelio Basso e il PSIUP. La scissione e la proposta di Partito Nuovo" (1982). I suoi interessi di ricerca si vanno precisando ulteriormente: accanto alla Storia della Nuova Sinistra e dell'"Altra Linea", studi e ricerche antropologico filosofiche sulla "cultura del tempo".?(vedi in particolare "Il tempo e il suo scarto, culture e politiche del tempo" - 1984). ?Gli studi sulla Nuova Sinistra lo portano a fondare il bollettino storiografico "Per il '68".?Intanto intensifica la sua collaborazione con Stefano Merli divenendo "cultore della materia" in Storia dei movimenti sindacali e Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Milano. Questa collaborazione sfocia in lezioni, seminari, cura di tesi di laurea. Un ulteriore momento di svolta è rappresentato dall'incontro con la grande opera teorica di Cornelius Castoriadis, a partire dall'approfondimento dei temi emersi in "L'istituzione immaginaria della società". di questa linea di ricerca è espressione la scelta di dirigere la nuova serie della rivista "Classe" (fondata da Stefano Merli) con il sottotitolo "Il sociale e l'immaginario". I suoi scritti e ricerche confluiscono nel 1988 nella pubblicazione del volume "Il senso della possibilità. La Sinistra e l'immaginario". Gli studi sulla Nuova Sinistra sfociano a loro volta nella nuova edizione del libro "Le culture del '68 e le riviste degli anni Sessanta" (1989) in collaborazione con Antonio Schina e "L'altra linea. Fortini, Bosio, Montaldi, Panzieri e la Nuova Sinistra" (1992), cui seguirà "Le riviste degli anni Settanta. Gruppi, movimenti e conflitti sociali" (1998). Le due istanze della storiografia politica e della ricerca sull'immaginario sono negli anni Novanta compresenti: il bollettino "Per il '68" prosegue come rivista, mentre nasce la rivista "La balena bianca (i fantasmi della società contemporanea)". Il libro "1969, l'anno dell'insurrezione"(2000) vede la presenza delle categorie dell'immaginario nella ricerca storica. Collabora, inoltre, con Ermanno Tritto alla gestione della presentazione di libri e dei dibattiti presso la libreria "Tikkun" di Milano.

Negli ultimi anni la sua attività pubblicistica si volge maggiormente on line con la creazione prima di un blog e poi di un sito dal titolo "Intellettuali Storia" in cui Storia, politica, immaginario, antropologia filosofica sono presenti a vario titolo.

Muore nella notte tra il 9 e il 10 aprile del 2016.

Nell'Archivio storico della Nuova Sinistra "Marco Pezzi", nato dopo la morte del dirigente di Democrazia Proletaria, è conservato un fondo di 13 buste con la corrispondenza tra Attilio Mangano e vari intellettuali ed esponenti della sinistra italiana (Toni Negri, Salvatore Sechi, Claudio Pavone, Luciano Della Mea).

Opere[modifica | modifica wikitesto]

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  • Le cause della questione meridionale, Milano, ISEDI, 1975.
  • L'Italia del dopoguerra (1945-1949), Milano, Moizzi, 1977.
  • Gli anni del centrismo. 1950-1960, Milano, Moizzi, 1977.
  • Autocritica e politica di classe. Diario teorico degli anni Settanta, Milano, Ottaviano,1978.
  • Origini della nuova sinistra: le riviste degli anni sessanta, Messina ; Firenze, G. D'Anna, 1979.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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  1. ^ il manifesto, su il manifesto. URL consultato il 22 giugno 2020.
  2. ^ RICORDO DI ATTILIO MANGANO -, su socialismoitaliano1892.it, 11 aprile 2018. URL consultato il 22 giugno 2020.