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Alfonso Lissi

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{{S|storia|biografie}} {{Tmp|Bio}} Alfonso Lissi è stato un partigiano e politico del PCI. Operaio presso la Cemsa di Saronno, fu arrestato nel 1935 e condannato a 8 anni di carcere per il reato di appartenenza "ad organizzazione comunista" e "introduzione in Svizzera di materiale propagandistico antifascista". Scarcerato grazie all'amnistia del 1937, nel marzo del 1944 è tra gli organizzatori dello sciopero generale. Costretto alla clandestinità, si unisce ai partigiani, come Commissario Politico, prima nella 52a Brigata Garibaldi e, in seguito, in Val d'Intelvi.

Morì nel tentativo di rapire il ministro del governo di Salò Guido Buffarini Guidi. Tale azione era finalizzata ad imporre ai nazifascisti uno scambio di prigionieri e ad allontanare dalla zona del Lario i gerarchi alloggiati nelle ville.

anpi como, battaglia di Lenno

Alfio Nicotra

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Alfio Nicotra (Firenze, 26 dicembre 1961) è un politico e giornalista italiano.

Giornalista professionista, è esponente del movimento pacifista italiano ed è stato osservatore internazionale per conto dell'EZLN nei negoziati tra i guerriglieri e il governo messicano. Nel 1988-'89 organizza la resistenza dei braccianti di Capo Rizzuto contro l'espropriazione delle terre in vista della costruzione di una base militare. Membro del direttivo nazionale di Democrazia Proletaria, risulta per due volte il primo dei non eletti demoproletari al consiglio regionale della Toscana. Al momento dello scioglimento di DP aderisce al Partito della Rifondazione Comunista. Nel 2004 viene rieletto in consiglio comunale ad Arezzo ed ha rivestito il ruolo di capogruppo del Prc fino dalle sue dimissioni dal consiglio nel marzo 2007. Da capogruppo guida l'opposizione al centrodestra ad Arezzo ed è protagonista nella denuncia politica che sfocerà nell'inchiesta della magistratura denominata "Variantopoli" la quale porterà all'arresto di tre consiglieri comunali di AN e Forza Italia, alla condanna del sindaco Luigi Lucherini e allo scioglimento anticipato del consiglio comunale.[1] Ha organizzato e partecipato all'incontro tra l'allora Segretario Nazionale del PRC Fausto Bertinotti ed il Subcomandante Marcos. Il 24 febbraio 2007 viene eletto Segretario Regionale del PRC in Lombardia. Candidato al Senato della Repubblica per le Elezioni Politiche del 2008 nelle file de La Sinistra-l'Arcobaleno sceglie volutamente l'ultimo posto in lista in chiara posizione di ineleggibilità. Sostenitore ed esponente di spicco del documento Rifondazione Comunista in Movimento, facente riferimento a Ramon Mantovani, Claudio Grassi e all'ex ministro e compagno in Democrazia Proletaria Paolo Ferrero, viene eletto dal Comitato Politico Nazionale nel Comitato di Gestione incaricato di traghettare Rifondazione Comunista al VII Congresso Nazionale.

Collegamenti esterni

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Origine della vita

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Sugli altri pianeti

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Per comprendere le modalità dell'origine della vita rivestono particolare importanza le osservazioni dei pianeti esterni alla Terra o addirittura fuori dal Sistema Solare. Per cercare la presenza di vita su questi pianeti, ci si concentra principalmente sulla ricerca di acqua allo stato liquido, considerata indispensabile alla formazione di entità viventi. In questi casi, la situazione è molto diversa: il calore necessario per la presenza di acqua allo stato liquido non è più legata principalmente all'energia ricevuta dal Sole, ma da quella prodotta all'interno dei singoli pianeti per effetto della forza gravitazionale e del decadimento radioattivo. Per esempio, si ipotizza la possibile presenza di acqua allo stato liquido all'interno dei cosiddetti satelliti di ghiaccio, dove le forze di marea indotte dal pianeta stirano e distorcono la crosta causando l'innalzamento della temperatura oltre il punto di fusione.

I satelliti di Giove

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La manifestazione più esemplare di tali fenomeni mareali è con ogni probabilità il satellite di Giove Io, il corpo celeste col maggior numero di vulcani attivi di tutto il Sistema solare, almeno allo stato attuale. Sulla sua crosta si riversa costantemente zolfo allo stato liquido per le imponenti deformazioni dovute alle maree prodotte dalla forza gravitazionale di Giove. Difficilmente l'ambiente di Io può essere pensato come ospitale per la vita, ma non è così per gli altri tre satelliti maggiori: Europa, Ganimede e Callisto.

La superficie di Europa è sostanzialmente priva di crateri da impatto, essendo completamente rinnovata da processi endogeni. Le immagini riprese dalla sonda Galileo rivelano complesse fratture crostali contornate da materiale più scuro: fratture di età diversa che si incrociano l'una con l'altra e vaste regioni suddivise in blocchi, alcuni dei quali sembrano galleggiare come iceberg su una distesa di ghiaccio. Si sono trovati anche segni di ghiaccio giovane, fuoriuscito dal sottosuolo, che ricopre le vecchie strutture superficiali. Mentre gli scienziati discutono sul come si possono essere formate queste strutture, una ipotesi interessante si fa strada, che il ghiaccio, ricco di minerali e di materiale organico, si sia formato per l'affioramento di acqua nelle fratture fra le placche. Nonostante i molti problemi irrisolti, questa ipotesi suggerisce la presenza, nel sottosuolo, di un oceano ricco di composti organici, generato dal riscaldamento provocato dalle forze mareali. Dove c'è acqua ed il giusto miscuglio di molecole organiche, ci può essere vita. Alcuni ricercatori hanno poi ventilato la possibilità che sul fondo dell'oceano di Europa possano esistere sorgenti idrotermali analoghe a quelle che si trovano sulla Terra nel fondo delle fosse oceaniche. Sappiamo che sulla Terra tali sorgenti brulicano di vita e possono sostenere colonie di forme complesse. Forse in futuro si potrà dimostrare che ciò è vero anche per Europa! Anche se ciò non avvenisse, è comunque possibile che il ghiaccio contenga prove di chimica prebiotica o tracce fossili di antichi viventi.

La massa di Ganimede è costituita per circa la metà di acqua. Simile ad Europa, è anch'esso ricoperto da una crosta di ghiaccio fratturata ed in movimento. Catene montuose con creste aguzze solcano la superficie per centinaia di chilometri, testimoni di una antica attività tettonica. Ci si domanda: anche Ganimede ospita al suo interno zone di acqua allo stato liquido nelle quali l'evoluzione chimica può aver prodotto la vita? Domande simili ce le possiamo porre anche per la maggior parte degli altri satelliti di ghiaccio del Sistema solare esterno come Callisto, Encelado, satellite di Saturno, e Tritone, di Urano, che mostrano tutti caratteristiche simili. Come Marte, anche i pianeti esterni e le loro lune possono essere considerati come una sorta di importante laboratorio naturale mediante il quale cercare di capire l’evoluzione chimica che ha portato alla comparsa ed alla prima evoluzione della vita sulla Terra.

Da questo punto di vista, è interessante prendere in considerazione Titano, il maggiore dei satelliti di Saturno. La sua atmosfera, circa il 50% più densa di quella della Terra, interagisce con le particelle del vento solare intrappolate dal campo magnetico di Saturno. Tale interazione innesca catene di reazioni nell'atmosfera che spaccano le molecole dell'azoto (N2) e del metano (CH4), e dalla ricombinazione dei prodotti si formano molecole organiche complesse. (Si pensa che processi di questo tipo siano quelli che hanno dato origine alla vita sulla Terra). Le reazioni che avvengono nell'atmosfera possono creare catene molecolari sufficientemente pesanti da "piovere" sulla superficie di Titano. A - 179°C, la superficie è certamente troppo fredda per ospitare la vita. Ma c'è chi ha speculato che, fra qualche miliardo di anni, quando il Sole avrà terminato di bruciare il suo idrogeno e si espanderà fino ad inglobare i pianeti più interni, la superficie di Titano diventerà una vera oasi, nella quale potrà avere di nuovo origine la vita. Intanto la sonda Cassini, partita il 15 ottobre 1997, ha appena superato il sistema di Giove ed è in viaggio verso Saturno, che raggiungerà all'inizio di luglio del 2004. Nel novembre dello stesso anno lancerà attraverso l'atmosfera di Titano la sonda Huygens, che ci fornirà preziose informazioni sul satellite.

Fisica Unigravitazionale

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Con fisica unigravitazionale si intende la teoria fisica ideata nel 1969 da Renato Palmieri, al fine di unificare le forze e le particelle allora conosciute.

Critica alla fisica moderna

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La Fisica Unigravitazionale nasce al fine di sostituire la Teoria della Relatività e la Meccanica Quantistica, giudicate da Palmieri fondate su concetti "assurdi" (come il principio di indeterminazione di Heisenberg), e non supportate da sufficienti prove sperimentali. Palmieri ritiene inoltre che tali teorie possiedano al loro interno delle contraddizioni, ad esempio la rinormalizzazione, e che fenomeni fisici come l'aberrazione della luce delle stelle e il calcolo dell'orbita di Marte ne costituiscano invece delle confutazioni sperimentali.

I principi della Fisica Unigravitazionale

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La fisica unigravitazionale ritiene che l'unica forza esistente in natura sia l'attrazione gravitazionale e che l'elettromagnetismo sia solamente una delle sue manifestazioni. Ciò comporta che in natura tutto si attrae e niente si respinge: tutto ciò che appare sperimentalmente essere respinto da un corpo in realtà è attirato da un altro corpo. Come conseguenza si ha l'eliminazione del concetto di forze nucleari, introdotte per spiegare come i protoni potessero rimanere legati nel nucleo atomico pur dovendo respingersi. In questa panoramica il fotone sarebbe l'unica particella esistente e costiuirebbe la causa della forza di gravità, pertanto può anche essere chiamato fotone-gravitone. Tutte le altre particelle conosciute risulterebbero raggruppamenti di fotoni-gravitoni.

La gravitazione

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La forza di gravità è sempre stata intesa come "isotropa" (cioè a simmetria sferica), direttamente proporzionale alla massa che la subisce e trascurabile nei fenomeni atomici. Questi tre postulati - secondo la teoria di Palmieri - vengono però a cadere. La proporzionalità tra forza gravitazionale e masse viene contestata in base al seguente ragionamento che considera l'attuale concezione come un caso particolare. Quando un corpo A di una certa massa viene attratto da un corpo B di dimensioni estremamente più grandi, le forze applicate a ogni singola particella di A sono tra loro quasi perfettamente uguali tra loro (perchè, essendo enorme il campo generato da B, il suo valore puntuale da un punto a un altro di A cambia in modo trascurabile), cosicché, a parità di densità, aumentando la massa di A, la forza applicata sembra crescere in maniera proporzionale. Ma se invece B fosse di dimensioni minori di A il valore puntuale del campo di B varierebbe moltissimo da un punto a un altro di A, come se la forza fosse applicata solo in una ristrettissima zona, e aumentando o diminuendo (sempre a parità di densità) la massa di A, la forza applicata risulterebbe sempre quasi la stessa, cioè sarebbe non proporzionale alla massa. Questa è però una caratteristica delle forze non gravitazionali. Si può quindi tentare una unificazione della forza gravitazionale con ogni altro tipo di forza se si suppone che in realtà la forza di gravità oscilla tra la totale proporzionalità con la massa (quando il corpo agente è di dimensioni relativamente grandi) e la totale non-proporzionalità (quando il corpo agente è di dimensioni relativamente piccole) senza però mai arrivare precisamente a questi due estremi opposti, che vengono comunemente chiamati "gravità" (nel primo caso) ed "elettromagnetismo" (nel secondo caso). Come conseguenza di tutto questo, i corpi più grandi dovrebbero avere un'accelerazione leggerissimamente minore a quanto previsto.

L'elettromagnetismo

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Nella fisica fino ad oggi riconosciuta esiste una differenza fondamentale tra gravità ed elettromagnetismo: mentre la forza gravitazionale è solo attrattiva, le forze di natura elettromagnetica possono essere anche repulsive. Ciò viene contestato dalla fisica unigravitazionale secondo cui tutto ciò che sembra respinto da qualcosa è in realtà attirato da qualcos'altro. Per esempio, quando due particelle "urtano" l'una contro l'altra, in realtà esse non si respingono, ma attraendosi tendono a girare l'una attorno all'altra per un brevissimo tempo per poi allontanarsi ma a causa delle scarse dimensioni delle particelle non è possibile notare la deviazione e si crede quindi che siano andate a sbattere l'una contro l'altra, mentre in realtà l'unica forza agente è attrattiva e perciò non esistono "cariche positive" o "cariche negative". In questo senso, neanche l'allontanamento dei poli omologhi di due calamite è repulsione: avvicinando due poli uguali, le particelle che si trovano in quella zona ruotano nello stesso senso, ma quando arrivano a trovarsi l'una di fronte all'altra, il loro verso è discorde e la velocità di una rispetto all'altra è quindi elevatissima; pertanto le due particelle faranno sempre meno presa l'una sull'altra e finiranno per essere vinte invece dall'attrazione dell'ambiente esterno, perciò si allontanano l'una dall'altra; al contrario, se vengono avvicinati due poli opposti, le particelle avranno una bassissima velocità relativa, e l'attrazione tra di loro sarà prevalente rispetto a quella dell'ambiente circostante. Per finire, nel caso di due oggetti non magnetizzati, la rotazione casuale delle particelle al loro interno renderà quasi uguale l'attrazione tra i due oggetti e la fuga verso altre direzioni, così essi resteranno fermi. E l'"attrazione" è proprio attrazione gravitazionale: essa non sarebbe affatto irrilevante tra una particella e l'altra, ma semplicemente mascherata dall'attrazione verso l'esterno, la quale può essere vinta facendo scorrere quante più particelle possibile nello stesso verso, come tra due poli opposti di una calamita o in due fili percorsi da correnti equiverse: in tal caso, essendo quasi nulla la loro velocità relativa, si manifesta pienamente l'attrazione gravitazionale tra di esse. Nel caso opposto, cioè tra due poli uguali o tra due fili percorsi da correnti discordi, la velocità di ogni particella rispetto all'altra sarà così alta da sfuggire all'attrazione reciproca per cadere in quella dell'ambiente.

Le forze nucleari

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Nella fisica unigravitazionale viene negato il concetto di "forza nucleare"; queste forze, infatti, erano state introdotte per spiegare come mai i protoni potessero tenersi insieme nel nucleo atomico pur essendo dello stesso "segno". Ma per quanto affermato precedentemente riguardo alla natura esclusivamente attrattiva delle forze d'interazione, è ovvio che i protoni debbano attirarsi tra loro anche senza una forza addizionale a tenerli uniti. La stessa cosa vale per i neutroni, gli elettroni, o qualsiasi altra particella: queste sembrano respingersi tra loro quando sono in movimento disordinato, ma se costrette a stare le une vicino alle altre (per esempio, abbassando la temperatura), esse finiscono per attirarsi spontaneamente, come dimostrato dagli esperimenti di "elettricità liquida" e "fusione fredda".

L'equazione ortodinamica

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L'equazione ortodinamica è la correzione della legge di gravitazione universale formulata da Newton. Essa dovrebbe unificare anche i fenomeni del microcosmo aggiungendo i 2 elementi che sono trascurabili nel macrocosmo, cioè "densità" e "polarizzazione" (cioè la quantità di particelle che girano nello stesso senso). Svolgendo così i calcoli si vedrà che la forza gravitazionale agisce in modo macroscopico anche nei fenomeni microscopici.

Bibliografia

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  • Renato Palmieri. La fisica unigravitazionale e l'equazione cosmologica. Napoli. Istituto Italiano per gli Studi Filosofici - Arte Tipografica Editrice. 2006. ISBN 8889776307. pp. 356.

Collegamenti esterni

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